Per narrare questa storia partiamo dalla fine, il protagonista è lui, l’uomo in frac di Domenico Modugno, ritratto di un nobile signore che vaga per la notte nelle ultime sue ore di vita. Si chiama Raimondo Lanza di Trabia e a soli 39 anni, morì suicida nel 1954, lanciandosi da una finestra dell’Hotel Eden di via Veneto a Roma.L’estremo gesto avvenne dopo la visita del medico che lo invitava a ricoverarsi per guarire dai mali dell’alcool, lui decise di buttarsi a volo d’angelo. Modugno raccontò di essersi ispirato alla triste storia del principe Lanza di Trabia, «uomo di fascino assoluto che nella vita aveva avuto tutto, anche l’ amore di una delle donne più belle ed eleganti dell’ epoca, Olga Villi. Non riuscivo a capire perché quel nobile avesse scelto di uccidersi così, senza una spiegazione. Lo interpretai come il segno struggente della fine di un’epoca»
Il calciomercato del dilettantismo
Ma perché parliamo di quest’uomo? Il calciomercato è vecchio come il gioco del pallone. Cifre irrisorie all’inizio, poi più consistenti e infine ora pazzesche e fuori da ogni immaginario. I pionieri si ritrovavano a discutere dove capita, in un salotto come in uno spogliatoio di uno stadio. Si utilizzavano lettere, si chiedeva gentilmente e con garbo la possibilità di vedere nelle proprie file un giocatore piuttosto che un altro oppure si utilizzava lo “scippo aziendale”, si puntava al dilettantismo dei calciatori di qualunque categoria. Infatti i giocatori durante la settimana avevano un normalissimo impiego (chi faceva l’impiegato, chi il panettiere o il ragioniere), e la sera e la domenica si trovavano per giocare a pallone.
Raimondo Lanza di Trabia, il presidente del Palermo
Poi entra in scena lui, il nostro protagonista. Playboy, spregiudicato a volte arrogante, di radici nobili, amava il lusso, la bella vita, le donne e l’alcool. Raimondo Lanza di Trabia frequentò Gianni Agnelli, Giannino Marzotto, Rudi Crespi, il cugino di GiuseppeTomasi di Lampedusa, Antonello Trombadori, Alberto Moravia ed Edda Ciano. Ha amato le donne più belle del suo tempo ma anche vasi da notte del Cinquecento, organizzò burle che finivano al commissariato. Sembrava eccitarsi solo davanti al rischio: un mix di vitalità irrefrenabile.
Ebbe tutto, ebbe troppo fino al punto, personalità bipolare, di cadere in depressione e, a 39 anni vissuti pericolosamente, scegliere di ammazzarsi. Era un anticonformista nato. Si presentò in tuta da pilota alle nozze di Agnelli, bello, ricco e cacciatore. Lanza di Trabia è stato questo ed altro ma tra le tante figure, i tanti ruoli e i tanti personaggi è stato anche il presidente del Palermo dal 26 gennaio 1951 al 30 giugno 1952.
Il luogo per le trattative
Nel 1947 si accorse che il Palermo bivaccava in serie B e che non avrebbe avuto nessuna possibilità di rimonta con l’allora presidente Beppe Agnello. Decise con un gruppo di amici, tutti nobili, di prendere in mano la situazione. Amava il calcio, seguiva il calcio già dagli anni 30. Decise che il Palermo doveva tornare in serie A dovendo avere un suo ruolo importante, prende il Palermo e comincia ad ingaggiare giocatori importanti e, soprattutto comincia una rivalità calcistica con il suo amico del cuore Gianni Agnelli.
Un giorno, decise di rendere più comodo il mercato fatto ancora di telefonate, lettere e trattative lunghe ed estenuanti. Insieme a Gipo Viani, allenatore del Palermo, e a Paolo Mazza, presidente della Spal, decise di non disperdere inutilmente i contatti individuali e di riunire a fine campionato tutti i dirigenti in un unico luogo. Il luogo prescelto è un’albergo milanese, l’hotel Excelsior Gallia.
Raimondo Lanza di Trabia fa nascere il calciomercato
L’obiettivo è quello di concentrare le trattative, ma anche quello di poter disporre rapidamente di tutto il panorama di calciatori…e con Raimondo Lanza di Trabia diviene tutto spettacolo. Il mercato nasce fra brindisi di champagne, notti di follie. I trasferimenti diventano sempre più clamorosi e più pubblicizzati; i prezzi lievitano ben più che la scala mobile. Nasce così il calciomercato. L’idea piace. Per un ventennio il Gallia, nel mese di luglio, si trasforma in un’incredibile passerella, assediata all’esterno di tifosi e dai giornalisti.
Da allora, miliardi, comproprietà, scambi, fideiussioni, opzioni … sono termini che puntuali, tornano ogni estate e ultimamente non solo, a riempire le pagine dei giornali sportivi. Ci sono numerosi aneddoti su Raimondo Lanza di Trabia. Si narra che acquistò il centrocampista laziale Fuin solo per vederlo palleggiare nel suo giardino. Riceveva spesso in bagno in vestaglia o addirittura nudo sul letto gli altri presidenti dell’epoca. Il suo originario ingente patrimonio, inclusivo di attività minerarie e derivante per gran parte dalle sostanze dei Florio entrate a far parte del patrimonio dei Lanza di Butera, si polverizzerà del tutto nel ciclo della sua breve vita, subendo il colpo definitivo a causa della crisi delle zolfare.
La storia sapete come andrà a finire…si chiude così la parabola di Raimondo Lanza di Trabia. L’uomo in frac, l’inventore del calciomercato.