Astori, la scommessa del Napoli: ecco perché in azzurro può tornare ad alti livelli

Davide Astori arriva al Napoli con grande voglia di riscatto, per tornare quello di un tempo. Ecco perché l’impresa pare assolutamente alla portata.
Quella appena trascorsa non è stata di certo una stagione facile per Davide Astori: nonostante le tante presenze in campo in una Roma che ha giocato la Champions League ed è finita seconda in campionato l’ex difensore del Cagliari non è mai stato assoluto protagonista ma, anzi, spesso si è evidenziato soltanto per alcuni svarioni difensivi che sono costati gol subiti e punti persi ai giallorossi. Specie per queste mancanze il calciatore non è stato riscattato dal club capitolino, venendo così rispedito in Sardegna. Ci ha però pensato il Napoli a riportarlo immediatamente nei piani alti come rinforzo per la difesa. Un rinforzo che alcuni addetti ai lavori hanno in parte accolto con accettazione e in parte rigettato: certo è che per Davide Astori la stagione che si profila in tinte azzurre potrebbe rappresentare un viatico fondamentale per il proseguimento della sua carriera.
Nonostante le difficoltà dell’annata appena trascorsa è necessario ricordare come Astori abbia comunque collezionato 29 presenze con la squadra di Garcia, siglando anche un gol (dubbio ma decisivo) ad Udine in campionato. Scelto da Sarri come centrale mancino nel 4-3-1- 2 o 4-3-3, in vista anche della quasi sicura cessione di Britos (che sia al Watford o ad un altro club), Astori possiede una buona tecnica di base che, abbinata ad un gioco aereo di tutto rispetto, lo rende un difensore teoricamente completo. Presumibilmente Astori si trasferisce a Napoli per giocare titolare e cercare così di mantenere la Nazionale: per lui con Conte C.T. sono state 3 le presenze, tra amichevoli e gare ufficiali, prima ancora ha fatto parte per anni dell’Italia di Prandelli. In maniera maligna si potrebbe pensare che Astori non possa rappresentare un rinforzo valido per una difesa come quella del Napoli bramosa di stabilità e qualità, in virtù della già citata stagione precedente. Ci sono però dei piccoli segnali che potrebbero suggerire una buona riuscita dell’investimento.
In primis proprio la scelta della piazza: Napoli ha bisogno di riscatto e appartenenza dopo una stagione buttata via più per propri demeriti che per exploit altrui. Lo stesso riscatto di cui necessita Astori dopo un paio di stagioni al di sotto delle aspettative ed una mancata conferma in un top club italiano. La seconda considerazione sembra quasi paradossale ma è giusto sentenziare come sarà fondamentale e decisivo anche l’apporto degli altri centrali per il percorso dell’ex Milan: Astori, infatti, pur avendo sempre rappresentato un prototipo di difensore discretamente moderno, non ha mai nella sua carriera avuto l’onere e l’onore di guidare egli stesso la difesa, sia per mancanza di caratteristiche in tal senso che per una possibile assenza di leadership difensiva. In una realtà come Cagliari una pecca del genere si nota ma anche no, l’anno scorso alla Roma invece tale problema è stato palese fin da subito, risultando poi essere decisivo per il crollo in zona Scudetto, con i giallorossi che non hanno saputo mai ripristinare un certo ordine difensivo dall’addio di Benatia (Manolas ci ha provato a sprazzi, senza troppa riuscita). Al Napoli invece il centrale della Nazionale potrà contare su Raul Albiol, difensore di esperienza che tra le sue qualità ha sempre posseduto quella di sapersi plasmare padre-padrone della retroguardia. Certo, anche lo spagnolo ha vissuto una stagione travagliata, ma possiede esperienza da vendere maturata con Valencia e Real Madrid ed è ormai un conoscitore sopraffino della difesa a 4: aiutandosi vicendevolmente entrambi potrebbero ottenere risultati incoraggianti. Specie Astori vedrebbe alleggerita una pressione che da anni lo perseguita per l’esplosione di talento mai avvenuta. Lo stesso Sarri si rivelerà ottimale per il contesto difensivo: l’anno scorso l’Empoli non ha peccato in tal senso e Astori potrebbe togliersi anche qualche soddisfazione sulle palle inattive, studiate in maniera più che maniacale dal neo tecnico partenopeo.
Il campo, decisore supremo, darà il suo verdetto. Ma Astori pare pronto per agguantare l’ultima chance: con una buona partenza ed un pizzico di fortuna, la speranza di rivedere il difensore che ha brillato a lungo in terra cagliaritana potrebbe essere più che concreta. D’altronde il riscatto è sempre dietro l’angolo. In questo caso, per il difensore bergamasco, a 2 ore di macchina da Roma.