Rossi annienta l’Armata delle tenebre

Rossi annienta l’Armata delle tenebre

E’ il 64° minuto dell’8° giornata di serie A al Franchi di Firenze, Norberto Neto con un gran colpo di reni dice di no ad una bella punizione dal limite di Pirlo, la Juventus continua ad attaccare sebbene in vantaggio di due gol, la Fiorentina è in bambola, incapace di innescare i suoi uomini migliori, Rossi è stretto nella morsa Barzagli-Chiellini-Bonucci, Cuadrado seguito a vista da Asamoah e Borja Valero letteralmente tallonato da Pogba e Marchisio. Non c’è via d’uscita, il cielo sopra Firenze sembra farsi sempre più cupo, i quarantamila tifosi viola iniziano a percepire tangibile la sconfitta e i cori dei supporter bianconeri racchiusi nel “formaggino” si fanno sempre più alti, spinti dai colpi di “mitraglia” di Tevez e Pogba. Poi un sussulto, una vibrazione nella forza di “Lucassiana” memoria, la nebbia squarcia il velo, lo scudiero dalla faccia triste Mati Fernandez viene atterrato in area, Rizzoli indica il dischetto.

FLASHBACK Andiamo con calma, come in tutte le storie commoventi, prima del finale glorioso, è giusto gustarsi un po’ di passato, nel particolare l’iter di Pepito Rossi, il nostro novello eroe rigettato nel “passato” della sua carriera da un duplice infortunio quanto mai incubo. Il Pepito nazionale, oggi nei panni del protagonista della saga horror targata Raimi “Ash Williams”, dopo una breve esperienza in Inghilterra a Manchester sponda United nel 2006 viene mandato a Parma, allora allenato da Ranieri, chiamato al miracolo, salvare i ducali da quella che, a gennaio, sembrava una condanna inappellabile. Il “bambino” ci riesce, colleziona 9 reti in 19 apparizioni e in un colpo solo eguaglia il record di Mancini (gol alla prima stagione in Italia di un under-20) e salva il Parma, diventando al tempo stesso salvatore e uomo mercato della successiva sessione estiva di trattative. Ad avere la meglio sarà il Villareal, “l’unica squadra a credere veramente in lui” come rivelò poi il suo agente, forte di un investimento di 11 mln di Euro.

Con la maglia del sottomarino giallo Giuseppe Rossi collezionerà 192 presenze condite da 82 gol divenendo il miglior marcatore di sempre della compagine spagnola. Pepito sembra in rampa di lancio, 24 anni e un futuro da superstar, il Barcellona lo segue e lo immagina accanto a Messi, il Bayern sonda il terreno per lui, a tutte le big del campionato nostrano luccicano gli occhi al solo nominarlo, poi succede l’impensabile, è il 26 Ottobre quando al Bernabeu il Real fa a pezzi il Villareal e Pepito incontra per la prima volta il suo “Necronomicon”,  rottura del legamento crociato del ginocchio destro, ma il film horror degno di Sam Raimi non finisce qui, ed ecco allora il secondo capitolo, “La Casa 2”, o meglio il secondo infortunio, un anno dopo, al rientro sui campi da gioco, questa volta in allenamento, nuova lesione al legamento crociato e altro incontro con il libro dei morti per il nostro giovane eroe, questa volta saranno 10 i mesi di convalescenza, con il Villareal che sprofonda in serie cadetta e Rossi lasciato al suo destino, rapito del turbinio del tempo che lo rende al mondo in un’altra serie, in un altro anno, in un altro paese, pronto per il terzo capitolo della saga.

