Fabio Fognini, orgogliosi di sedere dalla parte del torto
Negli ultimi mesi, uno sport nobile e importante come il tennis, sta avendo (finalmente) la risonanza che merita. Gli italiani, propriamente quelli che i veri appassionati amano chiamare “gli occasionali”, sono soliti avvicinarsi ad uno sport, che non sia il calcio, solo nel momento in cui qualche eroe, o eroina, portano qualche bel trofeo nella penisola. Se già da qualche anno, le ragazze del tennis avevano permesso a molti (occasionali) di trascorrere diversamente le domeniche pomeriggio guardando le finali, sempre vincenti, di Fed Cup, era continuato a mancare l’apporto dei maschietti, quasi mai protagonisti.
IL FOGNA REGNA – Lo scorso luglio però Fabio Fognini, ragazzo ligure classe ’87, aveva deciso di girare la vite e portare a casa in poco più di due settimane due Atp consecutivi, prima a Stoccarda e poi ad Amburgo, portando per una volta alla ribalta anche il tennis maschile. Dopo un inizio di 2014 non particolarmente brillante, la perla è arrivata un paio di settimane fa con la vittoria in Coppa Davis contro Andy Murray, con conseguente passaggio del turno in semifinale, traguardo che gli azzurri fallivano dal 1998. Se poi in mezzo ci mettiamo anche un love-story con la bella del tennis femminile, Flavia Pennetta, il buon Fabio aveva veramente attirato su di sé l’attenzione anche dei più distratti.
IL FOGNA FURIOSO – Non abbiamo ancora accennato però il caratteraccio di Fognini che, memore delle imprese del mito McEnroe, passa spesso e volentieri metà delle sue partite a discutere in maniera plateale con giudici di linea, avversari e anche pubblico. Tra i tanti siparietti divertenti, indimenticabile uno a Wimbledon, due giorni fa sullo storico rosso di Montecarlo il sanremese ha oltrepassato quello sottile riga che separa il “funny dal crazy”, apostrofando a microfoni aperti il padre, l’arbitro, gli spettatori e il mondo intero. Alla fine è arrivata la sconfitta contro Tsonga, con un umiliante 6-0 nell’ultimo set con soli 4 punti portati a referto.
VOLTIAMO PAGINA – La stessa stampa che lo aveva osannato fino a pochi giorni prima, ha subito provveduto a innalzare una gogna mediatica contro il ragazzo, reo comunque di un comportamento poco edificante. Come spesso ci capita, proviamo ad andare controcorrente e prendiamo perciò le parti di Fognini, clamorosamente fischiato dal pubblico azzurro corsa a “sostenerlo” nel principato. Se dopo anni di anonimato si è tornati a parlare di tennis maschile italiano anche in Europa lo dobbiamo quasi esclusivamente a questo estroso ragazzo. La tempra di un campione passa anche da questi incidenti di percorso. Adesso bisogna voltare pagina e guardare al futuro, e fra 3 settimane si va a Roma, tutti a tifare il Fogna Fognini.