La Masia, simbolo e sicurezza del mondo blaugrana
La parola che tranquillizza ogni tifoso del Barcelona: la Masia
L’FC Barcellona non conosceva il gusto amaro della sconfitta da tanto tanto tempo. In una settimana l’eliminazione ai quarti della Champions League ad opera dell’Atletico Madrid di Simeone, dopo 7 anni di dominio assoluto nel calcio mondiale, la sconfitta, questa volta a Granada con probabile addio alla Liga e infine la vittoria del Real Madrid della Copa del Rey proprio contro i blaugrana. Un mini ciclo devastante per una delle squadre più forti nella storia del calcio, capace di creare un nuovo modo di gestire le partite e di dominare il gioco. Possesso palla continuo, lento e costante, verticalizzazioni improvvise, triangolazioni ossessive, una nuova filosofia di stampo tutto blaugrana, il famoso Tiki-Taka, e costruito con tanti tasselli proveniente da La Masia. Ma cos’è La Masia? E’ la parola che tranquillizza ogni tifoso della capitale della Catalunya anche dopo una sconfitta cocente, la magia che spazza via ogni dubbio dopo un’eliminazione e che assicura un futuro roseo ad una squadra che probabilmente ha appena chiuso un ciclo epico ma che è pronta a ripartire più forte di prima. La Masia, una struttura straordinaria che merita di essere analizzata.
COLTIVARE LA PASSIONE DALLE FONDAMENTA
Immaginate una grande struttura di formazione frequentata negli anni da Amor, Guardiola, Sergi, De la Pena, Puyol, Xavi, Gabri, Reina, Victor Valdes, Gerard, Piqué, Iniesta, Busquets, Fabregas, Pedro e Messi (e questa è solo una parte dei nomi più conosciuti) basata sullo studio, sull’educazione e sul gioco del calcio. Questa è La Masia inaugurata nel 1966 e vicino al leggendario Camp Nou. 601 metri quadrati, cinque piani e dieci milioni di euro investiti per permettere a tanti ragazzini di coltivare il sogno di diventare calciatori. Un percorso, un tragitto per apprendere fin dai primi anni il concetto di gruppo, di squadra e di responsabilità con un unico motore, la passione per questo sport. Per capire meglio il mondo de La Masia Xavi che tempo fa in un’intervista dichiarò: “Quando sono arrivato avevo 11 anni e sono entrato fin da subito nello spirito del club. La cosa più importante quando si comincia un percorso è la voglia di imparare, il risultato passa in secondo piano. Ci insegnavano le triangolazioni e il modo per portare avanti il pallone. E’ così che ho preso alcune buone abitudini, come cogliere i punti di forza dei miei compagni e giocare sempre a testa alta. Otto o nove giocatori della prima squadra del Barcellona arrivano dalle giovanili, basta questo a spiegare tutto. Una buona squadra si costruisce sempre partendo dalle fondamenta”.
PRIMA IL DOVERE POI IL PIACERE
Ma come si entra in questa vera e propria scuola e com’è la giornata tipo di un canterano? Ogni anno centinaia e centinaia di promesse fin dai 6 anni eseguono dei provini tecnici per assicurarsi un posto nel programma de La Masia. Ci sono circa 60 residenti ogni anno ma spesso vengono offerti altri posti letto attorno allo stadio. Numerosi scout vengono mandati in giro per la Spagna e per il mondo a scovare talenti da coltivare e svezzare. Ma una volta entrati niente scherzi. La giornata tipo per ogni singolo ragazzo prevede: sveglia alle 7 e colazione, scuola dalle 8 alle 13,30, pranzo, riposo, compiti e dalle 19 alle 21 gli allenamenti. Insomma prima il dovere e poi il piacere. Ci sono anche delle regole da rispettare per focalizzare l’attenzione sulla possibilità offerta e sulla strada che questi ragazzi potrebbero intraprendere. Nessun tatuaggio, piercing o tintura di capelli fino ai 18 anni e ovviamente al bando alcool e sigarette. Inoltre a tavola non sono ammessi i telefonini e quindi social network invasivi. Altra caratteristica da sottolineare è la possibilità di disporre di tutor per l’aiuto nei compiti e una squadra di medici e sanitari per la salute dei ragazzi.
E ALLA BASE C’E’ LA QUALITA’
Cementato il gruppo con esperienze condivise e lunga convivenza in grado di assicurare un feeling superiore rispetto al 90% delle squadre giovanili e che assicurano devozione e gratificazione da parte degli stessi giocatori (v. Piqué e soprattutto Fabregas tornato da Londra perché il club è nel suo DNA), l’altro elemento che differenzia il Barcellona dalle altre società sono i metodi di allenamento. Il Barcellona ha puntato sul bel calcio votato all’attacco e tutti i suoi talenti fin dall’età di 8/9 anni hanno questa mentalità. Gli allenatori insegnano le stesse tattiche della prima squadra, cercano di lavorare sulla tecnica di ogni singolo giocatore soprattutto quelli dotati di meno fisicità cercando di superare quest’ostacolo con un tocco o un passaggio geniale, un po’ come accade all’illusionista Iniesta. Una contrapposizione netta rispetto alle scuole inglesi e italiane dove un ragazzo di piccola taglia come Messi sarebbe stato scartato per limiti fisici.
Campi di calcio, residenze, sale giochi e scuole: insomma fin quando La Masia continuerà a lavorare con questa efficacia ed efficienza il Barcellona avrà un futuro roseo. Sempre puntando al gruppo e alla qualità, elementi fondamentali per assicurare bel gioco e successi.