Mattia De Sciglio: “Seedorf avrebbe dovuto ascoltarci”
Mattia De Sciglio ha rilasciato una lunga intervista a Sportweek a pochi giorni dal debutto ai Mondiali in Brasile. Tanti i temi toccati: dalla sua stagione al rapporto con Seedorf fino agli obiettivi fissati per il futuro.
«Seedorf avrebbe dovuto ascoltarci di più per cercare un trait d’union tra le sue esigenze legate al lavoro e la vita di spogliatoio. Noi però avremmo dovuto fare di più sul camo, ma come con lui anche con Allegri. Non è mancato l’impegno, bensì la concentrazione. E’ vero che Seedorf non si è trovato d’accordo con alcuni e nonostante i confronti le posizioni sono rimaste diverse su cose di campo e non solo. Inzaghi darà entusiasmo e voglia con una nuova idea di gioco»
MONDIALI – «Il Mondiale è un punto di partenza, alla mia età non potrebbe essere altrimenti, il contrario sarebbe deleterio per me stesso. Il viaggio in Brasile sgnifica raggiungere un traguardo che mi ero imposto a inizio stagione, dopo la Confederations Cup. Sono contento di essere al Mondiale nonostante tutti gli infortuni. Voglio far vedere che non sono un giocatore involuto come ho letto da qualche parte, non ho avuto il rendimento dell’annata precedente ma solo per gli infortuni, E’ dura fermarsi un mese e riprendere, giocare e poi fermarsi ancora. Mi è mancata solo la continuità, sono sicuro delle mie qualità. Ruolo? Mi diverto di più a stare a sinistra perché ho più alternative.. A estra sono più limitato nei movimenti e nelle varianti di gioco».
MATURITA’ – «Ho capito di essere diventato un giocatore vero due anni fa quando Allegri mi chiamò assieme a Valoti per il ritiro col Milan e ho avuto l’occasione di allenarmi con Gattuso, Nesta e altri big. L’ultima mia stagione ha influenzato il valore di mercato ma non voglio andare via, spero e mi auguro di restare al Milan perché sopno di Milano e sono cresciuto in uno dei migliori club al mondo. Ho resistito a molte tentazioni finora, ne ho visti di coetanei buttarsi via i soldi per macchinoni o gioielli e discoteche tutte le sere, finisce che uno non c’è più con la testa. Io coi miei guadagni ho comprato casa a Milano. I miei mi hanno sempre lasciato libero di scegliere tra calcio e studio, a loro importava solo la mia felicità. Io mi sono diplomato al Turistico e non escludo un giorno di poter fare l’università».