Genoa, è finito l’incantesimo? Pazza Inter, così non vai lontano
La 16a giornata di Serie A non potrà essere di certo ricordata come anonima: tra gol, emozioni e classifica mutata, l’ultimo turno prima della pausa per le vacanze ha riservato tante sorprese, sollevato qualche interrogativo, sottolineato molti concetti.
L’inedito giovedì di campionato ha consegnato agli archivi un’altra vittoria della Juventus, che si libera in maniera decisamente poco difficoltosa del Cagliari. Tevez certezza, sprazzi di un Vidal che sembrava perduto. Ma anche un turnover ragionato, che permetterà ad Allegri di beneficiare dei suoi uomini chiave a Doha. Il regalo arrivato dopo Roma-Milan non può che caricare ulteriormente l’ambiente bianconero in vista della Supercoppa, un trofeo forse con poco appeal ma che in questo momento può significare davvero molto. Situazione molto diversa in casa Cagliari, dove l’esaltazione per il progetto Zeman sta iniziando pian piano a svanire: il boemo aspetta da ormai 4 giorni una presa di posizione della sua società in difesa del suo operato. Rassicurazioni che, probabilmente, non arriveranno: il silenzio della proprietà testimonia, forse, la volontà di sondare il terreno con altri allenatori. C’è anche da dire che Zeman ha dovuto fare a meno per molte giornate di uomini chiave e funzionali al suo progetto (un nome su tutti, Sau), e la cosa non gli ha certamente facilitato la vita. Momenti decisivi per lui a Cagliari, ma nell’ambiente girano persino voci di dimissioni. Non se la passa tanto meglio il Parma, battuto al San Paolo da un Napoli tornato ad esprimere un discreto calcio nonostante il corposo turnover. Zapata continua a convincere e vederlo in campo a Doha potrebbe non essere utopico. Benitez in partita secca è forse uno dei migliori allenatori del mondo, e il Napoli dovrà cercare di sfruttare tutte le sue qualità in ripartenza e sulle fasce d’attacco per poter far male ai Campioni d’Italia. Donadoni invece vive nel caos: la società è ancora ai dettagli per la cessione, i calciatori paiono sfiduciati e i risultati, ovviamente, non arrivano. Basterà il mercato di Gennaio per rimettere le cose a posto?
Prima parte del sabato che vede protagonista due “piccole” con diverse ambizioni: il Sassuolo con potenzialità da Europa League, il Cesena con necessità di salvezza (per ora ancora lontana). Ne esce fuori un pari che scontenta entrambe, ma che fa di certo più piacere agli ospiti. Di Carlo avrà senz’altro bisogno di qualche innesto a Gennaio per cercare di raggiungere la salvezza, mentre Di Francesco non vede di certo rovinare il suo lavoro da un pari casalingo. La scena si è poi spostata all’Olimpico per Roma-Milan: giallorossi impacciati e poco concreti, sia nelle occasioni che nel gioco. Il Milan fa anche più di quanto preventivato alla vigilia, trascinato da un Menez che fa praticamente reparto da solo (e Torres si mette le mani nei capelli). Inzaghi raccoglie così 4 punti tra Roma e Napoli, 2a e 3a forza della Serie A: un bottino niente male, soprattutto per le speranze di Europa che a Milanello coltivano senz’altro. Garcia vede invece aumentare il distacco dalla Juventus e deve gestire il caso Iturbe, giocatore comprato a suon di milioni quest’estate e quasi mai integrato negli schemi di squadra.
Mezzogiorno di fuoco a Verona questa domenica: al Bentegodi è di scena il Derby. Lo vince il Chievo grazie a Paloschi, lo perde il Verona soprattutto per via di alcune scelte di Mandorlini (Martic titolare, la sostituzione inspiegabile di Toni). Maran, allenatore validissimo, ha fatto scelte antipatiche e ha aizzato molti malumori, ma i fatti gli stanno dando ragione ed il Chievo è ora tra le squadre più in forma della lotta salvezza. Se a Verona la partita si può definire, con un termine tecnico, bruttina, a Bergamo ha regnato lo spettacolo: il Palermo sembra averla chiusa, beneficiando del talento di Franco “El Mudo” Vazquez, pezzo da 90 del prossimo mercato di Giugno: un assist e due gol, la seconda rete in particolare da cineteca con un soffice quanto incisivo pallonetto dai 20 metri col mancino. Ma il leone ferito non abdica pur in sofferenza, ed è stato allora German “El Tanque” Denis a ritrovare la via del gol e regalare un insperato pari alla sua squadra, che forse avrà carenze tecniche ma che non smette di mollare praticamente mai. Due argentini al servizio di piazze italiane che vogliono crescere, sognare, riscattarsi e affermarsi. Altro Derby di giornata è stato quello toscano tra Fiorentina ed Empoli: padroni di casa avanti ma incapaci di chiudere la gara, l’Empoli ne esce alla grande con la solita maestria sui piazzati e con un gruppo fenomenale. La neopromossa, con un gruppo composto quasi unicamente da giovani e un allenatore meraviglioso come Sarri, è forse la vera grande sorpresa di stagione in proporzione al valore della rosa. Al contrario, forse la più grande delusione risulta essere proprio la Fiorentina, ormai l’ombra della compagine che nella prima stagione dell’Era Montella incantava su ogni campo di A. Pari con gol anche a Marassi, dove Sampdoria e Udinese si dividono la posta in palio. Stramaccioni riesce parzialmente a migliorare il negativo rendimento esterno della sua squadra, padroni di casa salvati da un Gabbiadini all’ultimo gol con la maglia blucerchiata: qualora si concretizzasse il passaggio al Napoli, il ragazzo avrà certamente modo di mostrare alla Serie A di che pasta è fatto. Anche la Genova rossoblu non ride: il Torino batte 2-1 la squadra di Gasperini con un Glik ispirato autore di una doppia firma che infligge il secondo ko di fila al Genoa. La squalifica di Perotti potrà essere sicuramente un fattore per il futuro, resta però da capire se quello dei rossoblu sia stato un fuoco di paglia o se l’incendio è destinato a non essere spento. A chiudere la giornata il match tra Inter e Lazio, di sicuro non per cuori deboli. Le squadre si spartiscono gli ultimi punti del 2014 con due tempi double face: nel primo Lazio dominante, con un Felipe Anderson che finalmente inizia a vedere benissimo la porta. Nel secondo grande orgoglio dell’Inter, che nonostante i mezzi tecnici raffazzonati e un Icardi mai così poco ispirato agguanto un pareggio che sembra impossibile da portare a casa. Un pari, quello di San Siro, che ha ricordato a molti tifosi quanto sia ancora Pazza Inter. Ma è davvero un bene? Può solo l’orgoglio bastare per rialzare la testa? La fortuna aiuta gli audaci ma è una ruota, e gira spesso. Mancini non è il Salvatore della Patria, e avrà bisogno di giocatori funzionali al suo credo tattico per cercare di ridare all’Inter quel lustro svaniti negli anni post Mourinho.
Claudio Agave Segui @ClAgaTVOV