I pensieri di De Laurentiis dal ritiro di Dimaro
Direttamente dal ritiro di Dimaro, il presidentissimo azzurro ha rilasciato una tranquilla intervista ai giornalisti del Mattino, che sondano il terreno per il prossimo anno e per le aspettative che ha Aurelio stesso in questa squadra nuova e pronta forse già a lottare per lo scudetto.
De Laurentiis spende buone parole per il suo organico e soprattutto per Benitez, grande studioso del gioco e allenatore che riesce a tirare fuori il meglio da squadre anche prive di nomi altisonanti.
Presidente, le sue prime sensazioni sul nuovo Napoli?
“Positive perché c’è armonia e non c’è rigidità, sembra un ritiro tra amici. Ci sono i giovani della Primavera, i vecchi e i nuovi innesti: vedere che tutti sono collaborativi, anche se qualcuno non farà parte della nuova rosa perché dovremo essere 25 e ci saranno altri innesti dal mercato, è importante. Sono tutti impegnati in una preparazione godibile. Avere un professore come Benitez è un’esperienza bella per tutti”.
Cosa l’ha convinta di Benitez?
“Innanzitutto parla inglese, italiano e spagnolo e potrà dialogare con tutti i calciatori in modo che nessuno vada in depressione o se ne stia nell’angolo. E poi Benitez ha vinto tutto con squadre importanti ma che non erano pienissime di top player continuando poi a trionfare in società non blasonatissime anche se di prima fascia. Mi è piaciuto il fatto che sia riuscito a fare un ottimo lavoro con giocatori giusti per il suo modo di vedere il calcio e non necessariamente con delle star. È fondamentale che un allenatore si prenda le responsabilità e non le dia ai direttori sportivi o allo scouting, perché se non si conoscono i calciatori devi rimanere nel terreno italiano. Quando parli a Benitez di un calciatore, lui fa scattare la sua agenda mentale e va subito a interrogare il proprio computer. E poi ha tanti collaboratori del passato, con i quali parla ancora. Anche se non ha bisogno di grossi suggerimenti perché ha una grande conoscenza: si dovrebbe leggere il suo libro, mi piacerebbe averlo come professore di calcio”.
Fonte: www.ilmattino.it