Sampdoria-Vojvodina, le formazioni ufficiali: gioca Palombo dal primo minuto
Si torna a fare sul serio. Giovedì 30 luglio alle ore 21.00 allo stadio Olimpico di Torino la Sampdoria affronterà i serbi del Vojvodina, per la gara di andata del terzo turno preliminare di Europa League. Zenga opta per il 4-3-3 con Viviano tra i pali. Difesa a quattro con Cassani e Zukanovic sulle fasce, mentre la coppia dei centrali sarà formata da Palombo e Zukanovic. In mediana ci sarà Fernando con Barreto e Soriano ai lati del brasiliano. In attacco tridente composto da Eder e Krsticic ai fianchi dell’unica punta Luis Muriel.
FORMAZIONI UFFICIALI – SAMPDORIA-VOJVODINA
Sampdoria (4-3-3): Viviano, Cassani, Palombo, Silvestre, Zukanovic; Soriano, Fernando, Barreto; Eder, Muriel, Krsticic. Allenatore: Zenga
Vojvodina (4-2-3-1): Zakula; Vasilic, Pankovc, Nastic, Djuric; Sekulic, Maksimovic, Stanisavljevic, Ivanic, Puskaric, Ožegović. Allenatore: Zagorcic
TV – La partita sarà trasmessa in chiaro su Rai 2.
Le dichiarazioni di Walter Zenga alla vigilia del match: “Siamo convinti di essere pronti, altrimenti non saremmo andati in ritiro l’1 luglio. E’ un confronto che si gioca sui 180 minuti, rispettiamo moltissimo il Vojvodina, li abbiamo studiati come loro hanno studiato noi ma c’è la massima convinzione da parte nostra di poter giocare una grande partita, liberi di mente, senza assilli e con grande serietà. Il vantaggio di allenare nel 2015 è che non ci sono segreti, loro hanno visto le nostre amichevoli, verranno qui per giocare un certo tipo di partita e penso che cambieranno qualcosa. Voglio però che i miei giocatori pensino a se stessi, si esprimano al meglio delle loro possibilità e con la mente libera, solo così si può ottenere una grande prestazione. Ho allenato molte squadre nell’Est Europa, so qual è il valore per loro di queste partite, conosco la mentalità dei dirigenti, dei giocatori che vogliono mettersi in mostra e questo va oltre il reale valore qualitativo. Sono molto felice e onorato di iniziare questa mia avventura europea in una nazione dove ho avuto la fortuna di allenare, un anno a Belgrado è stato non solo una scuola importante come allenatore ma anche una scuola di vita”.