Da craque a crack: ascesa, caduta (e rinascita) di Daniele Galloppa

Dario Marotta
30/09/2015

Da craque a crack: ascesa, caduta (e rinascita) di Daniele Galloppa

galloppa

Una storia a lieto fine? Presto per dirlo. E’ consentito parlare di animus pugnandi, della vittoria dello spirito sul corpo, martoriato da una lunga serie di infortuni che non hanno però minato l’ottimismo e la fiducia di un ragazzo che altrimenti si sarebbe costruito una carriera totalmente diversa. Ma non è tempo di rimpianti, basta il sorriso ritrovato per guardare con ottimismo al futuro. Quel sorriso che spesso, per un calciatore, coincide con il gol. L’esultanza di Daniele Galloppa è andata oltre la rete, ha scatenato e liberato rabbia, tensione ed emozione, ha restituito felicità e fiducia ad un ragazzo che ne ha passate troppe, senza mai mollare un attimo. Il gesto tecnico, realizzato a pochi secondi dalla fine del match con il Lanciano, ha consegnato al Modena i tre punti, con tanto di festa. Se l’è goduta Hernan Crespo, allenatore e amico che ha creduto nelle doti di quel ragazzo conosciuto a Parma e poi trascinato a pochi chilometri di distanza per provare una nuova avventura, per tornare ad assaporare il profumo inebriante del campo.

Lontano, lontanissimo il prato verde, oscurato dalle torbide pareti dell’infermeria, vista e riviste più volte. La prima volta nel precampionato del 2010, quando durante un’amichevole contro lo Shakhtar Donetsk si procura la lesione del crociato del ginocchio sinistro: primo intervento e primo recupero, con ritorno al calcio giocato solo a gennaio. Dopo un’altra stagione da protagonista al Tardini, nell’ottobre del 2012 gli cede lo stesso legamento dello stesso ginocchio, per lui stagione finita e nuovo calvario. Ritorna a disposizione nell’estate del 2013 ma è ancora una volta un’amichevole estiva a “tradirlo”; contro l’Olympique Marsiglia matura il terzo infortunio, causato dalla lesione al legamento anteriore del ginocchio destro. Ancora un percorso riabilitativo, portato a termine tra lo scetticismo generale. Si parla di ritiro, a trent’anni non ancora compiuti ma torna, ancora una volta. L’ultimo Parma, prima del fallimento: diciannove presenze messe insieme. Poi il fallimento e le prospettive nuovamente cupe, proprio quando la svolta sembrava dietro l’angolo. Ma gli amici, se davvero sono tali, si fanno vivi nel momento del bisogno: Valdanito chiama, Daniele risponde e diventa canarino. Un nuovo bagno d’umiltà per un talento frenato esclusivamente dalla mala sorte. Ma domenica, con quella mezza girata al 94’, si è preso la sua piccola rivincita. Un gol, dopo oltre tre anni d’astinenza. Un nuovo inizio, l’ennesimo. E Galloppa ci crede ancora!