Donnarumma: “Vivo ancora in convitto, non posso neanche comprare l’auto”

Donnarumma: “Vivo ancora in convitto, non posso neanche comprare l’auto”

Donnarumma

Sabato sera sarà Juventus-Milan ma non solo: sarà anche uno scontro generazionale fra Gianluigi Buffon, storico numero 1 della Juventus e della nazionale italiana, e Gianluigi Donnarumma, sedicenne che da qualche giornata protegge i pali del Milan di Mihajlovic. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport il giovane portiere rossonero si è raccontato come un ragazzo semplice: “Come faccio a non montarmi la testa? A sedici anni non è facile, ma il mio carattere mi aiuta. Vivo ancora in convitto, esco con gli amici in Duomo e sto bene così. Adesso la gente mi chiede autografi e selfie, è bello. Guadagnare tanti soldi? Non ci penso, non ho neanche l’età per comprarmi l’auto“.

Nel suo destino poteva esserci l’Inter, ma lui ha preferito l’altra sponda dei Navigli: “Ho preferito venire al Milan perché è la mia squadra del cuore e mio fratello aveva giocato qui. Il post su Facebook? Cose che si fanno a tredici anni, neanche ricordavo di aver scritto quel post: mi scuso, non volevo offendere nessuno. La pressione? Non la sento, di sicuro San Siro è maestoso e puoi avvertirla. Allo Stadium ci sarà un grande ambiente, ma non sono preoccupato”.

Fra i suoi punti di riferimento c’è sicuramente Buffon, che affronterà sabato: “Gli faccio i complimenti per la sua splendida carriera e spero di scambiare la maglia con lui sabato sera, ma soprattutto vorrei vincere la partita. Il suo erede? Non penso al futuro, ma solo a migliorarmi giorno dopo giorno. Ho sempre voluto fare il portiere e nient’altro. Neuer? Lo guardano tutti, è impossibile non ammirarlo”.

Chiusura dedicata al giorno del suo esordio: “Mihajlovic mi chiamò nello spogliatoio il giorno della partita, mi fece un breve discorso e mi comunicò la sua scelta. Una fortissima emozione. Non avevo capito prima che mi avrebbe fatto giocare. Io di solito le emozioni le tengo dentro, ma quel giorno fu difficile. Dopo l’allenamento chiamai subito i miei genitori e loro partirono da Castellammare per venire a vedermi. In pullman verso lo stadio provai sensazioni particolari”.