Team of the week – 25/a Fiorentina
Non sono i tempi dello “zitti, 4 a 0 e a casa”. Era l’8 febbraio del 2004 e Tudor incassava lo sfottò di Totti. Altri tempi.
La Roma chiuse il campionato al secondo posto, alle spalle del Milan, con la migliore difesa della Serie A. Appunto, altri tempi.
I gol di Dacourt, Totti e la doppietta di Cassano regalarono 3 punti ai giallorossi che sarebbero valsi il secondo posto, visto che la Juventus arrivò terza a soli due punti di distacco.
Sono passati nove anni. La situazione di classifica è ben diversa. Le statistiche dei gol incassati anche.
Sabato sera lo spettacolo è stato diverso da quello di quel memorabile 4 a 0, ma la sostanza è la stessa: tre punti.
Andreazzoli non è Zeman. Il boemo predica un calcio offensivo, dove l’obiettivo è quello di segnare un gol in più rispetto agli avversari. Andreazzoli invece è stato bravo a dare sin da subito equilibrio alla sua Roma. Ne ha risentito, soprattutto per gli spettatori disinteressati, lo spettacolo. Mentre i tifosi, si sa, badano solo al risultato. La Roma si è rimessa in piedi e ha fatto un mezzo-miracolo contro la Juventus leggermente affaticata dopo la settimana di Champions League.
Ma questo piccolo miracolo non è bastato per guadagnarsi la palma di migliore team del weekend.
Senza nessun dubbio infatti abbiamo scelto la Fiorentina. Due giovani tecnici a confronto, due mentalità diverse. Ma soprattutto uno che asfalta l’altro. Non si può parlare della sfida tra Fiorentina e Inter in termini diversi.
Se non fosse stato per Handanovic (che pur avendo preso 4 gol risulta essere il migliore dei suoi) il passivo sarebbe stato peggiore. L’Inter prende due gol da Adem Ljajic, che ne aveva fatto uno soltanto in tutto il campionato.
La Fiorentina domina, inventa, conclude. L’Inter guarda. Tutti i nerazzurri guardano. Per fortuna l’unico che non si limita a guardarsi la partita è Handanovic. Il portierone dell’Inter però si deve arrendere anche al ritrovato Jovetic, anche per lui una doppietta.
Il primo gol è classe pura. E oltre ad essere il gol del raddoppio viola, è un gol che serve a far capire a tutti che Jojo non si è improvvisamente trasformato in un brocco. Il secondo nasce da un’invenzione di Aquilani, in pieno stile-Totti.
In tutto questo l’Inter dove sta? E dove è il suo tecnico? L’infortunio di Milito era imponderabile, ma non mi riesco a spiegare quale sia quell’astuto operatore di mercato che lascia partire una giovane promessa come Livaja (che con l’Atalanta si è conquistato un rigore, poi trasformato da Denis) per prendere la gallina vecchia Rocchi, che ancora di brodo non ne ha fatto. Stramaccioni ha la responsabilità di non essere mai riuscito a dare una sua impronta alla squadra. Anzi l’impronta assunta dall’Inter è quella del caos. E nel giorno in cui, mancando l’unica prima punta per infortunio, il tecnico dovrebbe inventarsi qualcosa, lui rimane fermo ad aspettare. Come tutti i suoi uomini.
L’Inter è passiva, ma è anche merito della Viola. Le prestazioni non erano mancate agli uomini di Montella nel 2013, ma i punti si. Lo schiaffo allo Juventus Stadium può essere servito a risvegliare un pò l’ambiente che forse si mirava e rimirava allo specchio.
Di dubbi sulla Fiorentina non ce ne sono mai stati. Anzi. Montella quest’anno sta dando dimostrazione a tutti che vincere giocando bene si può.
La Champions non è un miraggio. E’ ben visibile. Ora serve continuità, poi alla fine si tireranno le somme.