Fiorentina seconda, Sousa nel segno di Trapattoni
“Essere paragonati a un grande come Trapattoni è sicuramente positivo. Spero di vincere quanto ha vinto lui“. Da un paragone al record di punti nelle prime 5 partite, 12 appunto come la Fiorentina del Trap datata 1998/99, fino allo stile di gioco. La viola di questo inizio stagione sta iniziando a convivere con la sua natura “compatta”, con buona pace del tifo e dei più critici, ridotti a “gufi”, mediaticamente parlando dei “mai contenti”; tant’è, i punti ci sono, la solidità pure, chissà allora che davvero in quel di Firenze non si possa sperare in un “revival” di quell’annata terminata poi con il 3° posto finale in campionato.
TERMINI DI PARAGONE Universi distanti anni luce accomunati, a grandi linee, dal medesimo stampo di calcio che viene praticato in campo. Reparti compatti, stretti, pronti a profondere tantissima corsa, soprattutto sulle corsie laterali, con qualche acuto importante là davanti. Paulo Sousa del resto ha studiato da Lippi, ha annusato il calcio trapattoniano ed ha potuto “tastare il polso” alla Serie A da calciatore negli anni 90 il che gli ha permesso di poter vantare già un “retaggio” di rispetto e valore che non molti allenatori stranieri, anche bravi e attesi, hanno saputo sfoderare qui da noi in avvio di stagione. In quella Fiorentina però i dislivelli erano giganteschi: superbig quali Batistuta, Edmundo e Rui Costa sorretti da una difesa arcigna e un centrocampo “filtro” dalla coperta corta; quella attuale invece presenta uno zoccolo duro, forse, di maggior spessore soprattutto sulla linea mediana del campo ma non può dirsi onnipotente in attacco come quella del Trap, solo i tre nomi precedentemente citati possono far tranquillamente “saltare la baracca”. Eppure la sensazione è che i gigliati possano davvero far bene nella nostra attuale Serie A, soprattutto guardando al “modus operandi” di vincere che ha delineato una viola cinica capace di strappare punti importanti anche su campi difficili (dopo il pari del Napoli anche la trasferta di Carpi viene rivalutata), cosa questa che non riusciva gli anni scorsi con Montella, in panchina anche grazie ad una buona dose di fortuna in più, caratteristica in cui i toscani non hanno mai spiccato.
FIORENTINA-INTER E allora sotto con il prossimo turno, in programma c’è il big match del momento Inter-Fiorentina al Meazza. Quale migliore “cartina tornasole” per capire davvero i limiti di entrambe le formazioni, con i nerazzurri e i viola che si ritrovano altissimi in classifica senza troppi patemi d’animo e con un “killer instinct” da far paura. Il tecnico portoghese avrà poco più di tre giorni per preparare “l’attacco alla vetta” contro una squadra, lei sì, simile alla Fiorentina attuale nel modo di approcciarsi alle partite, cioè giocando più sull’avversario che non con sé stessa; Sousa dovrà dare scacco al Mancio sotto il punto di vista tattico cercando di stupire il tecnico jesino soprattutto sugli out, evitando il gioco per linee centrali che potrebbe causare tantissima bagarre a metà campo, poi tra Kondogbia e Felipe Melo, meglio tralasciare. Chissà allora che, proprio come quella Fiorentina, il match contro i nerazzurri possa essere uno spartiacque della stagione, diciassette anni fa lanciò Batistuta e i suoi verso il titolo di “campioni d’inverno”, ora, un potenziale risultato positivo a Milano finirebbe per essere, al massimo, uno splendido regalo d’inizio autunno.
Stefano Mastini Follow @StefanoMastini1