Talk Sport – Inghilterra: vent’anni senza un maestro
Inventori, ma non maestri. La storia del calcio dimostra questo: in Gran Bretagna è stato codificato il football moderno, ma le capacità di insegnamento sono scarse. Dal 1992 la squadra che vince la Premier è guidata da uno straniero. L’ ultimo inglese a conquistare il titolo è stato Howard Wilkinson, con Leeds, nell’edizione che disse addio alla First Division. La stagione seguente nacque la Premier e hanno sempre trionfato stranieri: scozzesi, ( Ferguson e Dalglish ) italiani ( Ancelotti e Mancini ) francesi (Wenger) e portoghesi ( Mourinho ). Anche in Nazionale di recente hanno imperversato gli stranieri: Eriksson e Capello, dimessosi nel 2012 per la questione Terry, nonostante avesse la miglior media punti della storia dei C.T. dell’ Inghilterra.
Le ragioni del fenomeno: storiche, culturali, ambientali. Il punto di partenza è l’ interpretazione del ruolo, non a caso definito da queste parti manager. Il tecnico inglese molto ufficio e poco campo. Impegnato in prima persona nel mercato e nella gestione delle risorse umane, ma sul prato si vede di rado. Gli allenamenti sono curati dagli assistenti, spesso figure di secondo piano. Il manager indossa gli scarpini alla vigilia delle gare. E fioccano le leggende: come quella di Keagan, che al Newcastle si presentava con la sacca a golf e mentre il suo staff allenava, lui andava sul green.
La cultura inglese concede poco alla tattica ed è una leggerezza che pervade i media. I tabellini sui giornali sono un guazzabuglio: moduli e disposizioni dei giocatori sono un optional. “Con i cronisti italiani è più dura confrontarsi perchè capiscono di calcio – spiegò Ancelotti al Chealsea – qui sono più interessati al gossip”. Se si ripercorre la storia fra gli allenatori inglesi che hanno lasciato un’ impronta c’è solo Herbert Chapman, celebre per aver inventato il ‘sistema’ e pioniere della preparazione atletica.
Wilkinson, detto sergente Wilko per la severità, si è consegnato alla storia col successo alla guida del Leeds nel 1992. Ed è stato sempre lui a progettare la Coverciano inglese, inaugurata nel 2012 a Burton Upon Trent e concepita sul modello di Clairefontaine, Francia. Ritardo emblematico: solo ora la federazione inglese si è dotatta di una casa per le nazionali. L’ impulso finale ai lavori fu dato da Capello – Baldini: senza gli italiani, l’ Inghilterra non avrebbe la sua coverciano.