Il morso di Sandro Tovalieri, il Cobra
Vogliamo rendere omaggio ad un celebre attaccante del calcio italiano anni ’80-’90, Sandro Tovalieri. Famoso per quel soprannome che dice tutto, il Cobra, per il senso del gol che dopo di lui si è rivisto soltanto in Filippo Inzaghi. Il Cobra nasce in provincia di Roma, a Pomezia, il 15 febbraio 1965. In gioventù fa parte della primavera della Roma scudettata del 1982-83; in quella stagione vince il Torneo di Viareggio assieme ad un certo Giuseppe Giannini, poi fa esperienza a Pescara: con gli abruzzesi esordisce in Serie B nel 1983-84, giocando 35 partite e segnando 10 gol, non male per un diciottenne. L’anno dopo va ad Arezzo e realizza lo stesso score, contando una presenza in meno. Ce n’è abbastanza per meritarsi la convocazione nella Nazionale Under 21 nel dicembre 1984. Torna poi alla Roma, con la quale partecipa alla memorabile (seppur nel male) stagione 1985-86, annata divenuta famosa per lo scudetto perso dai giallorossi a causa della sconfitta all’Olimpico all’ultima giornata contro il Lecce già retrocesso. Tovalieri era in panchina ed aveva assaggiato il campo per 22 volte, segnando
3 reti. La sua esperienza romanista con il calcio giocato si chiuderà lì.
Il Cobra Tovalieri, il ritorno a Bari
Sono anni difficili quelli tra l’86 e l’89 per il centravanti, che tra Avellino ed Arezzo colleziona poche presenze: il ritorno nella compagine toscana culmina anzi in una retrocessione, e non bastano i 15 gol in 32 match giocati nel 1989-19990 a risalire in Serie B. A livello personale quest’ultima è comunque una grande stagione finalmente, dopo la rottura del legamento crociato riscontrato nel 1988. Tovalieri ritrova la Serie A in seguito ad altri due anni di B: nell’estate 1990 l’Ancona decide di puntare su di lui ed in un biennio, a suon di gol, i marchigiani vengono trascinati nella massima serie dal Cobra. Tovalieri però cambia ancora lido: prima qualche mese alla Ternana (che fallisce subito) poi ancora in B col Bari, dove forma una gran coppia di attacco con Igor Protti. Nel 1994-95 coi Galletti torna in Serie A e segna 17 gol in 31 partite, la stagione successiva va all’Atalanta dove però non ripete gli stessi numeri (6 reti in 30 presenze). Nel 1996-97, a 32 anni, disputa sei mesi con la Reggiana ed altri sei col Cagliari. Sedici i col complessivi, 4 con gli emiliani e 12 coi sardi, che a fine campionato retrocedono dopo il famigerato spareggio di Napoli contro il Piacenza. In quella partita il Cobra mise la sua firma ma non bastò ai rossoblu per salvarsi.
Gli ultimi anni da calciatore di Sandro Tovalieri
Nel 1997-98 lo ingaggia la Sampdoria. Tovalieri è appetito per la cattiveria e le capacità realizzative, che mantiene nonostante l’età ormai si faccia sentire. I blucerchiati vivono però un periodo difficile e già a novembre la punta fa le valige dopo aver siglato 3 gol in 9 presenze. Lo chiama allora il Perugia, e coi grifoni umbri arriva un’altra promozione in Serie A (10 marcature in 25 incontri). Nel 1998-1999 dopo poco dall’inizio del campionato passa alla Ternana. Un solo gol coi rossoverdi in 20 presenze, esperienza negativissima. L’ultimo anno di attività lo vede ancora di ritorno, con la divisa granata della Reggiana. E dopo 7 presenze il Cobra decide di non mordere più. Oggi Tovalieri gestisce una scuola calcio in provincia di Roma ed allena i giovanissimi e gli esordienti della Roma, i futuri campioncini che passano poi nella formazione Primavera di papà De Rossi. Di Tovalieri possiamo dire che avrebbe potuto raccogliere maggiori soddisfazioni in carriera, ma almeno quando chi vi scrive chiede a qualcuno “Ti ricordi del Cobra?” tutti sorridono e fanno cenno di si. E’ uno di quei personaggi mitici del pallone, stima immensa. Grande Cobra!