Intervista a Stefano Borghi di Sportitalia

Claudio Cafarelli
31/05/2012

Intervista a Stefano Borghi di Sportitalia

E’ con grandissimo piacere che Maidirecalcio.com è riuscito a contattare Stefano Borghi, ritenuto dalla nostra redazione e soprattutto da milioni di sportivi la miglior voce del panorama televisivo calcistico. E’ infatti uno dei telecronisti di punta nonché uno dei volti più stimati di Sportitalia.

Se non avete mai visto una partita commentata da Stefano, fatelo!! Capirete perché è così apprezzato e perché molti lo ritengono il migliore.

Per noi si realizza un sogno, grazie ancora Stefano!


Sei consapevole di essere uno dei migliori giornalisti del panorama nazionale? Lo testimoniano i numeri attestati di stima su internet e tra i social network. Come la vivi questa situazione?   Ti è mai capitato qualche episodio bizzarro in proposito?

Non ne sono consapevole e non sono assolutamente convinto di esserlo. A volte ci si lascia un pochino trascinare nei giudizi, io sono ancora piuttosto “giovane” in quanto ad esperienza in questo complicatissimo mestiere e senza dubbio ho ancora tantissimo da imparar, cosa che cerco di fare costantemente ascoltando i “maestri” della mia professione. Io vivo così il mio lavoro: non si è mai arrivati, perchè tutto muta molto velocemente e per stare al passo, per fare sempre un buon lavoro bisogna metterci tanto impegno, fare sacrifici enormi e non abbassare mai la soglia dell’attenzione. Episodi bizzarri sinceramente no, forse posso raccontarvi di quando, durante la telecronaca diretta di Prato-Portogruaro, diedero un rigore ai padroni di casa e io dissi, come effettivamente dimostravano le immagini, che il rigore probabilmente non c’era: in quel momento gli spettatori seduti di fronte alla mia postazione si risentirono, cominciarono a darmi del tifoso del Portogruaro e, per rappresaglia, mi rubarono il foglio delle formazioni!!!!

Metti passione nel tuo lavoro, hai tempi televisivi perfetti e sei un database vivente, come fai? E non dirci che è il tuo lavoro… 🙂

Invece è proprio così: è il mio lavoro. Io credo che sia un dovere, da parte mia, essere sempre preparato riguardo al contesto che devo raccontare, per questo faccio molte ricerche, studio (incredibile, se lo sapessero i miei professori….) e mi aggiorno guardando tante partite. Altra cosa che mi è molto utile è il mio archivio: conservo tutti gli appunti, ho ancora quelli della prima partita che ho commentato. Poi la passione lega il tutto e, soprattutto, rende questa grande mole di lavoro molto più leggera…però credetemi: i sacrifici da fare sono molti di più di quel che si possa pensare.

Come hai iniziato la tua carriera giornalistica? 

Avevo vent’anni e mi presentai al direttore di un settimanale della mia città (Pavia) chiedendo la possibilità di cimentarmi come cronista. Mi fu affidata una squadra di Eccellenza che seguii per tutto l’anno in casa e in trasferta avendo la fortuna di imparare velocemente il mestiere, oltre che di poter raccontare un’epica salvezza della gloriosa Mezzanese. Poi tutto molto veloce: mezza stagione come inviato per le trasferte del Pavia in serie C1, l’anno successivo l’opportunità datami dal mio più grande mentore (Cesare Barbieri, senza di lui non avrei mai fatto questo lavoro) di fare televisione a Telecolor e le telecronache su Rosso Alice, poi dall’Agosto del 2005 il sogno di entrare a Sportitalia.

E’ un punto d’arrivo per te l’avere visibilità televisiva di tale portata? O oltre la tv c’è un sogno in ambito lavorativo che vorresti esaudire?

Non so se è un punto di arrivo, sicuramente è un punto d’onore fare parte di una realtà così particolare come Sportitalia, che ormai per me è come se fosse una famiglia. Siamo un qualcosa di unico e farne parte è un orgoglio enorme. Poi tutto può succedere, non ho neanche trent’anni e non ho mai fatto grandi programmi in vita mia percui non so proprio dirvi, però di sicuro non potevo sperare in niente di meglio di quel che fin qui ho avuto in ambito professionale.

Tu che sei un grandissimo esperto del calcio sudamericano, dacci un’esclusiva. Secondo te chi è il miglior prospetto in ottica futura? Ci puoi fare qualche nome di giovani dal sicuro avvenire? E chi per te è il migliore assoluto in questo senso, a parte i soliti Neymar, Lucas, Ganso, Ocampos…?

