Villarreal, la prima volta non si scorda mai: il sottomarino giallo guida la Liga
Dall’Atletico Madrid all’Atletico Madrid. Il 13 maggio 2012 i Colchoneros di Simeone vinsero 1-0 al Madrigal – goal nel finale di Falcao – e costrinsero il Villarreal alla retrocessione in Segunda Division, momento più basso degli ultimi 15 anni di storia del submarino amarillo.
In quella squadra militavano diversi giocatori oggi nel nostro campionato: Diego Lopez, passato da Siviglia prima di tornare al Real Madrid e poi accasarsi al Milan, Christian Zapata, Gonzalo Rodriguez e Borja Valero, tutti partiti quell’estate dopo il fattaccio, destinazione Fiorentina e Milan. Altri, come Mateo Musacchio, Mario Gaspar, Bruno Soriano, Jaume Costa, Manu Trigueros, rimasero anche in Segunda Division e sono stati tra i protagonisti della vittoria sull’Atletico Madrid – un altro 1-0 – che sabato ha lanciato il Villarreal in testa alla Liga per la prima volta nella storia.
Il Villarreal ha passato solamente 16 dei suoi 92 anni di storia in Primera Division, eppure il club della provincia di Castellon ha avuto dei picchi clamorosi – due partecipazioni alla Champions League, di cui una conclusasi a 11 metri dalla finale – e ha lanciato un numero consistente di talenti che oggi fanno le fortune di altre squadre. Però mai, nelle 16 stagioni passate nella massima divisione spagnola, il sottomarino giallo ha provato l’ebbrezza di guardare il resto della truppa dall’alto del primo posto in classifica.
La vittoria contro l’Atletico Madrid del grande ex Luciano Vietto, arrivata curiosamente grazie ad una rete di Leo Baptistao, attaccante di proprietà dei Colchoneros, è stata la partita numero 576 del Villarreal in Liga, e ha reso la squadra di Marcelino Garcia Toral – prima volta anche per lui – il 40° club a comandare la classifica per almeno una giornata, su un totale di 60 che hanno militato nel massimo campionato spagnolo.
Delle 21 squadre che mancavano all’appello, il Villarreal con le sue 576 nella Liga era al primo posto per presenze senza aver mai conquistato la vetta. I gialli sono la seconda squadra ad entrare nel lotto delle “prime volte” in questa stagione, è successo infatti anche all’Eibar, mentre le ultime 5 ad aver conquistato il primato in classifica per la prima volta nella storia sono state appunto Eibar, Levante (nel 2011), Getafe (nel 2005), Osasuna (2003) e Rayo Vallecano (1999).
Delle 20 squadre rimaste, è il Malaga C.F (nato nel 1994 dopo il fallimento del C.D Malaga, che invece vi riuscì) a guidare la graduatoria per numero di partite senza primo posto con 538 partite, seguito da Cadice (446) e Logrones (346).
Il primato del submarino amarillo non è frutto del caso. La squadra di Marcelino è ancora imbattuta e ha sino ad ora messo in vetrina un ottimo attacco (12 reti segnate) composto da un mix di giovani talenti come Leo Baptistao e Bakambu e da vecchie volpi del calibro di Soldado e Adrian. Ma anche una solida difesa (4 reti subite), guidata con sicurezza dall’ivoriano Bailly – sostituto del veterano Musacchio alle prese con una caviglia fratturata – e dall’ex Napoli Victor Ruiz.
Marcelino è solito schierare i suoi con un pragmatico 4-4-2 volto a fornire garanzie in fase difensiva e a sfruttare in fase di ripartenza le qualità e le doti tecniche degli attaccanti e degli esterni offensivi, solitamente Dos Santos e l’ex Malaga Samu Castillejo.
L’ex tecnico del Siviglia ha puntato forte su un gruppo solido, formato da diversi giocatori cresciuti nel club e da tanti giovani talenti in attesa della consacrazione: tra i pali gioca Alphonse Areola, che a Parigi stregò Leonardo, in mezzo al campo Denis Suarez, canterano del Barcellona, impara i trucchi del mestiere da una bandiera del club come Soriano, in avanti il già citato Castillejo e Samu hanno caratteristiche particolari ma studiano da bomber.
Il Villarreal sta per ora costruendo le sue fortune al Madrigal, teatro di 3 successi in altrettante partite in questo inizio di stagione. L’ultima volta che accadde, nel 2010-2011, arrivò il quarto posto finale e la qualificazione alla Champions League, sognare è dunque più che lecito.