Gabbiadini, riserva di lusso: nessun italiano come lui in Europa nel 2015
L’ombra ingombrante del Pipita Higuain e un fastidioso infortunio alla caviglia, non bastano ad offuscare quello che resta uno dei migliori attaccanti italiani per caratteristiche tecnico-tattiche, duttilità e rapporto tra gol realizzati e minuti giocati. Manolo Gabbiadini si aspettava una stagione diversa nel nuovo Napoli di Maurizio Sarri, ma nonostante tanta panchina, sta riuscendo comunque a confermare quanto di buono mostrato nei primi sei mesi in azzurro della scorsa stagione. A volerlo era stato Rafa Benitez, che l’aveva inserito subito nelle rotazioni del suo tridente di mezze punte dietro all’inamovibile Higuain, l’oro di Napoli; e l’impatto dell’ex giocatore della Sampdoria era stato dapprima confortante, poi addirittura debordante per mole di lavoro svolta in campo e personalità nel misurarsi con una piazza come quella napoletana.
11 reti distribuite tra campionato (8), Europa League (2) e Coppa Italia (1), e pazienza se le sue prodezze non sono state sufficienti per garantire alla squadra dell’attuale tecnico del Real Madrid né un posto in Champions League, né un trofeo che per il valore della rosa a disposizione sembrava ampiamente alla portata. Con l’arrivo di Maurizio Sarri le cose sembravano non essersi messe per il verso giusto, sospetto confermato dalle prime uscite stagionali e dalle dodici giornate di campionato trascorse; anche prima del cambio di sistema di gioco, dal 4-3-1-2 al 4-3-3, Gabbiadini aveva trovato pochissimo spazio. 191’ in serie A, mai da titolare se si esclude la gara in trasferta con l’Empoli quando aveva fatto coppia in attacco con il fuoriclasse argentino, risultando decisivo nell’assist per Allan. Il gol alla Lazio nella giornata successiva, nel corso dei 25’ finali, aveva illuso potesse scalare le gerarchie del tecnico toscano che continua a considerarlo l’alternativa di Higuain.
Dietro un mostro di continuità come il capocannoniere del campionato è difficile trovare spazio, ma in soccorso del ventiquattrenne scuola Atalanta è arrivato il giovedì di coppa. In Europa è lui il titolare, mattatore assoluto nella doppia sfida ai malcapitati danesi del Midtjylland, sepolti con nove gol in due partite; due doppiette per Gabbiadini, il calciatore italiano ad aver segnato di più in campo europeo nell’intero 2015. Un dato inequivocabile, che certifica una volta di più il suo grande feeling con la porta avversaria; numeri e statistiche che non sono sfuggite al ct della Nazionale Antonio Conte che continua a tenerlo in grande considerazione nella corsa ai 23 da portare in Francia il prossimo giugno. Esterno, trequartista, seconda punta, centravanti. Utile e prezioso in ogni posizione, Gabbiadini sta dimostrando maturità e professionalità non comuni alla maggior parte dei suoi colleghi; mai una parola fuori posto, per quelle c’è il suo procuratore Silvio Pagliari, e massimo rispetto per tecnico e compagni.
Tornerà presto, dopo la distorsione alla caviglia destra nell’amichevole con la Romania (quella in cui ha trovato il primo centro in maglia azzurra), nel tentativo di convincere Sarri e Conte; l’impressione tuttavia è che possa bastare continuare così, perché in Italia, uno come Gabbiadini resta un giocatore come pochi.