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babu lecce

Capita di rado che la tua squadra del cuore acquisti un giocatore brasiliano e la cosa non ti faccia fare i salti di gioia. Il Brasile è da sempre la patria del calcio ed è veramente difficile pescare un atleta verdeoro che non sappia cosa fare con il pallone tra i piedi. E’ quanto capitato la scorsa settimana con la Roma, che si è assicurata probabilmente nel giro di cinque minuti Anderson Rodney de Oliveira, in arte Babu, diventato famoso in Italia grazie a Zdenek Zeman, il quale scommise ad occhi chiusi su di lui. Con questo non diciamo che Babu con il pallone non ci sappia fare, ma di certo non è abituato ai grandi palcoscenici. Verso la fine vi sveleremo il perché del suo ingaggio da parte della Roma. Torniamo a Zeman: il boemo si accorse di Babu in una competizione amichevole giocata con le giovanili della sua squadra, il Timbò, che in quell’occasione si ritrovò a giocare un torneo in Italia.

babuFROM ZERO TO HERO? – Da lì alla Salernitana il grande salto per Babu fu breve. Trovatosi quasi per caso a dare quattro calci con la sua piccolissima società amatoriale, a 21 anni il veloce attaccante carioca d’un tratto fu chiamato a giocare nel calcio professionistico italiano, ben figurando tutto sommato con la maglia della squadra granata in Serie B. Dopo due anni il giocatore passa al Venezia fornendo un apporto però modesto nel biennio vissuto in Laguna (20 presenze senza mai segnare), ma una parziale rinascita la vive nei tre anni trascorsi al Lecce, di nuovo con Zeman in panchina. Va in gol 3 volte in 15 partite in Serie A prima di infortunarsi piuttosto gravemente, e per molti questo sfortunato episodio ne ha frenato la crescita, visto che Babu qualche buon colpo lo aveva, su tutto la rapidità. Il brasiliano dunque fu messo fuorigioco dagli stop fisici già a gennaio 2005 nel suo primo campionato in Salento. Difatti non mostrerà più acuti eccezionali, tanto da finire a gennaio 2007 in prestito al Verona.

TURISTA DEL CALCIO – Altri sei mesi e Babu se ne va al Catania,babu catania che dopo un ulteriore semestre lo spedisce alla Triestina. Sembra che l’attaccante di San Paolo più di sei mesi in una squadra non riesca a stare, infatti a giugno 2008 lo tessera l’Avellino, e qui ci resta per tutta la stagione vedendo però pochissimo il campo, soltanto per 7 volte i Lupi lo lanciano nella mischia. Da lì è ancora un continuo peregrinare in Lega Pro, dapprima con l’Atletico Roma, dove in due anni viene impiegato per 46 partite diventando un giocatore importante per la squadra, per poi riprendere ad andare su e giù per l’Italia fra Latina, Pergocrema e Paganese. In tutto ciò gioca molto poco con la maglia delle sue ultime tre squadre (21 caps). E chissà cosa deve aver pensato sapendo di essere stato comprato nientemeno che dalla Roma.

babu latinaE’ FINTO – Tutti sanno comunque che si tratta di un acquisto “fantoccio”, per consentire ai giallorossi di fare spazio all’ivoriano dell’Arsenal, Gervinho, cedendo il brasiliano all’estero. L’inghippo è presto spiegato: secondo quando regolamentato dalla legge Bossi-Fini per ogni extra-comunitario che entra in Italia uno ne deve uscire, quindi i giallorossi per poter tesserare Gervinho hanno usato Babù come “pass-partout”, trovandogli una sistemazione all’estero e liberando di fatto il posto per l’arrivo dell’ivoriano dal brutto taglio di capelli. E ci sono alcuni precedenti nelle ultime stagioni, con il Napoli ad esempio che ha tesserato l’ivoriano Kevin Koffi a gennaio 2011 prestandolo subito al Siracusa e cedendolo poi a giugno dello stesso anno in via definitiva ai belgi del Bossou Dour Borinage, dove ancora gioca. Mentre a gennaio 2012 sempre gli azzurri tesserano con un contratto di 6mesi il marocchino Medhi Kabine parcheggiandolo subito al Carpi in prestito, società dove tra l’altro lo avevano prelevato. E ancora c’è la Fiorentina che aveva acquistato e subito ceduto all’estero i nigeriani Okoroji Henry ed Ibekwe. Insomma, cosa dire della carriera del nostro se non “Bah, buh…”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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