Elseid Hysaj: il mare, l’Empoli e il Napoli. Il suo destino a tinte azzurre, grazie al cuore grande di papà Gezim

Elseid Hysaj: il mare, l’Empoli e il Napoli. Il suo destino a tinte azzurre, grazie al cuore grande di papà Gezim

Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini 24/07/2015 Empoli ( Italia) Allenamenti dell'Empoli Stadio "Carlo Castellani" Nella foto:  Vincent Laurini e Elseid Hysaj Photo LaPresse - Jennifer Lorenzini 24 July 2015 Empoli ( Italy) Sport Soccer Empoli   "Carlo Castellani" Stadium  In the pic: Vincent Laurini and Elseid Hysaj
Foto LaPresse – Jennifer Lorenzini

Vedrà il mare Elseid Hysaj, affacciandosi alla finestra della sua nuova casa. Guarderà il mare e penserà a quell’ infinito spazio come punto di partenza, dal quale tutto ebbe inizio. Il mare e il marinaio, o meglio il naufrago, papà Gezim. Perché se oggi Elseid può affacciarsi alla sua finestra sull’azzurro, l’azzurro mare, l’azzurro Napoli, molto lo deve al coraggio, alla sfrontatezza, ai sacrifici e all’amore del padre. Era il 2004, quando papà Gezim decide di partire, per la seconda volta, in cerca di quella fortuna e di un sogno, per lui e per la sua famiglia, che in Albania sarebbe stato di difficile raggiungimento. Già una volta aveva visto le coste italiane, senza però poterle calpestare, poichè fu respinto indietro, proprio ad un passo dal sogno. Le guardò da lontano, sussurrando un arrivederci. E così è stato. Gezim nel 2004 quelle coste le raggiunge, le tocca, dopo un viaggio infinito, pericoloso quanto basta per mollare, ma papà Hysaj di mollare non ne voleva proprio sapere. Onde alte 6 metri, il pungente freddo invernale, 4 milioni di lire spesi per quel sogno, per un futuro migliore, che poteva anche perdersi in mare, come tanti suoi compagni di viaggio…e di sogni. L’amore di quell’uomo l’ha spinto lontano, oltre l’azzurro, lo stesso che ogni mattina Elseid osserverà dalla sua finestra sul Golfo.

Elseid che, intanto, era rimasto a casa, a Shkoder, una cittadina di 100.000 abitanti al nord dell’Albania,  tra le montagne e un lago, a ricordare che l’acqua, l’azzurro, è sempre stato nel destino degli Hysaj. Aveva ancora dieci anni, tirava i primi calci al pallone nei pulcini dello Shkoder, la squadra del paese, e viveva con mamma e nonni. Papà era in Italia, aveva ottenuto il permesso di soggiorno, ma era lontano. Non per questo, però, dimentico della sua famiglia, di suo figlio, del “sogno”.  In Italia la vita da immigrato non fu facile: se dall’altra parte dell’ azzurro i disordini e la povertà in Albania hanno spinto papà Gezim a salire su quel gommone, sulle coste dell’Adriatico non  fu tutto rose e fiori. In quegli anni Gezim povero lo è ancora, la realtà di vita precaria di un lavoratore intraprendente, ma  sottopagato, è ciò che Gezim vive quotidianamente, senza considerare  la mancanza della famiglia e la tristezza nel cuore di un uomo che, per realizzare quel sogno, fa praticamente tutto, qualsiasi lavoro, qualsivoglia impegno gli permetta di guadagnare qualche soldo per spedirlo in Albania alla moglie e al figlio, Elseid. Per garantirgli un futuro diverso dal suo, più comodo, più felice. E chi l’avrebbe mai detto che il futuro di Elseid Hysaj si sarebbe palesato in un cantiere, tra un’impalcatura e un muro da buttar giù, tra un mattone e un calcio ad un pallone.

