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Torino Milan statistiche – i numeri di Montella e Mihajlovic

Torino-Milan finisce 2 a 2, un pareggio che non accontenta nessuna delle due squadre ma che rispecchia l’andamento che hanno mantenuto in tutto il girone di andata. Ad un primo tempo dominato in lungo ed in largo dai granata si contrappone una seconda frazione in cui i padroni di casa, per paura di rovinare quanto costruito fino a quel momento, hanno consentito al Milan di prendere in mano la partita. Dal possibile rigore del tre a zero, fallito da Adem Ljajic, i padroni di casa hanno allentato la pressione, come se fossero crollate le certezze messe in campo fino a quel momento. Il nuovo Milan di Montella, come ha più volte dimostrato in questa stagione, non si è lasciato abbattere e, da un errore degli avversari, ha ripreso fiducia approcciandosi alla partita in maniera completamente diversa. È bastato un rigore per capovolgere l’andamento di una partita che a metà primo tempo sembrava seguire un andamento ben preciso. Il match di ieri sera ha messo di fronte due squadre dal carattere forte ma allo stesso tempo fragile ed insicuro.

Un Toro nel primo tempo

Mihajlovic, da successore di Giampiero Ventura, è stato chiamato per proseguire il percorso intrapreso da diversi anni dal Torino. Il suo passato alla Sampdoria e al Milan aveva dimostrato le sue qualità nel lavoro e nella valorizzazione dei giovani talenti italiani, ma quello che più mancava ai granata era il carattere. Per fare il definitivo salto, Urbano Cairo ha puntato sul tecnico serbo che fa della tenacia e della grinta due delle sue armi principali. Un lavoro, fin qui, riuscito a metà, perché, come dimostra la partita di ieri, il Torino approccia le partite in maniera perfetta ma a lungo andare crolla contro gli avversari più ostici. I gol di Belotti e di Benassi nel primo tempo, infatti, rinforzano una statistica che rispecchia l’andamento stagionale del Toro, unica squadra a segnare 17 reti nei primi 45 minuti. Segno che il lavoro portato avanti da Sinisa Mihajlovic non è ancora compiuto. I granata scendono in campo convinti e sicuri dei propri mezzi, ma al minimo errore crollano psicologicamente subendo il contraccolpo avversario.

L’incubo di Sinisa

Un problema di cui l’allenatore serbo è pienamente al corrente e sul quale sta cercando di lavorare da inizio stagione. L’aspetto caratteriale è il punto debole dei suoi ragazzi, un aspetto su cui si lavora difficilmente e che, anche ieri sera, lo ha mandato su tutte le furie: “Di questo passo andrò io dallo psicologo e non loro. Io non sono arrabbiato, ma furioso e deluso perché questo risultato è folle. Stavamo vincendo e, di nuovo, abbiamo smesso all’improvviso di giocare come sappiamo. Sono due giorni che non dormo pensando a come risolvere i problemi della squadra: non dormirò per altri due, ma evidentemente non sappiamo gestire certe situazioni e abbiamo un problema mentale perché facciamo sempre gli stessi errori”.

Milan immortale

Ad un Torino ottimo nell’approccio alle partite, si contrappone una squadra capace di saper incassare i colpi e di venir fuori alla lunga. La partita di ieri, infatti, rispecchia perfettamente le caratteristiche del Milan in questa stagione. Un primo tempo molle e senza carattere della squadra di Montella faceva parlare già di una partita chiusa dopo trenta minuti. Ai rossoneri però è bastata una parata di Donnarumma per risvegliarsi, uno schiaffo che li ha riportati alla realtà. È da quel momento che il Milan è sceso in campo, dando negli ultimi 15 minuti del primo tempo un antipasto di quello che sarebbe stata la ripresa. La seconda frazione, infatti, si è aperta in maniera completamente opposta rispetto alla prima: un Torino impaurito si è chiuso nella propria metà campo cercando di difendere quel vantaggio che sembrava incolmabile fino a pochi minuti prima. Il fortino granata però è crollato piano piano non riuscendo ad arginare la manovra aggressiva e opprimente del Milan.

Il segreto del diavolo

La squadra di Montella, quindi, dimostra di mantenere un trend più che positivo nei secondi tempi, nei quali riesce a trovare più facilmente la via del gol. Dopo gli usuali 45 minuti passati ad osservare, studiare e subire le avversarie, il Milan si rianima nella seconda frazione, come un pugile che dopo aver incassato i colpi dell’avversario sfrutta la sua stanchezza nella parte finale del match per affondare. A sottolinearlo sono i dati relativi alla squadra di Montella, andata a segno per ben 22 volte nella seconda parte di gara. Un fattore positivo sotto alcuni punti di vista, ma se i rossoneri vogliono tornare grandi si dovrà lavorare molto anche sulla mentalità con la quale approcciare le partite.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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