ESCLUSIVA MDC – Marco Lollobrigida: “Thohir come Pallotta. Rossi somiglia a…”
Il prossimo turno di campionato si avvicina, sarà una giornata cruciale: nessun big match, praticamente tutte le grandi sono costrette a vincere per non rimanere indietro. A questo proposito abbiamo intervistato Marco Lollobrigida, giornalista di Rai Sport fra i più preparati sulla nostra Serie A, collaboratore del programma Zona 11, in onda dal martedì al giovedì alle 23 su Rai Sport 1.
Ciao Marco e benvenuto su Mai Dire Calcio. Parliamo della vera rivelazione di questo campionato: la Roma di Garcia lunedì è chiamata alla prova del nove, e rischia di abdicare dopo 12 giornate da capolista. E’ concreta la possibilità che i giallorossi si facciano venire il “braccino”, visto che nonostante il ruolino monstre di 32 punti su 36 disponibili si ritrovano la Juventus a 1 punto?
“Io credo che la Roma, soprattutto nella figura di Garcia, sia una squadra forte dal punto di vista mentale. In qualsiasi altro campionato, in qualsiasi altro periodo storico una squadra che fa 10 vittorie e 2 pareggi non si sarebbe mai ritrovata la seconda ad 1 punto, e questo la dice lunga sulla forza della Juventus che può contare su quello che secondo me è il più grande allenatore italiano, Antonio Conte. Penso che lunedì la Roma avrà una grande reazione in una partita storicamente difficile: due pareggi ci possono stare, ma non credo al braccino, Garcia riuscirà a dare le giuste motivazioni ai suoi giocatori“.
La Juventus sembra aver rotto gli equilibri del campionato: dopo 11 giornate appaiata con il Napoli, la vittoria allo Juventus Stadium pare averla lanciata un gradino sopra i partenopei. Il risultato maturato ha veramente denotato un gap fra le due squadre o semplicemente gli azzurri hanno sbagliato la partita?
“Il gap fra le due squadre sicuramente esiste ed è tangibile, ha ragione Benitez quando dice che la Juventus è favorita: i bianconeri, sia dal punto di vista mentale che da quello tecnico, sono superiori ai partenopei. Le mancanze del Napoli si vedono soprattutto nel pacchetto arretrato, e l’impegno della Champions League, con un girone difficilissimo, va a pesare sui calciatori anche dal punto di vista psicologico. Ha comunque ragione Benitez quando dice che nel girone di ritorno avranno tutti i big match in casa, dopo averle giocate quasi tutte in trasferta, ma bisogna fare attenzione ad un’altra statistica: contro le prime due gli azzurri hanno subito 5 gol segnandone 0, e questo è un dato negativo che non può essere ignorato“.
Molto bella la stagione della Fiorentina: nonostante l’assenza del colpo di mercato Mario Gomez i viola si sono aggrappati a Rossi, che ha raggiunto Cristiano Ronaldo e Diego Costa, terzo giocatore nei maggiori campionati europei in doppia cifra. Ti ricorda particolarmente un giocatore del passato?
“Così piccolino eppure così forte fisicamente, ricorda un pò il suo allenatore Vincenzo Montella, ma Rossi è un giocatore nuovo, è bravissimo a fare tutto: quando la Fiorentina lo ha acquistato era una scommessa dal punto di vista fisico, non certo da quello tecnico. I viola stanno facendo un grandissimo campionato, e in altri periodi storici si sarebbero giocati il titolo. Secondo me hanno tutto per lottare per la Champions League: li vedo meglio dell’Inter perchè la rosa dal punto di vista tecnico è superiore a quella nerazzurra, e non sono inferiori al Napoli“.
Parliamo adesso del Milan: la situazione di classifica non compete al blasone del club rossonero, è una mancanza di cifra tecnica o è un problema di motivazione e organizzazione tattica della squadra?
“Il problema è più d’insieme: la situazione societaria non è rosea, e le nubi attorno ad una figura chiave come Galliani non aiutano di certo l’ambiente. Tutti esaltavano l’AD rossonero quando lo scorso anno ha portato Balotelli in rossonero pagandolo in rate da 5 anni, ma adesso mancano i centrali, che non sono adeguati agli obiettivi del Milan, anche se l’acquisto di Rami può essere importante. L’allenatore inoltre non gode della completa stima societaria, e i suoi “santi in paradiso” rischiano di andarsene: questo non aiuta a lavorare con serenità. E’ molto meno presente anche la figura del presidente Berlusconi, che era sempre stata importante per la squadra, ma comunque credo che il Milan risalirà in classifica come lo scorso anno, sebbene non penso ci sarà lo stesso livello di sudditanza arbitrale“.
Nella scorsa settimana è scoppiata la Thohir-mania: l’indonesiano è stato ospite a diversi talk show, che impressione ti ha fatto il nuovo patron nerazzurro?
“Non si può giudicare fin da subito, bisogna vedere come lavorerà. Come concetto è molto più vicino alla cordata americana della Roma che agli sceicchi che acquistano le squadre estere, che girano al largo dall’Italia: lavorerà molto sulla programmazione, pensando a ripianare il bilancio e ad alzare la cifra tecnica senza spese folli. Se devo essere sincero ero molto scettico su Pallotta, che invece ha fatto un ottimo lavoro, e quindi mi aspetto molto anche dall’indonesiano: è un personaggio positivo, ha un bel sorriso ed è una persona molto educata“.
Berardi, Keita, Kovacic, Iturbe, Livaja: oltre a Pogba, ormai giocatore affermato, quale talento under 20 della nostra Serie A ti ha colpito maggiormente?
“Mi piace molto Kovacic: nonostante Mazzarri abbia la fama di allenatore che fa giocare poco i giovani, sono convinto che il croato stupirà. Può giocare in qualsiasi ruolo del centrocampo, ed è una pedina tatticamente importante, che saprà ritagliarsi il suo spazio. Per quanto riguarda Pogba fa un pò effetto parlare di under 20: il ragazzo ha la personalità del veterano, e a pagare la sua esplosione è stato Claudio Marchisio, uno che era definito il capitano del futuro alla Juventus. Quando metti in ombra un calciatore come Marchisio e sei titolare nella Francia è difficile parlare di te come under 20“.
Chiudiamo con la lotta salvezza: dopo 12 giornate riusciamo ad avere un quadro più preciso. Chi è che rischia di più in chiave retrocessione?
“Non è una domanda semplice: il Sassuolo, anche se ha pareggiato all’Olimpico, non credo che riuscirà a reggere fino a fine stagione, mentre mi preoccupa molto il Chievo, che non sembra avere la cattiveria delle scorse stagioni. Sannino, un mister molto preparato dal punto di vista tattico, ha riscontrato molte difficoltà, e per questo credo che il Chievo quest’anno sarà molto in difficoltà. Penso che invece alla fine il Bologna riuscirà a salvarsi, perchè ha un ottimo allenatore e calciatori in grado di risolvere la partita con una giocata. Anche per la Sampdoria non sarà semplice, perchè la dirigenza non ha fatto investimenti in linea con la storia societaria e la cifra tecnica non è delle più alte, dubito che Mihajlovic riesca a fare miracoli“.