 Già da qualche anno, infatti, papà Hysaj, era salito dalla Puglia fin su in Toscana per fare il muratore, ormai lavoro quasi fisso per uno che in quegli anni aveva fatto praticamente di tutto. Il lavoro però era poco, sempre alla ricerca di occupazione tra le colline fiorentine Gezim, fin quando i suoi occhi incrociano quelli di una signora che, in cerca di manodopera a basso costo, gli commissiona la ristrutturazione di una casa poco distante da lì. Gezim ci sa fare,  si butta a capofitto in quella che era una grande occasione al momento, ma non aveva immaginato quanto quella ristrutturazione avrebbe potuto cambiare la sua vita e ancor di più quella di suo figlio Elseid. L’abitazione in questione era di Marco Piccioli, procuratore sportivo, già agente di diversi calciatori, che prende Gezim subito in simpatia. Papà Hysaj, l’abbiamo detto, ci sa fare e costruendo mattone dopo mattone la casa ed il  suo futuro, azzarda una richiesta: “Ho un ragazzino che con il pallone ci sa fare, mio figlio Elseid. Gli vuole dare un’occhiata?”. Piccioli, spiazzato, rinvia il discorso a quando il ragazzino sarà diventato più grande, forse prendendo la domanda anche poco sul serio, inizialmente. Gezim sorride, ringrazia e conserva il numero di Piccioli. Il suo telefono squillerà quattro anni dopo, la domanda del muratore la stessa, la risposta dell’agente stavolta è positiva. Elseid parte per l’Italia, niente gommone e onde, niente freddo e acqua: un biglietto aereo comprato con i soldi spediti dal padre e l’arrivo in Toscana per riabbracciare quel guerriero di papà e conquistarsi quel futuro che Gezim gli ha servito su un piatto d’argento. Il provino arriva, nel 2008. Il giovanotto albanese impressiona gli osservatori del posto, in particolar modo quelli della Fiorentina che però, per motivi burocratici, non riescono a tesserarlo e non insistono più di tanto, una scommessa e niente più sarebbe stata. Dietro l’angolo però c’è l’Empoli che quel ragazzo l’ha osservato bene e decide di portarlo a casa, nel suo organizzato e rigoglioso settore giovanile. Non il viola della Fiorentina nel suo futuro, ma quello azzurro dell’Empoli. Guarda un po’, l’azzurro. Prima i Giovanissimi, poi gli Allievi e la Primavera, 26 le sue presenze, poi il sogno che si realizza: la prima squadra. In serie B con l’Empoli esordisce nel 2012, a 18 anni ed 8 mesi: titolare fisso, play-off e promozione sfumati. Impresa solo rimandata, perché la stagione seguente sarà quella della promozione diretta. Arriva anche l’esordio in A, ad Udine, per il terzino albanese che colleziona 36 presenze al termine della sua prima stagione in massima serie. Sempre con l’Empoli, sempre con mister Sarri: sei anni con quell’azzurro addosso, 109 presenze ed un solo allenatore nel calcio che conta per lui, quel Maurizio Sarri che tanto ha spinto per portarlo a Napoli e vestirlo di un altro azzurro, ancora più acceso. L’azzurro mare, l’azzurro Napoli.

Elseid Hysaj è un terzino, piede destro, ma che spesso si è disimpegnato, e bene, sulla corsia di sinistra. Giocatore duttile, non a caso Sarri l’ha scelto per portarlo con sè in questa sua nuova grande avventura. Hysaj è un calciatore molto fisico, sprintoso, molto dinamico e con una gran corsa. Instancabile, macina chilometri sull’out di competenza. Non male in fase difensiva, lui che i dettami del buon Sarri li ha assimilati e li conosce ormai a memoria. Bravo nelle uscite palla al piede, ha buona gamba per garantire repentine ripartenze, oltre ad avere buona visione di gioco per essere un terzino. Non male nemmeno nelle uscite difensive, dove spesso sceglie i tempi giusti trovando l’anticipo sull’avversario di turno. In fase offensiva si distingue per un buon dribbling, grande corsa e cross precisi e liftati che nella scorsa stagione hanno fatto le fortune di Maccarone all’Empoli. Dalla sua ha anche l’età, 21 anni, per un giovanotto che sembra già un esperto del mestiere, cresciuto a pane e Sarri, sacrificio e lavoro. Un giocatore che ha voglia di emergere, forse come pochi altri, con quella fame e quella voglia che gli ha inculcato papà Gezim.

Un po’ di ansia c’è stata, per una trattativa che non si riusciva proprio a chiudere. “Scogli” che sembravano ostacoli insormontabili, ma poi superati con facilità e fierezza. Per uno che ha aspettato quattro anni per quel famoso provino, che vuoi che sia qualche giorno in più di attesa? Papà Gezim con la sua saggezza, i sacrifici e l’amore, uno che ci ha saputo fare, che ha solcato il mare per assicurare al piccolo Elseid un futuro  migliore, mattone dopo mattone, sarà felice. Lui che oggi non fa più il muratore, ma possiede una piccola ditta edile. Perchè un futuro migliore lo meritava anche lui, l’eroe della famiglia Hysaj. La regola è non mollare, l’imperativo è non arrendersi mai. Dettami e pensieri fissi nella mente e nello sguardo fiero di Elseid Hysaj, che guarda il mare dalla finestra sul Golfo. Quel mare, solcato e affrontato tanti anni fa da papà Gezim. Lo stesso mare, azzurro…come il suo futuro.

(foto: Instagram)
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