@Mdc, Giorgio Crico:” Derby simbolo della crisi del calcio italiano, dall’Olanda occhio a Zivkovic”
All’interno della nostra trasmissione settimanale del mercoledì, “Chi ha fatto palo?” on air sulle frequenze di Radio Baiano, è intervenuto in diretta Giorgio Crico, redattore per Passione Inter e Mondopallone, creatore del portale Echeion e admin della pagina Andonio Gonde. Con lui abbiamo parlato di Derby, di Eredivisie e di giovani campioni che stanno emergendo nel campionato olandese.
Partiamo subito dal derby: da Pirlo a Muntari, da Corso a Kuzmanovic. Cosa è cambiato negli anni oltre al livello degli effettivi in campo?
Le rose di Milan ed Inter sono quelle che sono, il simbolo più evidente della crisi del calcio italiano e dei suoi grandi problemi finanziari. I giocatori che oggi sono titolari, fino a cinque anni fa avrebbero faticato ad apparire tra le seconde linee, questo è un dato di fatto.
Nonostante tutto il derby è stato molto pompato dal punto di vista mediatico ed ha avuto il suo ritorno economico con un tutto esaurito allo stadio con annesso record di incassi.
Si è partiti con la pubblicizzazione con ampio anticipo, più di una settimana di clima derby grazie anche ad una collaborazione con Twitter Italia. Sotto questo punto di vista è stato un discreto successo, si temeva che lo stadio andasse deserto e invece era pieno. Va anche detto che tendenzialmente San Siro si riempie sempre quando si parla di derby, che sia una finale di Champions o un ottavo di Coppa Italia ed anche in questa occasione non è stato da meno.
Quanto è stato importante il ritorno di Mancini in questo senso?
Forse sanno in pochi che la campagna abbonamenti dell’Inter è ancora aperta, questo a causa degli agghiaccianti risultati estivi. Nonostante tutto l’arrivo di Mancini non dovrebbe portare più di due/tremila abbonati in più, il suo impatto si è avuto principalmente sulla mentalità dei tifosi e non sul loro afflusso allo stadio. Il motivo è semplicemente che la squadra rimane la stessa: non era un granchè prima e non è un granchè adesso con Mancini.
A livello tattico cosa è cambiato con il nuovo tecnico?
Mancini ha provato la difesa a tre pochissime volte nella sua carriera, così come molti dei difensori presenti in rosa in questo momento. Ci sono anche giocatori come Campagnaro che hanno giocato sempre a tre, ma nel complesso la maggioranza dei giocatori del reparto arretrato tende a preferire la linea a quattro rispetto a quella a tre. In questo momento si sta cercando il giusto assetto e penso che il 4-3-3 sia stata una mossa fatta appositamente per affrontare il Milan.
Come vedi Kovacic nel ruolo di esterno?
Kovacic esterno? Male male… è un giocatore che ha bisogno di due cose per rendere bene: la possibilità di poter correre palla al piede ed un ampia fetta di campo per individuare gli spazi e provare la giocata. Sulla fascia può correre ma non ha lo spazio. Esistono casi di calciatori che hanno cambiato modo di giocare anche dopo i 20 anni ma per il momento vedo Kovacic davvero spaesato in quel ruolo. Un esempio può essere David Silva che da trequartista è diventato una formidabile ala, ma si tratta di un giocatore completamente diverso sia tatticamente che nel repertorio di giocate che può mostrare.
Parliamo di Eredivisie: cosa sai dirci sul talento dell’Ajax Ricardo Kishna?
Kishna è un esterno mancino classe ’95 che ha dimostrato di poter giocare tranquillamente in prima squadra. Lo scorso anno De Boer l’ha utilizzato come arma da impiegare a partita in corso o nel finale di match ma in questa stagione sta giocando spesso da titolare, anche per l’assenza di Viktor Fischer che tornerà solo a gennaio. Domenica ha giocato una grande partita ma al momento ha ancora alti e bassi: ha una tecnica incredibile, un grande spunto nello stretto, ma è ancora un pò immaturo.
Restando sulla questione giovani, c’è qualche giocatore in Eredivisie magari passato sotto traccia di cui sentiremo parlare in futuro?
Per rimanere in casa Ajax parlerei di Richairo Zivkovic. E’ un giocatore molto giovane ed è un potenziale fenomeno, l’anno scorso e due anni fa al Groningen, squadra che ha fatto esplodere Robben e ha visto affermarsi Suarez, ha iniziato a far vedere cose interessanti. Quest’anno è passato all’Ajax e De Boer ha iniziato a farlo giocare principalmente nella primavera che, dopo la riforma del campionato olandese, gioca in serie B. Lì sta facendo sfracelli, in Olanda ne parlano benissimo ma De Boer non lo vede ancora pronto per la prima squadra. Prima punta atipica, rapido e tecnico, un bel mischiotto etnico dal nome caraibico e cognome di origine serba.
Si parla molto ultimamente di altri due giocatori dell’Ajax, Klaassen e Milik.
Milik è una scommessa mezza vinta dall’Ajax: Sigthorsson sarebbe dovuto partire, si parlava anche di Eto’o all’Ajax ma alla fine si è rimasti così ed è arrivato il polacco per completare il reparto. E’ giovane ma già con una buona esperienza in Germania, bisogna vedere come finirà la stagione per poter parlare di prospettiva. Klaassen lo scorso anno è stato il capocannoniere della squadra, ma questo dato è relativo poichè all’Ajax segnano sempre un po’ tutti. E’ un giocatore fortissimo tecnicamente ma forse è ancora presto per lasciare l’Olanda ed affrontare le pressioni di un top club europeo.