Paolo Montero, leggendario difensore della Juventus, ha raccontato alcuni retroscena della propria vita calcistica e non solo ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. Ecco le sue dichiarazioni:
Bergamo – “Prendevo la macchina e con mio papà andavo a Milano a vedere Baresi. Era un animale, mai visto guidare una difesa così: fortissimo. A inizio stagione, subito Milan-Atalanta, ho chiesto la maglia a Baresi, lui mi ha addirittura chiesto la mia. L’umiltà è tutto. Stavo andando a Milano per firmare quando mi chiamò Lippi. Niente Inter”.
Lippi e Ancelotti – “Super entrambi. Trattavano tutti allo stesso modo, Zidane come il magazziniere. Io vedevo Lippi che diceva qualcosa a Ferrara e pensavo: “Questo mi massacra”. Il pazzo coi capelli bianchi è incredibile: è andato in Cina, non conosceva nessuno ma ha vinto tutto. E’ evidente che hanno un dono: il carisma. Anche Simeone ha qualcosa del genere”.
Conte e Ferrara – “Non è facile allenare i tuoi ex compagni. Io e Ciro stavamo in camera insieme, passavamo ore a capire come marcare gli avversari. Bangsbo, il danese che lavorava con Lippi, ci passava i dvd e noi li guardavamo. Ora i ragazzi stanno al cellulare e giocano alla PlayStation. Io alla Juve in ritiro la staccavo: volevo parlare di calcio“.
Chiellini – “La reazione non mi è piaciuta. Se fai entrate dure, non ti puoi lamentare quando succede a te. Ai miei tempi picchiavano più gli attaccanti dei difensori. Contro Casiraghi era un incubo”.
Napoli – “Una volta sono andato a mangiare con Lavezzi a Napoli. Impossibile. Il cameriere si siede a parlare e io dopo 40 minuti gli dico “Pocho, avvisa il cameriere che ho fame”. Lui è uscito col cappuccio dalla cucina, mentre la gente aspettava fuori: a Napoli sono fantastici ma io non durerei un’ora e mezza. Non so come ha fatto Maradona”.
I migliori uruguaiani -“Ruben Sosa, Francescoli e Suarez”.
Prossimi fenomeni: “Jonathan Rodriguez, appena preso dal Benfica. Una prima punta, deve solo imparare a muoversi. Poi Gimenez dell’Atletico Madrid, sarà il difensore uruguaiano più forte degli ultimi 25 anni. Poi Nandez, il capitano. Gioca nel Peñarol”.
Futuro – “Vorrei allenare in Italia. Io penso al calcio ogni momento. Per me lo spogliatoio è la famiglia. Io e Pesso siamo opposti: lui è sempre stato tutto per la famiglia. Non uscivamo insieme perché io non esco con gente sana, però è un amico”.