Verona-Lazio 1-2, analisi e pagelle: biancocelesti di rimonta, ma che fatica
LA CHIAVE TATTICA- Gli ospiti partono dominando il campo, sfruttando in particolar modo la posizione di Milinkovic-Savic. Il serbo, agendo da trequartista nel 4-2-3-1 di Pioli, assicura prestanza fisica in attacco appoggiando la punta Djordjevic, ma soprattutto è utilissimo in fase di non possesso mettendo pressione su Viviani, fulcro del gioco della squadra di Mandorlini. Il Verona, dopo una prima fase basata sui cross al centro resa nulla dall’assenza di una punta di peso, tenta di mettere in difficoltà gli avversari pescando gli inserimenti delle mezzali. Nonostante tutto la Lazio imperversa, ma i centrali della difesa Veronese, con le buone o le cattive, riescono a difendere la porta di Rafael: se Kishna e Felipe Anderson riescono a mettere in mezzo molti palloni per il poco pressing dei terzini, Djordjevic è placcato costantemente dal duo Helander/Moras. A sbloccare il match è proprio uno dei due centrali veronesi, sugli sviluppi di una palla inattiva: la Lazio ha da recriminare la poca attenzione su una situazione estemporanea, a fronte di un tempo sostanzialmente dominato dal punto di vista del gioco. Nella ripresa i biancocelesti alzano il ritmo del pressing chiudendo gli avversari nella loro metà campo, ma continuano a non riuscire a sfondare per vie centrali. La svolta del match arriva al 61′, minuto in cui i due allenatori cambiano le carte in tavola: Mandorlini inserisce Bianchetti per Greco, passando alla difesa a tre; dall’altro lato Pioli inserisce Mauri e Keita, trasformando il modulo in un 4312. Il neo entrato è più rapido di Djordjevic e manda subito in crisi la retroguardia veronese guadagnando il rigore del pareggio. In contropiede il Verona continua a far paura con la velocità di Jankovic, Sala ed il neo entrato Wszolek, la cui scorribanda porta all’espulsione di Mauricio per doppia ammonizione, ma la Lazio tiene botta e riesce a concretizzare il dominio territoriale mostrato per larghi tratti: la punizione di Parolo toglie le castagne dal fuoco, punendo forse eccessivamente un Verona comunque gagliardo e sempre ben messo in campo.
I PROTAGONISTI- Keita ha il merito di risolvere il match, ma Milinkovic-Savic è autore di una prova eccellente in entrambe le fasi, confermandosi duttile e versatile in diverse zone del campo. Dall’altro lato Moras è un vero e proprio muro su cui vanno a sbattere le folate biancocelesti, tenendo a galla i suoi fino ai due episodi che regalano i tre punti alla squadra di Pioli.
LA GIOCATA- Lulic salta tutti sulla sinistra, palla al centro, Djordjevic a botta sicura calcia di sinistro…ma c’è Moras a sbattere la porta in faccia al laziale. Siamo solo all’inizio della ripresa ma gli assalti della Lazio sono già iniziati, con il difensore greco a confermare con un intervento miracoloso la sua prestazione da 7 in pagella.
IL MOMENTO- Al 61′ i cambi dei due allenatori cambiano il match: da un lato Mandorlini si mostra troppo rinunciatario nel coprirsi con 5 difensori, dall’altro Pioli scommette (vincendo) sulla rapidità di Keita. Il resto è storia.
IL TABELLINO
Verona-Lazio 1-2 (33′ Helander, 63′ Biglia rig., 86′ Parolo)
Verona (4-3-3) Rafael 6, Souprayen 6.5, Moras 7, Helander 6.5, Pisano 6, Hallfredsson 5.5 (77′ Matuzalem 6), Viviani 6, Greco 5.5 (61′ Bianchetti 5.5), Juanito 5.5 (55′ Wszolek 6), Sala 5.5, Jankovic 6
Lazio (4-2-3-1) Marchetti 6; Basta 6, Mauricio 5, Gentiletti 5.5, Lulic 6.5; Biglia 6.5, Parolo 6.5; Felipe Anderson 5 (82′ Hoedt sv), Milinkovic-Savic 6.5, Kishna 5.5(61′ Mauri 6); Djordjevic 5.5 (61′ Keita 6.5)