ARMATA DELLE TENEBRE A Firenze c’è una profezia di rinascita, che vede i grandi arrivati infortunati/bistrattati destinati a cambiare le cose (Baggio, Mutu). Come caduto dal cielo “Ash Rossi” si ritrova sballottato in una lotta senza tempo, da una parte i fiorentini, dall’altra gli acerrimi nemici di sempre la Juventus imbattibile e imbattuta al Franchi da 15 anni, ovvero dalla mitraglia (quella vera) di Batistuta, “l’Armata delle tenebre”. Ecco allora Rossi restaurato e coccolato presentarsi sul dischetto del rigore e trafiggere Buffon con il suo “bastone di tuono” (sinistro magico) e rianimare le speranze dei viola messi fino a quel momento all’angolo, ed è sempre lui 10 minuti più tardi a trafiggere nuovamente il non incolpevole portiere bianconero per il 2 a 2 insperato. Il Franchi è un catino degno dell’Inferno che nemmeno l’Alighieri sarebbe stato capace di pensare, la viola è in crescita sospinta da un pubblico incredibile.

Dall’altra parte l’Armata delle tenebre non si scompone, non sembra accusare il colpo e, superba come non mai (come del resto è stata a partire dalle marcature festeggiate a colpi di mitraglia), convinta di poter subissare nuovamente la viola di reti, si lancia in attacco, sbilanciata, squilibrata, ecco allora fuoriuscire il cuore fiorentino, capitan Pasqual lotta a sinistra e strappa la palla dai piedi di un supponente Pogba, Borja Valero apre a destra su Joaquin, lasciato solo da un quanto meno smemorato Chiellini, tocco sul primo palo e Buffon battuto, Firenze in delirio. Ma l’epico finale deve essere ancora raggiunto, il kolossal made in USA, o meglio made in Teaneck e cresciuto in New Jersey è chiamato a concludere la contesa; ecco allora il colpo di testa a liberare su asserragliata bianconera, Borja Valero con un colpo di esterno in drop lancia Cuadrado in contropiede, “l’ape” viola macina 60 metri di campo nemmeno fosse Bolt e scarica al centro per l’accorrente Rossi, ennesimo colpo di fucile, palla in rete, portiere battuto e “Necronomicon” annientato.

TITOLI DI CODA Firenze attendeva da 15 anni questa vittoria, da quel cross dalla sinistra di Lulù Oliveira per la testa di Batistuta, Peruzzi battuto e quell’esultanza con la  mitraglia che diventò chitarra passata alla storia. E’ stata proprio quel modo di festeggiare, la mitraglia appunto, scimmiottato sia da Tevez che da Pogba in occasione dei gol bianconeri, a risultare indigesto, chissà che non sia stata un’idea partorita dallo stesso Conte, che in un passato Juventus Fiorentina da giocatore esultò correndo alla bandierina, denunciando quindi una certa ammirazione per il “Re Leone”, mirata, perché no, a sdegnare e a prendersi gioco del pubblico. La Fiorentina ha compiuto un’impresa storica seppur non giocando per circa 70 minuti, per oltre un tempo e mezzo c’è stata una sola squadra in campo, gli uomini di Montella in tal senso non possono non dire grazie a Neto, portiere tanto bistrattato che ha salvato la sua squadra in almeno 3 occasioni. I viola hanno sfruttato al massimo gli errori individuali della Juventus sospinti da un pubblico unico, vero e proprio protagonista del pomeriggio di ieri, e dalla vena cinica di un Rossi sempre più re di Firenze. La squadra di Conte deve cospargersi il capo di cenere, la sconfitta è stata causata da amnesie difensive (Chiellini e Buffon su tutti) e da un calo di tensione notevole, una grande squadra, come noi reputiamo essere la Juventus, dovrebbe sapere che le partite durano 90 minuti, altrimenti è doveroso dover rivedere epiteti e pronostici. Quello di ieri è stato uno schiaffo, anzi un “cazzotto”, come lo stesso Conte l’ha definito, che potrebbe tornare utile per la crescita di una squadra lontana parente, nella mentalità e nella fame, di quella che ha dominato il campionato per il primo anno e mezzo. Alla viola non resta che abbracciare una vittoria “Ash Rossi style” e i conseguenti 3 punti, manna dal cielo, in attesa del ritorno di Gomez, allora le cose potranno essere viste da ben altra inquadratura.

“Dammi un po’ di zucchero, Baby”