Verona-Livorno, una sfida oltre il calcio
Esistono determinate partite in cui la vittoria conta più dei tre punti, conta come rivalsa morale nei confronti degli sconfitti: l’abbiamo visto spesso nei Derby, perché quando vivi nella stessa città dei tuoi storici avversari la vittoria o la sconfitta modificano concretamente il tuo stile di vita, la differenza fra il prendere e l’essere presi in giro quotidianamente.
Fra Livorno e Verona ci sono 312 chilometri, 3 ore e 20 minuti circa in automobile, ma domenica sarà come un Derby: storicamente parlando (mettendo in chiaro che, al giorno d’oggi, entrambe le curve mantengono la loro apoliticità, almeno di facciata) possiamo inquadrare i gialloblu come tifoseria di estrema destra e gli amaranto di estrema sinistra.
A Verona il tifo è sempre stato una parte importante della vita della città: le Brigate Gialloblu sono state fondate il 30 novembre 1971, nascendo come schieramento apolitico. I primi scontri sono avvenuti nel 1973 contro tifoserie apertamente schierate come quella del Bologna, ma la vera svolta nel tifo scaligero è nel 1976, anno in cui apparve per la prima volta lo striscione delle Brigate nello Shed, la temutissima curva del Chelsea, simbolo di un’amicizia che dura ancora oggi: non è raro vedere in curva a Verona l’Union Jack. Nel corso del ventennio di vita delle BG (e dei gruppi collegati con nomi che ricordano molto l’estrema destra, come Gioventù Scaligera) quello veronese era uno dei più temuti e rispettati gruppi ultras del panorama italiano, il cui declino è cominciato nel dicembre 1986, quando i tifosi gialloblu misero in atto il “saccheggio” di Brescia, in cui andarono danneggiate circa 500 auto.
Quest’ultimo episodio ha portato ad una serie di arresti ed interventi della polizia che hanno condotto allo scioglimento del gruppo nel 1991, anno in cui le Brigate Gialloblu passano il testimone alla Curva Sud: la connotazione politica non è così marcata come nei predecessori, mantenendo comunque la fierezza e il rispetto degli “antenati”. La squadra ha avuto un grandissimo seguito anche in uno dei punti più bassi della sua storia, quando è retrocessa in Serie C nel 2007.
I gemellaggi principali del Verona, oltre quello con gli ‘Headhunters‘ del Chelsea di cui abbiamo già parlato, sono con la Fiorentina (uno dei gemellaggi più antichi d’Italia), la Sampdoria (dura da più di vent’anni) e la Triestina (che risale agli anni ’70 ed è dovuto alle convergenze politiche del tifo). C’è amicizia anche con la Lazio, gemellata anch’essa con la Triestina.
A Livorno invece il tifo organizzato è nato dopo, con la squadra labronica che è entrata nel calcio che conta soltanto di recente. La storia delle Brigate Autonome Livornesi è quindi sicuramente più breve, ma non per questo meno intensa.
Le BAL, il cui simbolo era un teschio con tibie incrociate, sono state fondate nel 1999, frutto della fusione di diversi gruppi del tifo organizzato: per onorare la data il livornese DOC, indimenticato bomber e capitano amaranto Cristiano Lucarelli ha indossato il numero 99. Caratterizzate da un’ideologia fortemente comunista, sono stati i principali promotori del “Fronte di resistenza ultras“, il cui fine era quello di contrastare le ideologie di destra all’interno delle curve italiane. Vi sono stati anche molti episodi controversi, come lo striscione inneggiante alle Foibe contro la Triestina e i fischi durante i minuti di silenzio per la strage di Nassiriya. Il gruppo è stato colpito da numerosissimi DASPO fino ad arrivare a 500 in un’unica stagione calcistica, che ha portato allo scioglimento nel 2003.
I gemellaggi principali del Livorno sono con gli “Originals” dell’AEK Atene e l’Olympique Marsiglia, da segnalare anche un’amicizia nel segno dell’antifascismo col Celtic Glasgow. Nessun gemellaggio con squadre italiane, anzi, la rivalità, oltre quella storica col Pisa, è molto accesa con moltissime squadre italiane, soprattutto con le grandi.