Pronti via è già il Milan di Pippo Inzaghi…e di El Shaarawy
Dopo un’estate tribolata fatta di una sconfitta dopo l’altra nelle amichevoli e di una campagna rafforzamenti criticata da più parti, il Milan non stecca il debutto davanti al proprio pubblico imponendosi per 3-1 sulla Lazio. La squadra di Inzaghi ha messo in campo tutto ciò che il tecnico aveva preannunciato nei suoi primi 50 giorni di lavoro; agonismo ,voglia di sacrificarsi per il compagno e spirito di gruppo. Elementi che si intersecano e si uniscono alle questioni tecniche. Con l’assenza forzata di Pazzini, Inzaghi si è affidato in avanti a tre giocatori di estro come Honda, Menez e El Shaarawy, senza dare un punto di riferimento fisso ai macchinosi centrali biancocelesti Cana e De Vrji. Scelta vincente perchè in particolare il Faraone ha messo in difficoltà a ripetizione la retroguardia avversaria con progressioni degne del migliore El Shaarawy, che con la partita di ieri sembra essere tornato quello di un anno e mezzo fa. E non è un caso che proprio da una sua ripartenza nasca l’azione del primo gol rossonero firmato da Keisuke Honda. Anche al giapponese sembra aver giovato la cura Inzaghi, dimostrando un passo completamente diverso rispetto ai suoi primi mesi al Milan costellati da dubbi e incertezze sul suo reale valore. La chiarezza poi dell’atteggiamento tattico imposto con umiltà, e saggezza, da Inzaghi ha fatto il resto; in una formazione povera di palleggiatori a centrocampo, il Milan non aveva la forza di condurre il gioco, per questo il pallino è stato lasciato alla Lazio per poi sfruttare gli eventuali spazi lasciati dagli ospiti. Così ogni giocatore del Milan sapeva cosa doveva e poteva fare in campo per essere utile alla causa. E in questo scenario anche i nuovo innesti provenienti dal mercato hanno dota prova di affidabilità.
Un avvio incoraggiante quello del Milan, soprattutto dopo una stagione tribolata tra cambi in panchina e vicissitudini societarie che avevano reso l’ambiente rossonero una polveriera a tutti i livelli. Pippo Inzaghi quindi ha avuto il merito di puntare non solo sulla voglia di rivalsa dei giocatori, ma di tutto un ambiente scosso ma voglioso di ritornare ad avere delle soddisfazioni dopo un anno di umiliazioni.