Sicurezza negli stadi: nuove proposte contro vecchi interessi

Sicurezza negli stadi: nuove proposte contro vecchi interessi

curva sud roma

Il 12 dicembre scorso avevamo lasciato la “task force” del Viminale all’opera sulla questione della sicurezza negli stadi. A capo del gruppo di lavoro c’era il prefetto Vincenzo Panico, capo della segreteria del dipartimento di Pubblica sicurezza, che in questi tre mesi ha coordinato il lavoro di diverse personalità interessate, più o meno direttamente, all’argomento: il presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, Pasquale Ciullo, Giovanni Panebianco (presidenza del consiglio, ufficio per lo sport), Rosaria D’Errico (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori), il colonnello Mario Cinque (Arma generale dei Carabinieri), il colonnello Giovanni Padula (comando generale Guardia di finanza), il direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini, il dg della Lega di Serie A Marco Brunelli, il dg della Lega di Serie B, Paolo Bedin e il dg della Lega Pro, Francesco Ghirelli.

Nella giornata di ieri si sono sentite le prime parole e le prime impressioni riguardo al progetto specifico sulla sicurezza negli stadi, il quale prevede adempimenti e procedure nuove che verrano sperimentate a partire dalla prossima stagione. Si sta parlando di “innovazioni” che dovrebbero portare ad una maggiore “partecipazione popolare”, attraverso una messa in ordine e in sicurezza dei nostri stadi: dal lato del ticketing sarà introdotta la possibilità di acquistare i biglietti online anche last second, sarà possibile per i tifosi ospiti trovare i biglietti anche il giorno stesso del match (attendiamo con ansia spiegazioni su come questo sarà compatibile con la tessera del tifoso); dal lato più logistico si tenterà una maggiore segmentazione dei settori, in modo da isolare più facilmente i tifosi che si rendono protagonisti di azioni che nel corso di questa stagione hanno costretto alla chiusura del settore intero (ma chi ha detto che i facinorosi si troveranno tutti nello stesso mini-settore?); gli steward saranno sottoposti ad una formazione più ferrea (con la speranza che questi corsi permetteranno allo steward italiano di intascare più dei 6-8€ l’ora mediamente percepiti oggi) e sarà introdotta una figura nei club che ricoprirà lo specifico ruolo di interfaccia tra società e tifosi, anche quelle più dure, dicono.

Dense di entusiasmo le parole dei pezzi forti della politica e dello sport nostrani: “Adesso si passa ai fatti. Ho firmato una direttiva che verrà inviata ai prefetti e ai questori per rendere operative una serie di decisioni. Il punto fondamentale per noi è garantire la sicurezza negli stadi senza che questa sicurezza tolga nulla alla partecipazione popolare o complichi la vita a chi vuole andare a vedere la partita“, dice Angelino Alfano. Ancora più entusiasta il presidente del CONI Giovanni Malagò: “Siamo di fronte a una rivoluzione culturale. Non dovremmo chiamarla più tessera del tifoso ma tessera dello sportivo: servirà a facilitare, non a vietare“. Non sono da meno Beretta, presidente della Lega di Serie A, e Abete, presidente della FIGC, che parlano di “enormi passi avanti per rispondere a esigenze reali“.

Le proposte sono tutte più o meno interessanti, restano però parecchi dubbi sulla reale volontà delle istituzioni del calcio riguardo al problema-tifosi. Si fatica a credere alle parole “maggiore partecipazione popolare” quando i prezzi dei biglietti sono in costante aumento, in controtendenza con le sempre più accessibili pay tv (fonte principale di ricavo delle società di calcio, non dimentichiamolo mai). Il conflitto di interesse tra riempire gli stadi e riempire i divani (e di conseguenza le casse di Sky e Mediaset) è palese; le politiche degli ultimi anni, dalla tessera del tifoso, con tutte le sue implicazioni tra divieti e difficoltà di diversa natura, alla norma-farsa sulla discriminazione territoriale, che complicano ogni aspetto della vita del tifoso (e parliamo anche del tifoso “onesto e pulito”, quello antirazzista, che la tessera del tifoso non la fa per scelta e in curva ci va per amore della squadra), non sono certo politiche che vanno in direzione degli stadi. Sperando in un cambiamento di rotta, la sensazione è che invece la tendenza continuerà ad essere la stessa: e la capienza di Juventus Stadium e (del progetto) dello Stadio della Roma, parlano chiaro.