Pacchi dall’estero: Torino, testa tosta Carlos Marinelli

Micaela Catalano
20/06/2012

Pacchi dall’estero: Torino, testa tosta Carlos Marinelli

Ecco un classico esempio di come il talento da solo non basti a farti fare strada se non lo affianchi a buon senso e responsabilità. Carlos Marinelli, il protagonista di questa settimana della nostra rubrica non fa eccezione. Arrivato al Torino nel 2003 dopo un triennio tra luci ed ombre al Middlesbrough, in generale sotto la Mole ha lasciato più rimpianti che sospiri di sollievo in quanto aveva mostrato di possedere una buona tecnica ed anche impegno, non una costante nella sua carriera, purtroppo.

SONO MARINELLI –  Il biondo trequartista argentino nasce il 4 marzo 1982 in località Villa de Mayo, Argentina. Fa la trafila nelle giovanili dell’Argentinos Jrs e poi passa al Boca Juniors, dove in tre anni si mette in luce al punto da convincere gli osservatori del Middlesbrough ad acquistarlo, spendendo per lui 1.5 milioni di sterline. Marinelli sbarca in Inghilterra con la nomea di “Nuovo Maradona”, certamente esagerando: con D10 ha in comune semmai il fatto di essere argentino, mancino ed un po’ intemperante; in compenso ha tatuato con fierezza il volto del Pibe su un avambraccio, ed è questo il suo miglior risultato sportivo conseguito in carriera. Nel triennio al Boro 42 presenze e 2 gol, un bottino tra il buono ed il discreto, condizionato da una espulsione rimediata nel 2000 contro il Bradford, episodio che pare lo abbia segnato in negativo per il resto della stagione mandandolo in depressione,e non stiamo scherzando, ci volle l’aiuto di uno psicologo per far si che il ragazzo si riprendesse. L’anno seguente sembra cominciare meglio, con alcune buone prestazioni, il suo primo (ed unico) gol in Premier League contro il Derby County e la fiducia del manager Steve McClaren, ma dura poco: Marinelli a metà stagione finisce in panchina e da lì non si alza più per un altro  anno e mezzo.

GRAN TORINO? –  Arriva a gennaio 2003 la chiamata dall’Italia, e Marinelli trova quello di cui aveva bisogno: fiducia…e con quella arriva pure la stima dei tifosi. Il ragazzo sa cosa fare col pallone tra i piedi, a fine stagione sono 7 le presenze in maglia granata, a causa di qualche infortunio di troppo…ma per il Toro arriva la retrocessione in Serie B che scombussola un bel po’ di piani. Nel confuso quadro dirigenziale presieduto dalla stramba coppia Cimminelli-Romero la riconferma di Marinelli è una delle tante cose che non avviene, anche a causa del gioco al rialzo intentato dal centrocampista. Per cui l’argentino fa ritorno al Middlesbrough, restandoci stavolta per ben poco: a novembre 2003 rescinde il contratto con gli inglesi e torna in patria, al Boca Juniors prima, revival di gioventù, ed al Racing Avellaneda poi, totalizzando nella stessa stagione 2003-2004 con entrambe le maglie appena 14 presenze.

NERO CON BIANCHI – Nel Boca addirittura riesce a litigare sia con Carlos Bianchi che con il suo sostituto in seguito ad esonero, Miguel Angel Brindisi. E lo stesso accade col Racing. Nel 2005 ecco Marinelli II, la vendetta, con il Torino che lo riprende in circostanze particolari: è il giocatore stesso a decidere di fare ritorno in Italia versando al Racing 30.000 € per comprare la propria libertà. La seconda esperienza in Piemonte la vive in Serie B e comincia con venti minuti di fuoco: sostituisce la meteora torinista Josè Franco al 63° e si fa espellere all’85°, un esordio memorabile, purtroppo. Ed a fine stagione il Torino fallisce, con Marinelli che vive un altro epilogo triste in maglia granata ed in generale in carriera. Ma è comunque tra i primi a rendersi disponibile per giocare nel nuovo Torino, viene depositato il suo contratto ma il 9 settembre il suo tesseramento viene rifiutato perché il procuratore ai primi di agosto l’aveva fatto tesserare da una società dilettantistica argentina, e quindi deve aspettare gennaio 2006 per essere libero da ulteriori vincoli. Ma la chiamata dei granata non arriverà più e quindi accetta l’offerta dei portoghesi del Braga. Telenovela con colpi di scena. In Portogallo gioca solo 4 partite prima di infortunarsi in serie, così anche lì fa presto le valige e tenta l’avventura in America.

NON SKANSAS IL DESTINO –  Marinelli a Kansas City coi Wizards resta due anni totalizzando 42 presenze ed un gol, e sono gli ultimi scorci di serenità prima di nuove peregrinazioni in giro per il mondo: nel 2009 milita per pochissimo tempo prima coi colombiani del Millionarios, dove di lui si ricordano per le 3 espulsioni in appena 10 partite giocate, poi con l’Aldosivi, squadra minore argentina dove resta per nemmeno 6 mesi in seguito ad un fallito provino con la sua vecchia squadra, l’Argentinos Jrs. In seguito va in gita in Ungheria al Győri, in tempo per giocare due sole partite. Nell’inverno del 2011 trova riparo all’Universidad San Martin, un quotato club della prima divisione peruviana, e strano ma vero pare che si trovi ancora lì…ma sicuramente succederà qualcosa…

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