Roma, la campagna bielorussa è nefasta. Per Garcia è una “Beresina”
La campagna della Roma in Bielorussia ha avuto un esito nefasto. Prima del match c’era chi aveva accostato Rudi Garcia a Napoleone Bonaparte, che si avventurò con i suoi uomini nel freddo Est Europa e venne sconfitto dall’Impero russo sul piccolo fiume bielorusso Beresina. Mai paragone fu più azzeccato. La Roma guidata dal tecnico francese si incaglia al Borisov Arena, da dove esce sconfitta per 3-2 contro il Bate. Dopo un primo tempo sconvolgente, nel quale i giallorossi finiscono sotto di tre gol, è arrivata una reazione che ha portato ai gol di Gervinho e Torosidis, alla rete sciupata da Salah e alla traversa di Florenzi, ma non a raggiungere il pareggio.
Zero punti conquistati, ultimo posto nel girone con un punto e tanti dubbi. Queste le “compere” che si porta la Roma dalla prima trasferta Champions della stagione. La squadra giallorossa è entrata in campo molle e ferma sulle gambe. Il Bate ha colto la palla al balzo e ha sfoderato il suo atletismo e una discreta dose di fortuna per travolgere gli avversari soccombenti in quasi tutti i contrasti. Il Bate nel primo tempo sembrava la nazionale dell’Urss degli anni ’60. Potente, atletico, veloce, fortunato. Tutti gli ingredienti per una grande prestazione, ancora meglio se dall’altra parte c’è una squadra arrendevole.
Il secondo gol di Mladenovic, complice un clamoroso errore di posizione di Szczesny, è stata la goccia di vino decisiva per far ubriacare i giocatori bielorussi, che sulle ali dell’entusiasmo hanno continuato a giocare sul velluto sfornando anche il terzo sigillo (sempre a firma di Mladenovic). Un po’ di cambi sparsi, come l’entrata di Iago Falque, rischiosa visto che lo spagnolo era ancora convalescente e non era stato nemmeno convocato inizialmente, insieme a quella di Torosidis, hanno scosso un po’ le menti giallorosse portando ad una reazione. E così quando l’attenzione e l’euforia dei bielorussi cala, si vede una buona prova dei giallorossi che pertanto non basta a definirla utile dal punto di vista del risultato.
A Trigoria il morale è sotto i tacchi. I timidi dubbi verso l’allenatore per alcuni sono diventati certezze. Non solo nel pensiero di stampa e tifosi ma ora anche tra la dirigenza. Ieri notte, prima di lasciare lo stadio, c’è stato un colloquio tra Baldissoni e Garcia. Il tecnico francese, da qualche settimana a questa parte, dà l’impressione di essere parecchio confuso. Ieri ha sbagliato formazione, per sua stessa ammissione, ma non è la prima volta. Da valutare ora sono le condizioni per uscire da questa situazione. La stagione è appena iniziata e gli obiettivi rimangono ancora a galla. Il campionato di quest’anno sembra non avere padroni e sarebbe un rimpianto troppo grande per la compagine giallorossa non tentare di fare suo quello che la Juventus negli ultimi anni gli ha sempre negato. In poche parole provare a vincere.
Ma Garcia è il tecnico giusto per farlo? Ormai tutti se lo chiedono. A settembre la Roma ha battuto solamente Carpi e Frosinone, uscendo sconfitta a Genova e Borisov, pareggiando contro Barcellona e Sassuolo in casa. Riflettere, lavorare, studiare e ripartire. Già a Palermo domenica, che sarà una trasferta per niente facile, il must dovrà essere quello di vedere una Roma organizzata e ben messa in campo. Tutto il contrario di ieri sera. Se il risultato sarà positivo, diamo a Rudi anche il tempo della prossima pausa per le Nazionali per accogliere i rientranti dall’infermeria e riorganizzare le proprie idee, aspettando ottobre inoltrato per fare un vero bilancio di inizio stagione. Sperando che non sia già troppo tardi.