E’ stato fra i protagonisti della cavalcata bianconera nella scorsa Champions League, e all’età di 34 anni non ha ancora intenzione di abdicare: Patrice Evra, terzino sinistro della Juventus e della Nazionale francese, si sente ancora in grado di essere decisivo ad alti livelli. “Ho sempre voglia di progredire – ha dichiarato Evra alla radio francese RMC – nulla è cambiato per me. Mi sento come una bottiglia di vino, più passano gli anni e più aumentano le mie qualità. Vivo una concorrenza sana, sia alla Juve sia in nazionale, e proprio per questo cerco sempre di mettere i più giovani al loro agio anche se sanno che non gli lascerò neanche le briciole perché io non ho alcun trattamento di favore. Se non sarò all’altezza ovviamente loro prenderanno il mio posto”. Un bello sprono per Alex Sandro e Digne, suoi competitor alla Juventus e in Nazionale.
La Juventus ha vissuto un inizio di stagione non facile anche a causa dell’addio di tre dei capisaldi delle ultime stagione. Per Evra, investito di una nuova responsabilità, non è il momento di drammatizzare: “La gente è abituata a vederci vincere e c’è una grande pressione. La Juventus ha preso calciatori nuovi che sono buoni, ma che non hanno mai giocato in squadre importanti, bisogna lasciargli del tempo per adattarsi. Abbiamo perso uomini dalla grande personalità ma non è questo il problema, sono i nuovi che devono trovare il ritmo in allenamento. I miei obiettivi sono chiari: voglio vincere sia con la Juventus, sia con la nazionale, soprattutto perché giocheremo gli Europei in casa. In Serie A mi trovo bene, anche se all’inizio è stato più il caso a condurmi a Torino che una scelta tecnica. Sono uno sportivo che ha la competizione del sangue e il denaro non m’interessa. Non mi vedo proprio un giorno tornare a Monaco per una pensione dorata. E’ chiaro che nella vita non si sa mai quel che può accadere e potrei anche tornare in Ligue 1, ma questa opzione non è d’attualità. Molti spesso mi dicono che alla mia età potrei accontentarmi, ma fino a che il mio corpo e la mia testa saranno là, continuerò a giocare. Non guardo mai al passato, ma sempre al futuro”.
Alla Juventus ha conosciuto Paul Pogba, giovane stella francese con cui ha legato moltissimo: “Per me lui è come un fratello. Ho un enorme rispetto per la sua famiglia, ma in generale mi trovo bene con tutti i miei colleghi. Il mio addio al Manchester United? E’ difficile parlarne, ma un giorno a carriera terminata potrò esprimermi con più libertà. Sono venuto a Torino soprattutto per la mia famiglia, perché il Manchester aveva messo una clausola nei nostri accordi che mi aveva fatto perdere le staffe. Non rimpiango però questa scelta, che alla fine è stata più che positiva”.