Digne: “Difficile pensare solo al calcio dopo quanto accaduto”

Digne: “Difficile pensare solo al calcio dopo quanto accaduto”

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A fermare Lucas Digne in questo suo ottimo inizio di stagione potrebbe essere la paura vissuta durante i giorni più difficili della sua carriera da calciatore e forse di giovane, grande uomo. Perché a 22 anni è difficle restare indifferenti davanti a quanto accaduto e provato da vicino, molto vicino, visto che Digne era aggregato ai suoi compagni della nazionale francese nei giorni dei vili attacchi terroristici che hanno sconvolto il mondo intero, in panchina nell’amichevole tra Francia e Germania.

Dal giorno del suo arrivo in Italia, l’ex terzino del Psg, è sempre stato utilizzato da Rudi Garcia, il tecnico che più di tutti l’ha voluto per blindare la fascia sinistra della Roma, orfana di un titolare inamovibile dopo i problemi che hanno costretto Federico Balzaretti al ritiro anticipato. Rendimento assicurato, difesa e spinta, ne hanno fatto uno dei punti fermi della Roma all’inseguimento di Fiorentina e Inter; Digne è rientrato in Italia stamattina, intrattenendosi a lungo con Garcia, cui avrà verosimilmente raccontato quanto vissuto nei giorni scorsi.

Nel corso di un’intervista concessa a Sky Sport, ha raccontato le sue sensazioni: “Dopo quanto è successo la Francia è in guerra. Ed è difficile per me pensare al calcio adesso, pensare a come preparare la partita di sabato a Bologna”. Per questo motivo c’è chi ipotizza per lui un turno di riposo, anche in vista della decisiva gara di Champions League in programma martedì prossimo a Barcellona; dura riattaccare la spina con il calcio giocato, nonostante i 90’ di Wembley contro l’Inghilterra, con tutto lo stadio che ha intonato la Marsigliese al momento degli inni nazionali. “Per prima cosa voglio ringraziare i tifosi di ieri a Wembley, è stato toccante l’abbraccio con tutti i compagni e sentire lo stadio cantare la Marsigliese. È stata davvero una grande manifestazione di solidarietà. La Francia è in guerra, dopo quello che è successo, e io posso solo dire alle famiglie delle vittime di farsi forza”.