L’autogestione in casa Roma
Dopo il successo della Sampdoria l’attenzione mediatica, oltre al gesto da condannare di Delio Rossi, si è focalizzata per quanto riguarda la Roma sull’episodio del calcio di rigore battuto da Osvaldo, e “soffiato” letteralmente dal giocatore italo-argentino a Francesco Totti.
De Rossi ai microfoni delle più importanti trasmissioni televisive ci ha messo la faccia, giustificando il tutto con un eccesso di generosità da parte del Capitano che forse colpito dalla prestazione negativa del suo compagno di squadra, voleva in qualche modo aiutarlo a respingere le critiche. Sembrava tutto finito ma al ritorno da Genova, Osvaldo è stato vittima di un alterco con un gruppo di tifosi, circa 25, che lo hanno accolto con lanci di sassi, sputi, insulti e uova di “ringraziamento” .
Lungi da me dare sentenze ma a quanto pare i problemi e le necessità sottolineate da Zdenek Zeman nella sua seconda avventura romana non erano tanto campate in aria. Un clima di autogestione imbarazzante, sfociato ieri con la decisione di cambiare il rigorista della squadra dopo anni di predominio “tottiano”. Ma non è solo questo elemento che fa riflettere.
Stekelemburg, tornato titolare con l’arrivo di Andreazzoli, non ha affatto impressionato, anzi, sulla punizione di Sansone (resta comunque il gesto atletico) ci sono colpe anche sue; per non parlare di De Rossi che invece di dare la scossa e la grinta giusta alla sua squadra è stato investito dal tasso di mediocrità che ha attanagliato l’intera rosa.
Vedere talenti come Lamela e Pjanic predicare nel deserto giallorosso mette tristezza. In tanti si chiedono dove sia il problema, ma appare evidente che la mancanza di una dirigenza, di un uomo della società, di un rappresentante della cordata americana si faccia sentire. La squadra è allo sbando, l’allenatore appare una figura di ripiego per traghettare la squadra alla fine del campionato, quando speriamo si cercherà di trovare una soluzione a questa crisi che ormai dura da anni.
Dall’addio di Spalletti nessuno è riuscito a dare una vera impronta di gioco alla squadra, nessuno è riuscito a imporsi nello spogliatoio e a meritare il rispetto dei giocatori, che forse, dovrebbero cominciare a pensare ad un bagno d’umiltà, data la situazione….Totti in primis….sempre alla ricerca di una società presente.