“Vaglielo a spiegare, a certa gente, cos’è l’arte e cosa non è, cos’è l’amicizia, e cosa significava essere allo stadio in centomila, quel dì…”.
(Adriano Sofri)
22 Novembre 1966, 75 mila spettatori per il derby Inter – Milan, vinto dai neroazzurri per 1 a 0 con autogol di Maddè, nessuno poteva immaginare che quella partita, quell’ennesima stracittadina entrasse nella storia non solo per motivi calcistici.
Quell’anno infatti Gino Santercole, presenza fissa del Clan, scrisse per Adriano Celentano “Eravamo in centomila…”, forse la prima vera canzone a sfondo calcistico, dove si citano anche i nomi delle squadre e si fa riferimento alla stadio e al piazzale dietro l’impianto. Ovviamente i centomila sono un arrotondamento per eccesso ma gli elementi di realismo non finiscono, basti pensare che Celentano è sempre stato simpatizzante dell’Inter, e la canzone venne composta proprio negli anni de “Il ragazzo della via Gluck” vera e propria dichiarazione d’amore per Milano, per i suoi luoghi e per i ricordi che affollavano la mente del Clan. Quindi così come accade per la via dove nacque Adriano, anche lo stadio diventa un simbolo della sua vita da ricordare e usare come sfondo per un colpo di fulmine tra un tifoso dell’Inter e una tifosa del Milan.
‘Eravamo in centomila’ venne pubblicato nella primavera del 1967, come lato B di ‘Tre passi avanti’, canzone anti-beat che sorprese i giovani per il tono conservatore che non si aspettavano dal rivoluzionario ‘Molleggiato’. Il singolo, peraltro, viene lanciato poche settimane dopo un altro 45 giri contenente ‘Torno sui miei passi’ e ‘La coppia più bella del mondo’.
La canzone della durata di poco più di due minuti si può dividere in due parti, prima l’incontro con la ragazza con un ritmo lento e ammaliante poi la seconda parte dove Celentano si dichiara a tempo di rock n roll.
Il commento dell’inviato Gianni Brera, già allora principe dei giornalisti sportivi, fotografava la giornata con il consueto stile a metà tra cronaca calcistica e filosofia:
“Ha molta rogna, il Milan: che in lombardo significa scalogna. Ma la scalogna giova a ridar simpatia: e sono convinto che i neutrali hanno sinceramente deplorato abbia perso questo derby. I rilievi critici sull’Inter invece inducono all’ottimismo: difficile che l’Inter riesca a giocare peggio di come gioca ora. Se il Milan l’avesse infilata tre volte, nel primo tempo, nessuno avrebbe potuto adontarsene. Ma il derby si sottrae ad ogni metro comune. Di un derby non si può mai parlare in assoluto. Chi lo guardi senza amor di parte ne resta schifato il più delle volte. E tuttavia lascia segni così profondi nei protagonisti da influire sempre o quasi sempre sulla stagione”. (tratto da “Derby!”, Baldini & Castoldi)
Testo e video della canzone:
scusi lei che c’ è dove va
perche’
oh bella mora se non sbaglio
lei ha visto l’inter milan con me
ma come fa lei a non ricordare
noi eravamo in centomila
allo stadio quel di’
io dell’ in
inter
lei del mi
milan
oh bella mora
da una porta all’altra
le sorrisi e lei disse si
e poi finita la partita
la vidi uscire di sfuggita
con uno sul tram
addesso lei mi deve dir chi è
è una partita fra noi due perchè
lei ha segnato un gol
lei ha segnato un gol
diretto nella porta del mio cuor
ed ho capito che c’è solo lei per me
ed ho capito che c’è solo lei per me