#WelcomeRefugees: un calcio al razzismo, l’Italia parte dalle serie minori
I migranti, schiera utilizzata sempre più per propaganda da una barricata o dall’altra degli schieramenti politici, sono ormai una realtà nella società odierna. Moltissime persone fuggono dalla guerra o da situazioni di povertà estrema alla ricerca di una situazione migliore negli stati europei, chiedendo asilo in tutta Europa e ricevendo trattamenti più o meno coerenti con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Nel suo piccolo il mondo dello sport si sta muovendo compatto per venire incontro a questa situazione, il razzismo è una problematica importante che non può essere nascosta come polvere sotto il tappeto della nostra coscienza. Vi avevamo già raccontato come il grande calcio si fosse mosso con alcune iniziative degne di nota, ma da molti è sottovalutato l’impatto delle piccole realtà popolari che in Italia si impegnano per favorire l’integrazione.
Nel panorama delle categorie minori della zona di Roma ci sono molte squadre impegnate in quest’ambito: nella giornata di ieri la Spartak Lidense (che farà il suo esordio in terza categoria il 17 ottobre) e l’Atletico San Lorenzo (che inizierà il campionato di seconda categoria il prossimo weekend) hanno esibito uno striscione in favore dei migranti: “Più semo, mejo stamo“. Piccole grandi realtà che ospitano nelle loro fila calciatori migranti, provenienti dal vicino centro d’accoglienza dell’Infernetto. Le due squadre non sono però le uniche sostenitrici di queste tematiche nel calcio popolare nella capitale: fra le altre, vi avevamo raccontato la storia dell’Ardita San Paolo.
La Liberi Nantes, altre squadra romana composta da rifugiati, ha avviato una collaborazione con la Roma nell’ambito del movimento Football Cares, come annunciato dal direttore generale Baldissoni: la squadra era già stata supportata dalla Sampdoria e da Samuel Eto’o, fuoriclasse camerunense già molto impegnato nella lotta al razzismo che nella scorsa stagione aveva donato la sua maglia blucerchiata.
Iniziative come queste sono sparse come piccoli gioielli in giro per l’Italia: basti pensare all’Afro Napoli United, squadra del napoletano che promuove l’integrazione, ospite nell’ultimo fine settimana alla trasmissione “Quelli che il calcio”, o al Pagi, squadra composta di soli migranti nel sassarese, che inizierà anch’essa la sua avventura fra i dilettanti in questa stagione. Il Pagi detiene un piccolo record: è la prima squadra del nostro calcio ad essere composta interamente da extracomunitari. Come ci raccontano le piccole realtà italiane l’integrazione c’è ed è possibile, basta volerla e non rigettarla.