Donati: “La Nazionale? L’amerei come ho amato l’Under21. Mou il più bravo al mondo”
In Bundesliga si sta facendo notare già da qualche anno, da quando il Bayer Leverkusen decise di acquistarlo dopo lo splendido Europeo con la maglia dell’Under 21 disputato in Israele nel 2013. Ora Giulio Donati gioca e si allena per diventare una bandiera del club tedesco, con l’Italia sempre nel cuore. Queste le sue parole ai microfoni di Goal.com: “Difficoltà iniziali? Sono sempre stato bene. Il fatto che non giocassi all’inizio è stata solo una legittima decisione del mister, che forse pensava non fossi al top della forma. In ogni caso, ho lavorato duro e mi sono fatto trovare pronto quando c’è stato bisogno di me, è l’unico metodo che conosco per convincere gli allenatori”.
“La Roma? Sinceramente la vedo bene, molto bene. Si vede che stanno lavorando sulla fase difensiva e già a Roma si sono visti miglioramenti, al di là delle due occasioni che ci hanno concesso. Poi davanti sono veramente devastanti, quando si accendono fanno paura. Hanno tutte le qualità per vincere lo scudetto, mi hanno davvero impressionato. Devo dire però che domenica sera ho visto la Fiorentina e mi ha semplicemente entusiasmato: credo di non aver mai visto una squadra italiana abbinare così tanta qualità a quella intensità. Complimenti a Paulo Sousa. Secondo me Roma, Napoli, Inter e Fiorentina sono le quattro squadre che si contenderanno il titolo fino alla fine”.
“Non mi aspettavo una Juventus così in difficoltà. Anche se ha cambiato molto, credevo riuscisse a metabolizzare meglio, anche perché gli acquisti che ha fatto sono di livello assoluto. Capire la differenza di rendimento tra campionato e coppa è difficile: l’altro giorno leggevo un’intervista di Evra, in cui diceva che in nessuna competizione riesce a concentrarsi come fa in Champions. Chiaro che è la massima competizione continentale e le motivazioni vengono da sole, ma credo che sia anche una questione di avversari, nel senso che in campionato ci si conosce tutti e si sanno le contromisure da adottare, mentre in Europa si gioca più aperti. Anche questa può essere una spiegazione. La Juventus non è sicuramente la più attrezzata per l’Europa e non ha le qualità delle cosiddette “big”, ma era così anche la scorsa stagione ed è arrivata in finale, no? La migliore caratteristica della Juventus, si sa, è il suo carattere, che è nel DNA del club. Dunque mi aspetto che sia sempre protagonista, in campionato e in Champions, e sono convinto che darà del filo da torcere a tutti anche quest’anno”.
“Mourinho in difficoltà? Prima o poi doveva accadere. Come giustamente ha detto lui in una recente intervista, da quando ha vinto la Champions League contro il Porto sapeva che un momento di crisi sarebbe arrivato. E’ arrivato solo ora dopo più di 10 anni, quindi non gli è andata male. Il mister è un grande, sono sicuro che si riprenderà ed evidentemente ne sono sicuri anche al Chelsea, visto che per ora si guardano bene dall’esonerarlo. Sanno che se c’è qualcuno che può risollevare le sorti della squadra, quello è Mourinho, perché non esiste al mondo un allenatore più bravo. Ricordo che trattava tutti alla stessa maniera, da Zanetti che era il capitano e un idolo, a me che ero l’ultimo arrivato. E questo per un calciatore conta, perché poi sceglieva quasi sempre i suoi “soliti” 11, ma gli altri non si sentivano esclusi dal progetto, anzi quando venivano chiamati in causa erano tutti carichi. Anche perché è un motivatore eccezionale, mai visto uno che riuscisse a preparare tutte le partite come lui, da quella contro l’ultima in classifica a quella decisiva per lo scudetto. Secondo me il suo punto di forza è che si vede pochissimo durante gli allenamenti. Magari arrivava 20’ dopo l’inizio e se ne andava 10’ prima, stava sempre nel suo ufficio a studiare gli avversari e a preparare la partita. E quando un allenatore lo vedi poco, quando ti parla lo ascolti di più rispetto ad uno che senti tutti i giorni e spesso ripete le stesse cose. E’ umano. E poi, comunque, quando parla, non lo fa mai a caso, te lo posso assicurare, sa toccare le corde giuste”.
“Dell’Italia mi manca il clima, gli amici e il mare. Della Serie A sinceramente nulla, perché a detta di tutti qui in Bundesliga sono avanti a livello di strutture, pubblico e competitività. Certo, l’Italia è il mio paese e se dovesse arrivare un’offerta non potrei non prenderla in considerazione, ma per ora non è arrivata e comunque qui sto benissimo. Trattative in estate? Solo sui giornali, perché di offerte concrete non ce ne sono state. Tuttavia, quello che mi sono detto, è che sarebbe dovuta arrivare davvero un’offerta irrinunciabile per convincermi a partire, perché il Bayer mi dà tanto, inclusa la possibilità di giocare ad altissimi livelli e in Champions League. Non sono molte le squadre che possono competere. Mi piacerebbe vincere qualcosa con il Bayer. Sappiamo che in campionato ci sono i “marziani” del Bayern, quindi è dura, ma la coppa di Germania è un obiettivo concreto. Mi piacerebbe molto vincerla e dare una soddisfazione ai nostri tifosi”.
“Se amo la maglia azzurra? Come ho detto prima, credo che in questo momento io debba concentrarmi solo sul campo, a migliorare e giocare con continuità, poi Conte farà le sue scelte. Se dovesse chiamarmi, sarò ovviamente l’uomo più felice del mondo, perché per chiunque la Nazionale è un sogno che si realizza. Ho già dimostrato di amarla ai tempi dell’Under 21, se mi sarà data la possibilità dimostrerò di amare anche quella maggiore, se possibile anche di più. Non sono un tipo da fioretti, ma so che Conte segue tutti. So che era all’Olimpico quando abbiamo giocato contro la Roma e dunque mi ha visto giocare. Mi auguro di avergli fatto una buona impressione. Comunque non ha bisogno di suggerimenti, perché è un grandissimo tecnico, come ha già ampiamente dimostrato alla Juve ma anche in Nazionale”.