Pirlo: “A Napoli per vincere”
Andrea Pirlo, centrocampista della Juve, ha rilasciato una lunga intervista su “La Repubblica“.
La Juventus è in grado di vincere anche in Europa?
“Ancora no, anche se siamo lì e allora tanto vale giocarsela. Ci sono squadre molto più forti di noi”.
Vedendo Real-Manchester, per esempio, ha visto due formazione molto lontane da voi?
“Proprio così lontane no. Forti. Più forti. Hanno campioni da tutte le parti, noi no”.
Qual è dunque la vostra ambizione, in Champions League?
“Abbiamo voglia di esserci, di divertirci. Per noi è un inizio”.
Tra le big europee e la Juve c’è la stessa distanza che esiste tra la Juve e il Napoli?
“No, il Napoli è più vicino a noi. Stiamo parlando di una squadra che ormai è nell’élite, che lotta per grandi traguardi e ha giocatori di primissimo livello”.
Negli ultimi diciotto mesi, la Juve ha battuto il Napoli tre volte e una ha pareggiato, perdendo soltanto la finale di Coppa Italia: cosa significa?
“Nulla, si tratta di periodi e situazioni diverse. Noi siamo primi e loro secondi, stanno dimostrando di essere forti. Sarà dura”.
È dura anche per lei confermarsi pur invecchiando?
“Gli anni passano per tutti. Ma mi sento allo stesso livello della stagione passata, che è stata una delle mie migliori”.
Che effetto le fa notare che in suo onore è stata rispolverata la marcatura a uomo?
“Siccome una volta era un trattamento che si riservava solamente ai numeri dieci, mi mette orgoglio: vuol dire che c’è un certa considerazione di me”.
Soltanto orgoglio o anche fastidio?
“Ma no, cerco di giocare lo stesso, vado in giro per il campo. Chi mi marca cerca di fare il suo mestiere, io il mio”.
Lei è musone di natura o si sforza di esserlo?
“In campo non si parla e non si scherza, ma si lavora. Negli spogliatoi e tutta un’altra cosa, ma quello è il mio privato. Non mi piace stare sui giornali e mi tengo volentieri l’etichetta della persona seria, riservata: l’ho voluta fortemente perché voglio starmene tranquillo, non avere troppi impegni e rimanere per conto mio. Sto benissimo così”.
Preferirebbe anche giocare senza pubblico?
“No, uno stadio pieno mi esalta”.
Ha già fatto qualche programma per il futuro?
“Nessun tipo di programma. Ragiono per obiettivi: rivincere con la Juve e puntare al Mondiale con la Nazionale”.
È anche lei dell’idea che una finale al Maracanà sia il massimo dei sogni?
“Da bambino sognavo di giocare un Mondiale e poi di vincerlo, non di farlo in Brasile. È un posto come un altro”.
Quest’estate qualcuno ha cercato di portarla via dalla Juve?
“Qualcuno mi ha detto qualcosa. Mi ha fatto piacere, vista l’età che ho. Ma ho scelto di restare. Ho ancora un anno di contratto, poi vedremo. Fin che me la sento, gioco”.
Pensa che anche Conte saprà resistere alle tentazioni?
“È un grandissimo allenatore, ma se andasse all’estero dovrebbe imparare bene la lingua per farsi capire, perché per lui comunicare è molto importante. Ma sono sicuro che si imporrebbe anche altrove: la Juve è il suo ambiente naturale, ma potrebbe funzionare ovunque”.
Cosa vi resta da fare, fino a maggio?
“Vincere lo scudetto e fare ancora due o tre passi in Champions”.
Sta segnando molto su punizione: ha forse studiato una nuova tecnica per calciarle?
“No, è solo fortuna”.