Armando Frigo, il giocatore della Fiorentina che si offrì ai nazisti per salvare i suoi uomini

Armando Frigo, il giocatore della Fiorentina che si offrì ai nazisti per salvare i suoi uomini

 

Questa storia ai piu’ non dirà niente, e soprattutto, di questi tempi sembrerà assai strana.

Siamo in Italia, è il 1939, quando la Fiorentina vince la Coppa Italia, trascinata dal mediano Armando Frigo. Nato a Clinton in Indiana, il 5 agosto del 1927, da emigrati italiani. La vita statunitense dura poco perchè all’età di otto anni torna in patria. La famiglia si trasferisce a Vicenza, dove inizia a giocare a calcio, militando nella squadra cittadina.L’esordio tra i professionisti arriva nel 1935, quando entra in campo nella partita di Serie B fra Vicenza e Cremonese. Dopo cinque stagioni di alto livello, c’è la chiamata della Fiorentina, che lo fa esordire il 15 ottobre dell’39 nella serie maggiore. Nello stesso anno arriva la prestigiosa vittoria della Coppa Italia con la vittoria in finale sul Genoa.

Frigo alla fine del campionato si porta a casa il bottino di 5 reti in  21 presenze. I due anni successivi, a causa dei continui bombardamenti , non furono ad alto livello. ma il nativo di Clinton, si rese comunque protagonista. Nel ’42 passa allo Spezia, e arriva l’arruolamento nell’esercito. In uno dei suoi tanti viaggi  in treno per Vicenza, infatti, scorge un  giovane soldato, senza una gamba, persa durante gli scontri bellici. Armando viene scosso, e non ce la fa a rimanere inerme,  decidendo di arruolarsi volontariamente come ufficiale del regio esercito. Dopo l’addestramento viene mandato in Croazia con la  Divisione di fanteria “Emilia”. Combatte insieme ai suoi uomini fino all’armistizio dell’8 settembre del ’43, quando, i tedeschi decidono di vendicarsi con i traditori. La Divisione “Emilia” si trova bloccata tra i Balcani, con i cannoni nazisti che bombardano incessantemente le loro postazione.Le truppe resistono eroicamente fino a che la carenza di armamenti si fa evidente, e decidono di arrendersi. Armando e gli altri ufficiali, vengono, quindi ,fucilati. Il loro sacrificio non fu vano, dato che il giocatore e gli altri ufficiali si offrirono ai nemici senza nascondere i gradi, in modo tale da salvare tutti i componenti della divisione. Così 71 anni fa moriva un giovane ex calciatore 26enne,che, fino alla fine dei suoi giorni, teneva in tasca un santino della madonna di Monte Berico e la tessera della Fiorentina.

Una storia, che, come molte di eroi che sono morti per il nostro paese, non può essere dimenticata.