Felipe Melo: “Chiunque arriverà, sarà il benvenuto. Aspetto la chiamata di Dunga”
Arrivato all’Inter su espressa richiesta di Roberto Mancini, che l’aveva allenato ai tempi del Galatasaray, Felipe Melo sta attraversando un periodo di leggera flessione rispetto al grande impatto avuto nelle prime gare di campionato disputate dal suo ritorno in serie A, dopo le esperienze con Fiorentina e Juventus.
Per tutto il mese di settembre, il brasiliano è stato tra i migliori dei nerazzurri, titolare inamovibile e autore della rete decisiva nella vittoria sul Verona; l’espulsione rimediata a Bologna, gli ha fatto perdere posizioni nelle gerarchie del suo tecnico, che nel ruolo di mediano davanti alla difesa gli preferisce stabilmente Gary Medel. Nell’ultimo turno prima della sosta, con il Torino, Felipe Melo è stato infatti schierato da interno destro, ruolo in cui non ha convinto, evidenziando una condizione fisica non ottimale (la sua stagione era cominciata in Turchia, prima che la trattativa con l’Inter si sbloccasse definitivamente, dove non aveva svolto la preparazione atletica con i vecchi compagni). Intervistato da Fox Sports Brazil, il trentaduenne centrocampista, ha tracciato un bilancio di questi primi mesi a Milano, aprendo al possibile arrivo in nerazzurro di Andrea Pirlo, giocatore che verosimilmente gli toglierebbe ulteriore spazio.
“Credo che non solo la prima partita sia stata importante ma è stata fondamentale la continuità. È chiaro che arrivare, vincere il derby col Milan e mostrare a tutti che voglio sempre vincere e contro tutti è stato decisivo. Non posso essere il più forte ma do tutto per arrivare in alto. A me piace giocare e vincere per l’Inter, indipendentemente da chi gioca al mio fianco. Sono qui per vincere e chiunque venga a darci una mano per riuscirci sarà il benvenuto”. Solo elogi per Mancini (“A prescindere da quello che ha fatto per portarmi all’Inter, Mancini è un ottimo allenatore. Lavora molto e io sono cresciuto parecchio con lui al Galatasaray. Abbiamo vinto insieme e voglio imparare sempre di più da lui”), e un pensierino alla Selecao, dove è tornato Carlos Dunga, colui che l’aveva portato in nazionale schierandolo titolare durante i mondiali di Sudafrica 2010.
“Il momento giusto per tornare in nazionale sarà quando arriverà la convocazione. Ognuno fa le sue scelte e ha le sue idee ma sono già 4-5 anni che mostro il mio calcio. Ho fatto bene in Turchia e sto lavorando duro anche ora. È chiaro che sto aspettando una chiamata di Dunga”.