Ah, la solita domanda che mi sento fare praticamente tutti i giorni. Non avendo la sfera di cristallo è impossibile non esporsi a brutte figure, però un nome lo vorrei fare, ed è quello di Juan Sanchez Miño del Boca Juniors, una mezzala mancina che secondo me può fare tantissima strada.

Quale calciatore del passato avresti voluto conoscere? E quale ti ha fatto battere forte il cuore?

Tanti. Maradona l’ho incontrato a Glasgow quando andai a commentare il suo debutto sulla panchina della nazionale argentina, purtroppo non sono riuscito a parlargli seriamente però solo averlo avuto vicino, avergli stretto la mano e scambiato un saluto è stato emozionante. Poi potrei dirtene diversi altri: Gazza, Roberto Baggio, Ortega, Lentini, Francescoli. Tutti idoli di quando ero ragazzino. Ma anche figure che non ho mai visto giocare “in diretta”, come Cruijff, George Best, Zico.

Noi che siamo tifosi del Napoli ricordiamo bene i tuoi giudizi positivi su Vargas, cauti su Fernandez e nettamente negativi su Fideleff…alla luce di ciò, sai che avresti potuto essere anche un   brillante direttore sportivo?? 🙂 E cosa ne pensi di questi 3 giocatori dopo il loro impatto nel calcio italiano.

Ma figurati!! Io, infatti, rido quando mi sento dire che sono il più grande esperto italiano di calcio sudamericano: se davvero le fossi, gente come Lo Monaco, Marino, Bigon, Sabatini cosa sono? Marziani?? Non scherziamo: io provo a fare il mio mestiere nel migliore dei modi, ma chi fa il direttore sportivo in serie A ha un bagaglio di esperienze e competenze enorme. Cosa penso dei 3? Confermo il fatto che secondo me sia Vargas che Fernandez possono essere dei giocatori molto importanti per la nostra serie A, credo che in breve tempo saranno elementi di capacità riconosciuta a livello internazionale e spero che possano avere più spazio nella prossima stagione, perchè se lo meriterebbero.

Zaha, Shelvy, Clyne …puoi farci altri tre nomi di giocatori promettenti e nel mirino di grandi club come quelli appena citati?

Io credo che Thomas Ince sia un prospetto meraviglioso e possa fare grandi cose. Attenzione anche a Jordan Rhodes dell’Huddersfield Town: un killer dell’area di rigore!

Io, Claudio, sono affascinato dal settore giovanile del Crystal Palace, come mai in Italia non si riesce a dare fiducia al proprio settore giovanile? Ci sono numerosi casi nel nostro Paese di giocatori come Destro, Immobile, Giovinco, esplosi lontani dalla casa madre, per te quali sono le motivazioni?

Discorso lungo e complicato: fondamentalmente in Italia tutti vogliono tutto subito, si è schiavi dell’immediato e del risultato, non si ha pazienza, men che meno coraggio, e spesso manca anche la lungimiranza per fare delle pianificazioni. Ma non vedete? Se un giovane all’esordio fa gol è il nuovo Messi, se alla seconda partita non si ripete è automaticamente un bidone. Non si può ragionare con questo disequilibrio. Purtroppo è un problema legato all’assenza totale di cultura sportiva nel nostro paese, fatto drammaticamente palesato dagli scandali dei nostri tempi.

Infine, curiosità: come te la cavi con il pallone tra i piedi e qual è la partita più bella che hai avuto il piacere di commentare?

Purtroppo non me la cavo più, perchè a 20 anni mi son fracassato un ginocchio, mi hanno sbagliato l’operazione e addio pallone. Ora non posso più nemmeno fare una partitella con i miei amici. Non ero malaccio, il mio sinistro era rispettato, però ero un giocatore strano, facevo sia il portiere che il centravanti…temo di avervi detto tutto! La partita più bella? Tantissime. Potrei dirti tutte le finali di Championship e di Libertadores, potrei dirti l’incredibile Trapani-Siracusa di quest’anno in uno stadio infernale o il surreale Boca-Independiente 4-5. Potrei dirti i Superclasicos. Ma l’emozione più forte di tutte me la diede quell’Argentina-Perù nella tempesta del Monumental: ancora adesso quando rivedo il gol di Palermo mi vengono i brividi, fu una notte che non dimenticherò mai.

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