Cerci, Immobile e Insigne: “prospettive alternative” anche per l’Italia di Prandelli?
Dopo le spente prestazioni contro l’Irlanda ed il Lussemburgo, ciò che è risaltato in maniera più immediata agli occhi di tutti con l’amichevole dell’Italia contro la Fluminense sono i 5 gol realizzati. Al netto dei palesi errori individuali che ci possono sempre stare in una formazione non particolarmente rodata, in un clima non abituale e con la tensione di dover dimostrare al c.t. di essere all’altezza della situazione, il reparto offensivo è sicuramente quello che ha dato più risposte a Prandelli dal punto di vista dei movimenti e, soprattutto, della finalizzazione. Insigne, Cerci ed Immobile, pur essendo stati autori di un ottimo campionato in Serie A, partivano e forse partono tutt’ora indietro nella griglia di partenza che Prandelli ha in mente, ma dopo questa prestazione forse il commissario tecnico sta iniziando a farsi qualche domanda, analizzando con attenzione il rendimento che il giovane trio potrebbe avere se schierato con continuità durante il Mondiale e le conseguenze che potrebbe comportare lasciare in panchina “mostri sacri” come Balotelli e Cassano. Proviamo ad entrare nella testa di Prandelli, ed analizziamo anche noi possibili pro e contro di una scelta così “coraggiosa”.
PRO- Partendo da un mero discorso di modulo, è innegabile che l’Italia abbia mostrato le migliori prestazioni quando schierata con i 3 attaccanti. La superiorità numerica sulle fasce è un valore aggiunto a cui non si può rinunciare viste le caratteristiche dei terzini, ma diventa un problema nel momento in cui gli attaccanti esterni in fase di possesso non hanno le caratteristiche per puntare l’uomo, come dimostrato da Marchisio nella gara contro il Lussemburgo. Insigne e Cerci, giocatori rapidi in grado di saltare l’avversario, calciare verso la porta e con la visione di gioco necessaria per poter rifinire l’azione al meglio, sono forse le pedine ideali per interpretare questo modulo, considerando anche lo spirito di sacrificio (specialmente di Insigne) nel rientrare sulla linea dei centrocampisti e formare il 4-5-1 in fase di non possesso. Immobile è una punta moderna, in grado venire incontro al centrocampista per fungere da perno dell’attacco ma capace anche di tagliare velocemente alle spalle della linea avversaria, come più volte dimostrato nell’ultimo match. L’intesa tra i tre giocatori è più che collaudata e, avendo i due esterni già giocato in passato con Immobile, è molto più facile per loro intuirne i movimenti e servirlo con i tempi giusti. Fare a meno della classe di Balotelli e le qualità di Cassano potrebbe essere un azzardo, ma vista la manovra compassata della squadra con loro in campo a confronto con la frizzante e tagliente velocità del terribile trio, questa possibilità dovrebbe essere più che un’opzione. Aggiungete a questi tre giocatori l’abilità balistica di Pirlo ed una solidità difensiva maggiore con Barzagli/Chiellini al posto di Paletta/Ranocchia, ed ecco che l’Italia potrebbe diventare un’imprevedibile outsider, in grado di resistere difensivamente e capace di colpire l’avversario in qualsiasi momento.
CONTRO- Sicuramente Insigne, Immobile e Cerci non hanno un’esperienza personale ed internazionale tale da poter riporre in loro tutte le speranze per una competizione all’altezza. Cassano e Balotelli, nelle partite che contano, possono reggere alla pressione con maggiore personalità, sentire meno la tensione per abitudine a giocare match di livello e poter esprimere con più naturalezza le loro grandi qualità tecniche. Giocatori come quelli del trio possono essere utili anche uscendo dalla panchina, mentre gli altri due hanno di sicuro bisogno di più tempo per entrare in partita, prendere le misure all’avversario ed essere determinanti. Inoltre è difficile puntare su idee di gioco poco collaudate, anche se si sono dimostrate forse le più efficaci fino a questo momento: il Mondiale è una competizione breve composta da partite secche, in situazioni come queste l’esperienza può avere un valore aggiunto rispetto a freschezza e spregiudicatezza.
I grattacapi non sono pochi per Cesare Prandelli ed una scelta piuttosto che un’altra potrebbe cambiare gli equilibri per il Mondiale della nazionale italiana. Considerando che Balotelli non ha le qualità di Immobile nell’attaccare la profondità e che Cassano potrebbe non rendere al meglio in fase di non possesso come attaccante esterno, è evidente che la scelta del modulo peserà molto sulla decisione sui giocatori migliori per poterlo interpretare. La “tradizione” Prandelliana spingerebbe verso le due punte, ma siamo certi che la qualità offerta dal “terribile trio” abbia portato il c.t. ad riconsiderare alcune sue convinzioni. Vedere l’Italia con questo tridente d’assalto è dunque possibile, a patto che Prandelli abbia lo stesso coraggio e la spregiudicatezza dei tre attaccanti nel prendere la difficile decisione di schierarli in campo dal primo minuto.