Da Don Rodrigo a Don Abbondio, la metamorfosi di Palacio
Le statistiche rispetto alla scorsa stagione sono impietose: che fine ha fatto Rodrigo Palacio? A questo punto della stagione lo scorso anno aveva messo a segno 9 reti, quest’anno soltanto una.
Chi fine ha fatto Rodrigo Palacio? L’impressione è che non ci sia dal punto di vista mentale ancora prima della non eccellente condizione fisica: il salvagente che ha tenuto a galla la prima Inter di Mazzarri pare essersi impietosamente sgonfiato. Non è solo il gol a mancare, ma la prestazione nella sua totalità: il guizzo, la giocata nello stretto che mette il compagno in condizione di segnare o crea la superiorità numerica, è soprattutto questo che è mancato all’Inter.
Se l’apporto in termini strettamente numerici è stato parzialmente coperto da Icardi (8 reti contro le 9 di Palacio a questo punto dell’anno), il 9 argentino non ha le qualità per garantire il guizzo che manca: eccellente finalizzatore e bravissimo nel cercare la profondità, ma carente nel trovare la giocata per creare superiorità. Così tutto il peso si sposta sulle spalle del classe ’94 Kovacic, genio a intermittenza, al quale manca solamente la continuità per entrare nello status di fuoriclasse: in un centrocampo dove la qualità è poca la dove non è totalmente assente (vedi Medel) il peso della responsabilità su un ragazzo così giovane rischia di essere soffocante.
L’Inter ha bisogno come il pane di recuperare il calciatore che si è meritato la convocazione in una Nazionale strabordante di talento come quella albiceleste, perché Kovacic, gioiello di questa squadra, possa avere un appoggio che parli la sua stessa lingua: il battesimo del primo gol stagionale è arrivato proprio prima di Natale, l’augurio è che il suo inizio di 2015 sia in crescendo rispetto a questo amaro finale di 2014.