Pacchi Mondiali: Guivarch, il centravanti titolare campione a Francia ’98 con zero gol
“Come gioca Del Piero” disse non molti anni fa l’immortale Maurizio Mosca. “Perché gioca Guivarch” esclamò stupita qualche annetto prima tutta la Francia al solo leggere il nome di Stephan Guivarc’h nel 1998 (che si scrive “Guivarc’h” a dirla tutta ma fa niente) tra i convocati dell’allora ct della Nazionale, Aimez Jacquet, per i Mondiali del 1998. Mondiali che proprio la Francia vinse, e quindi Guivarch è passato alla storia a tutti gli effetti come un campione del mondo, nonostante pare aver fatto di tutto per non darlo a vedere. Nato il 6 settembre 1970 a Concarneau, nell’estremo nord-ovest dell’Esagono, cominciò a tirare calci al pallone nella vicina Brest dando il là alla sua carriera, decisamente specchio riflesso di un bagaglio tecnico troppo modesto per poter far parte di una Nazionale che poi finirà col vincere i Mondiali.
BREST CHE E’ TARDI – Da Brest il prode Guivarch passa al Guingamp nel 1991, restandoci per quattro anni e precedendo in maglia rouge et noir l’ex milanista Jean-Pierre Papin, il quale sarà di passaggio da quelle parti con le 9 presenze racimolate nel 1998 ormai al termine della carriera. E’ un periodo felice per il biondo ragazzone che di professione fa l’attaccante di sfondamento: i gol effettivamente arrivano ed al termine della sua buona esperienza al Guigamp ne arriverà a contare 68 in 110 presenze, stabilendo un’ottima media di 0,6 reti per gara. Certo, il campionato di riferimento è quello francese dove non è che fino all’altro ieri giocassero dei fulmini di guerra e come capita anche oggi, appena sboccia un campione ecco che subito viene colto dai grandi club esteri. Sostanzialmente la Ligue 1 si può classificare dal punto di vista cronologico come “avanti Ibra” e “dopo Ibra”…e prima dello svedese la media generale faceva riferimento a gente proprio come Guivarch…
EPPUR SEGNAVA – Guivarch comunque il suo bello quanto inaspettato titolo di campione di Francia lo vince nel 1995, alla prima stagione in forza all’Auxerre e contro ogni pronostico possibile ed immaginabile. In quella squadra c’erano tanti gregari, qualche totem ed un paio di elementi dai piedi buoni: il portiere era Charbonnier, in difesa c’era proprio lui, Laurent Blanc, poi Alain Goma, un appena 21enne Taribo West, un ancor giovane Sabri Lamouchi, l’attaccante ex Bordeaux Lilian Laslandes (il Pippo Maniero di Francia) ed il misconosciuto Bernard Diomède (una sorta di Ibrahim Ba del Liverpool di inizio anni 2000). Ma solo 3 reti in 23 apparizioni, delle quali parecchie furono spezzoni di gara, convinsero il club biancoazzurro oggi caduto in disgrazia (retrocesso l’anno scorso in Ligue 2, ha centrato ora per il rotto della cuffia la salvezza dalla terza divisione) lo spedì senza troppi rimpianti al vicino Rennes: qui nel 1996-97 fece suo a mani basse il titolo di capocannoniere con ben 22 gol e l’Auxerre nella stagione successiva se lo riprese. Guivarch ripagò tanta fiducia con uno score simili, 21 realizzazioni in 32 match giocati. E qui comincia la seconda fase della sua carriera, che lo porterà verso una discesa inarrestabile.
BIDONE MONDIALE – I Mondiali di Francia ’98 hanno segnato in maniera davvero beffarda il destino di Guivarch, titolare a tutti gli effetti di quella squadra che annoverava tra le sue fila Barthez e l’estroso Lama in porta, Thuram, Blanc, Desailly, Candela, Lizarazu e Leboeuf in difesa, Deschamps, Boghossian, Zidane, Karembeu, Pires, Vieira, Petit a centrocampo, mentre in attacco spiccavano i giovani rampanti Henry e Trezeguet, l’elegante Djorkaeff oltre che il grezzo Dugarry. Guivarch in tutto ciò giocava, complessivamente è sceso in campo in quella Coppa del Mondo in 6 delle 14 volte in cui ha indossato la maglia dei Bleus, ma non ha mai segnato. Il che ha la sua risonanza certamente non positiva se fai parte della squadra vincitrice. Al Newcastle credono che sia solo un caso e così lo acquistano dall’Auxerre per 8 miliardi di lire Ma lì nel nord dell’Inghilterra l’unico titolo che arriverà sarà quello di peggior attaccante di sempre nella storia della Premier League: al St James’ Park Guivarch si farà vedere in solo 4 occasioni (segnerà pure un gol) prima di lasciare il club assieme all’esonerato manager Kenny Dalglish.
TURISTAS – Guivarch se ne va un pò più su, in Scozia ai Rangers Glasgow che negli anni ’90 compravano un pò chiunque (l’ex Vicenza Björklund, il portiere tedesco “così così” Klos, chioma bionda Caniggia, il vescovile Kančel’skis…). E lui era perfetto, fatto a misura di Rangers: infatti anche qui poche partite e pochi gol (5 in 14 match giocati, comunque bene in media) ma a fine stagione arriva nonostante tutto il triplete con campionato, Coppa di Lega e Coppa di Scozia. Guivarch però non si sente a suo agio e quella ai Rangers sarà solo una parentesi: l’anno successivo ci sarà il suo secondo ritorno all’Auxerre con cui chiuderà bene ma in una dimensione più che modesta la carriera (25 gol in 60 partite dal 1999 al 2001) prima degli ultimissimi calci di nuovo al Guingamp, con cui segnerà un solo gol, l’ultimo della sua storia calcistica sul campo. Oggi Guivarch è tornato finalmente a casa ed allena una squadra amatoriale bretone. Del poco invidiabile titolo di peggior attaccante di tutti i tempi in Premier League (per fortuna solo dal 1992, anno di istituzione del torneo nella sua formula attuale) Guivarch ha detto qualche tempo fa: “Non mi interessano gli attributi dati da certa stampa e che fanno riferimento solo alle cose negative. La gente non ricorda che giocai solo 4 partite, di cui 2 da titolare, e segnai un gol al Liverpool. Mister Dalglish venne esonerato dopo un mese, al suo posto arrivò in panchina Ruud Gullit che più che un allenatore sembrava un turista: si faceva vedere agli allenamenti solo due volte a settimana, il resto del tempo lo passava in Olanda ad amoreggiare”.
“Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris”. Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai. Ce lo chiediamo tutti, Guivarch.