Russia 2018, si pensa al boicottaggio e c’è un precedente
Con la difficile situazione internazionale vissuta tra Russia ed Ucraina e la conseguente crisi attribuita al comportamento belligerante del presidente federale russo Vladimir Putin, l’Europa del calcio starebbe valutando la possibilità di boicottare l’edizione 2018 dei Mondiali, da tempo assegnata proprio alla Russia, con l’intenzione di attuare un cambio di sede che appare tutt’altro che scontato.
IL CAVILLO – Ad intervenire potrebbe essere anche la FIFA, la quale contesta alla Federcalcio russa l’inglobamento giudicato irregolare nel proprio torneo nazionale di tre squadre che militavano fino ad un anno fa nel campionato ucraino. Si tratta di Sebastopoli, Zhemchuzhina Yalta e Simferopoli, che risiedono tutte nella Crimea, regione al centro del conflitto tra Russia ed Ucraina.
ERA GIA’ SUCCESSO – Lo statuto della stessa FIFA vieta mosse simili a meno che non ci siano i permessi da parte delle federcalcio interessate, cose che naturalmente non è avvenuta. Si attendono sviluppi in merito ed in caso di clamorosa riassegnazione dei Mondiali entrerebbero in gioco Paesi che hanno ospitato una delle recenti edizioni, come capitato al Messico che fu sede della Coppa del Mondo nel 1970 e, per problemi legati all’allora situazione politica, anche nel 1986 al posto della Colombia.
LE SMENTITE – Va controcorrente però Sepp Blatter che, almeno sulle prime, si dimostra cauto: “Un cambio di sede per i Mondiali del 2018 non è al momento al vaglio e la candidatura della Russia non è in discussione“. Gli fa eco Mario Pescante, membro italiano del CIO: “Lo sport unisce i popoli ed i Paesi, non vogliamo che si ripeta quanto successo alle Olimpiadi del 1980“. La Russia ospitò allora la manifestazione che vide le defezioni per protesta di USA, Cina ed altri Paesi a causa delle ingerenze politiche dei padroni di casa, mentre altre nazioni come Italia e Francia presero parte ai giochi ma senza vessilli ed inni nazionali, presentandosi con la bandiera del CIO.