Roma, dove è finito Iturbe? Rimpianto a Verona, ormai un caso nella Capitale
Capita a tutti, figurarsi a un ragazzo di appena ventun’anni, catapultato di colpo in una realtà a lui sconosciuta con la quale fare i conti non è sempre facile. Capita soprattutto quando, a schiacciarti, è soprattutto il peso di una valutazione stratosferica per quella che è l’attuale situazione del calcio italiano: 28,5 milioni di euro. Juan Manuel Iturbe, da quando è arrivato a Roma, non è più lo stesso; certamente non è più il fenomeno che avevamo ammirato l’anno scorso a Verona dove, alla sua prima stagione in serie A, era stato decisivo con 8 reti e 4 assist.
Paradosso Iturbe: discusso a Roma, rimpianto a Verona. Ambito sin dalla scorsa stagione dai migliori club europei, sembrava destinato alla Juventus di Antonio Conte, suo grande estimatore; ma proprio l’impasse seguito al divorzio tra lui e la vecchia Signora, ha lasciato strada libera alla Roma di Walter Sabatini che lo ha regalato a Rudi Garcia, nonostante l’altissima valutazione. Convinto della bontà dell’affare, Iturbe è arrivato nella Capitale con i migliori auspici, andando a formare assieme a Totti e Gervinho un tridente letale. Purtoppo però le cose non sono andate nel verso giusto e oggi Iturbe rappresenta per la Roma un caso spinoso da risolvere in fretta.
Eppure la stagione del “Messi Guaranì” era cominciata bene, con la rete segnata al Cska Mosca nell’esordio casalingo in Champions League; ma proprio in quella partita, è arrivato il primo stop muscolare che lo ha costretto a fermarsi. Tornato protagonista nella sfida scudetto alla Juventus, segnando il primo e unico gol fino ad ora in questo campionato, Iturbe pareva destinato a riprendersi il suo posto da titolare nell’undici di Garcia. Da qual momento in avanti dell’Iturbe formato extralarge si sono perse le tracce; anche a Verona aveva dimostrato di non essere ancora un giocatore maturo e continuo, vista anche la sua giovane età, ma a Roma le sue difficoltà in questo senso si sono ingigantite. La pressione e le aspettative dell’ambiente, oltre che l’agguerrita concorrenza, lo hanno costretto a guardare le successive gare dalla panchina; l’esplosione di Ljajic e la duttilità di Florenzi, hanno convinto Garcia a rinunciare sistematicamente negli ultimi tempi al suo talento. Non è andata meglio negli scampoli di gara che Garcia gli ha concesso, dove Iturbe non è sembrato determinato e cinico il giusto, nel tentativo di mettere in difficoltà il proprio allenatore.
Anche nella gara di ieri sera contro il Milan, nonostante la non brillante prova dei giallorossi, altri 90′ in panchina, con Garcia che gli ha preferito ancora una volta Ljajic. Tempi duri insomma per il giocatore più pagato dalla proprietà americana, nella storia secondo soltanto a Batistuta; la sensazione è che, per recuperare posizioni nelle gerarchie del tecnico francese, Iturbe dovrà scrollarsi di dosso questi primi mesi di ambientamento in una realtà profondamente diversa da quelle a cui era abituato, per ritrovare brillantezza e convinzione nei propri mezzi. In questo senso, il ruolo di staff tecnico e società, diventa fondamentale: la Roma non può permettersi di perdere per strada un sicuro talento, oltre che bruciare il grosso investimento fatto in estate. In fondo, il modo di giocare della Roma non è poi tanto diverso da quello del Verona di Mandorlini, dove con le sue fulminee ripartenze, Iturbe ha mostrato il meglio del suo repertorio; le similitudini con il passato però finiscono qui, vista la presenza nella Roma di tanti grandi giocatori con i quali è imprescindibile trovare l’intesa giusta. Il suo inserimento nell’oliato sistema di gioco di Garcia, bruscamente interrotto dall’infortunio, dovrà essere perciò essere graduale; del resto anche lo stesso Ljajic aveva trovato non poche difficoltà nel corso della stagione scorsa, prima di esplodere definitivamente in quella in corso. La sosta natalizia dovrà restituire ai giallorossi il vero Iturbe, visto che Gervinho mancherà perchè impegnato con la Coppa d’Africa; l’appuntamento per l’argentino sarà di quelli da non fallire, data anche l’importanza del giocatore ivoriano negli schemi della Roma. Un occasione propizia per riscattarsi e dimostrare di aver compiuto il salto di qualità.
Quale dunque il vero Iturbe? Quello fenomenale di Verona, o la sua brutta copia in giallorosso?