Stagione 2014/2015, il pagellone dei primi sei mesi di Serie A

Stagione 2014/2015, il pagellone dei primi sei mesi di Serie A

ferrero

Dal 1 luglio al 27 dicembre, il pagellone dei primi 6 mesi della nuova stagione calcistica: tante cose negative e qualche nota lieta in questo inizio di stagione 2014/2015. Andiamo a rivederle insieme, classificandole idealmente in una scala di voti da 0 a 10 mentre sfogliamo il nostro album dei ricordi.

Voto 0, le polemiche su Juventus-Roma, Calciopoli, annessi e connessi. Basta. Avete stancato: Totti attacca la Juve, Nedved attacca Totti, Pallotta predica calma (nel deserto) e Garcia ne parla ancora dopo due mesi. Agnelli parla di Scudetti di cartone, l’Inter risponde piccata. Basta. Avete stancato: a noi piace il calcio, non le polemiche sterili.

Voto 1, Fernando Torres. Come i gol segnati dal “vero” nueve spagnolo: l’infortunio, una partita intrigante contro l’Empoli (che ha portato all’unico gol stagionale) e poi un tunnel di prestazioni orrende sfociate nella reiterata panchina. Inzaghi non ha più pazienza, l’Atletico pare aspettarlo a braccia aperte: fine annunciata di un’avventura mai decollata.

Voto 2, la situazione in casa Parma. Come al solito in Italia siamo abituati al circo dell’assurdo, tanto assurdo da passare una settimana senza sapere chi fosse il presidente dei ducali. Giocatori non stipendiati, ultimo posto in classifica: serve un miracolo per rimettersi in carreggiata.

Voto 3, il pubblico della Supercoppa. 3 come i milioni di euro incassati per la disputa della finale a Doha, 13.000 gli spettatori presenti (oggettivamente una miseria rispetto ad un’ipotetica finale giocata all’Olimpico). Bastano 3 milioni di euro a supplire alla tristissima mancanza di tifo?

Voto 4, la gestione in casa Inter. Mazzarri ha senz’altro le sue colpe e magari è stato l’uomo sbagliato al posto sbagliato al momento sbagliato, ma le sue qualità come tecnico non possono essere calpestate così. Certo, se in estate gli avessero chiesto chi preferisse fra Medel e Podolski (vicino ad essere il primo colpo del Mancini-bis) secondo voi cosa avrebbe risposto?

Voto 5, la Champions della Roma. Come i punti fatti, la miseria di 5 dopo aver messo in discesa un girone complicatissimo: i favori del pronostico non erano per la squadra di Garcia, ma è assurdo come la Roma abbia prima accartocciato e poi gettato via la qualificazione dopo essersi spianata meritatamente la strada.

Voto 6, l’Italia di Antonio Conte. Bene dal punto di vista dei risultati, benino dal punto di vista del gioco, assurda la polemica sugli stage. E’ assurdo pensare di togliere alle cinque squadre di Europa League calciatori una settimana prima dei sedicesimi, pretestuoso chiedere alla Juventus di cedere praticamente tutta la difesa titolare in vista del delicato ottavo col Borussia, una chimera pensare che PSG e Borussia cedano i loro giocatori senza esserne obbligati.

Voto 7, il Milan di Inzaghi e l’Empoli di Sarri. Il contrasto fra Inzaghi e Sarri: da una parte l’ex calciatore lanciato in prima squadra dopo due anni di primavera, dall’altra l’uomo della gavetta, entrambi autori di una prima parte di campionato da ricordare. Inzaghi ha convinto riportando un entusiasmo che era ormai scemato in casa Milan, magari giocando da provinciale ma sempre alla ricerca della vittoria, Sarri ha dimostrato che è possibile incantare anche con una piccola, veleggiando verso una salvezza insperata a luglio.

Voto 8, il ciclone Massimo Ferrero. Personaggio positivo o negativo a seconda dei punti di vista, è innegabile che i risultati raggiunti dalla sua Sampdoria siano oltre ogni aspettativa. In tribuna, col suo fare un po’ bambino un po’ “caciarone” ogni domenica ci ricorda che il calcio, prima di tutto, è un gioco, e che magari nella vita qualche volta ci si può anche prendere poco sul serio.

Voto 9, l’entrata in punta di piedi di Allegri. Probabilmente neanche il più ottimista degli juventini avrebbe pensato ad una gestione così intelligente da parte del gruppo di Max Allegri. La definizione migliore è appunto intelligente: arrivato in punta di piedi ha capito il modulo di Conte, ha studiato le caratteristiche dei giocatori e poi li ha riadattati alla sua idea di calcio. Un colpo da maestro, un voto in meno per la sconfitta in Supercoppa.

Voto 10, lo spettacolo della Supercoppa (in campo). Spesso si parla di calcio italiano poco divertente per un osservatore esterno (e come dar torto a chi porta questa tesi), ma Juventus-Napoli è stata l’esatto contrario: 90 minuti di grande intensità, molte occasioni, i supplementari, due doppiette griffate dai due fuoriclasse, il trofeo risolto al diciottesimo rigore: per una volta, a vincere è stato il calcio.

di Andrea Martelli