Fiorentina non mollare, sogna ad alta quota
“Mettiamo punti in cascina per l’inverno perchè fa freddo” Se lo dice Mancini è tutto un programma. La Fiorentina, in tutta risposta, si fa sentire e proprio in quel di Milano, alla scala del calcio, fa recapitare un fagotto con “porzione famiglia” di frutta al malcapitato tecnico jesino, ex di turno mai amato del tutto in quel di Firenze. Quattro gol segnati, tre punti in più in classifica e tagliando per il primo posto strappato in barba ai fantamilioni spesi dal biscione in sede di calciomercato e agli altrettanti di buco nel bilancio che Thohir apostrofa come “gonfiati”.
RIVINCITA SOUSA Non basta, a San Siro è stata la rivincita di Sousa, apparso decisamente ilare alle telecamere nel postpartita. Il tecnico della Fiorentina ha rimandato al mittente le tantissime critiche piovutegli addosso dopo le recenti uscite, su tutte il passo falso in Europa League, dimostrando (anche a colui che sta scrivendo) che il suo calcio è più che plausibile e vincente in una Serie A “mondata” dai teoremi di grandezza delle solite note, almeno in questo inizio di stagione. Ecco quindi che nel Sousa-Day, “Serie A comanda color color Fiorentina” e incorona Kalinic bomber di razza nonché acquisto da “mille e una notte” con tanto di qualità/prezzo degno dei migliori mercati azionari, altro che bolla finanziaria o spread; il tutto con il beneplacito, ben inteso, del solito portoghese, mercante nel sangue evidentemente, primo sponsor della punta croata capace di anticipare Boban e compagnia televisiva che lo definiscono “Un fenomeno”. Massimi sistemi prossimi al collasso e vincitori che riscrivono la storia con il senno del poi: messo in dubbio anche il corso Montella che, in un colpo solo, ha donato alla viola il connotato di squadra dal “passaggio facile” salvo poi vedere i frutti del suo lavoro sbocciare sotto la guida di un collega ermetico cresciuto con Trapattoni e Lippi nelle corde: “bavaglio” strappato dalla bocca dei detrattori dell’aeroplanino e tutti di corsa a gettarsi sul carro, viola, del vincitore; del resto la Fiorentina c’è, perchè negarlo?
FIORENTINA NON MOLLARE Fermarsi adesso che la corsa è appena iniziata non sarebbe un peccato quanto un suicidio. Avanti allora con l’evoluzione anche perchè ieri, per la prima volta, si è intravisto il modulo giusto da mettere in campo: quel 4-2-3-1 di europeo stampo. E’ stata schierata una coppia di centrali (Badelj e Vecino) bravi, relativamente giovani e ben assortiti con un laterale di destra come Kuba capace di blindare la fascia mettendo in campo qualità, quantità e spirito degni dei migliori filibustieri caraibici ma allo stesso tempo capace di essere un’ala scattante e un ligio interno, insomma una figura mitologica per il nostro calcio. Tanto è bastato per mettere fuorigioco l’Inter di Mancini, trasformato da condottiere senza macchia e senza paura a Linus senza la propria coperta (Jovetic) poco prima dell’avvio di partita; con il biscione spaesato a metà tra il rombo tanto odiato negli studi di Sky e il 3-5-2 di Mazzarri per un “fritto misto” finale che ha portato solo e soltanto tristezza in quel di San Siro. Davanti alla Fiorentina c’è tutta la stagione, chissà allora che i “sogni non aiutino a vivere” detto in salsa Marzullo, quello che è certo è che questa squadra sta imparando dalle critiche, in un vero e proprio rimpasto democratico, non un caso che le dichiarazioni di Della Valle puntino direttamente ai tifosi in senso positivo, forse è giunto il tempo di mettere da parte le lotte fratricide con i propri supporter e ripiegare su un sogno ad alta quota sperando che l’ebrezza faccia il resto.
Stefano Mastini Follow @StefanoMastini1