Vieri si racconta: “Nesta voleva venire all’Inter, poi presero Gamarra”
Domani uscirà l’autobiografia di Bobo Vieri, ex attaccante di Inter, Lazio e Juventus tra le tante squadre in cui ha giocato. “La Gazzetta dello Sport” ha riportato qualche stralcio del libro:
IO E L’AUSTRALIA – “Sai che dico Christian? Hai ragione”. Complimenti, mister. Da solo ci saresti mai arrivato? Evidentemente no. Ha avuto bisogno dell’aiutino, il mister. E l’aiutino gliel’ho dovuto dare io, un ragazzino di quattordici anni che da terzino sinistro segna più gol degli attaccanti. “Mister, non è che stare in difesa non mi piaccia, ma forse è meglio se mi metti a giocare davanti”. Siamo a Sidney, nel campetto d’allenamento dei giovani del Marconi Football Club: la mia storia d’attaccante è cominciata così”.
JUVENTUS – “Un giorno Moggi mi chiama a rapporto: entro nel suo ufficio e trovo già lì il mio procuratore e Bettega. Il direttore, con i suoi modi tranquilli e gli occhi semichiusi, dice che è pronto ad aumentarmi l’ingaggio, ma che non può andare oltre i due miliardi di lire a stagione. L’Atletico Madrid offre tre miliardi e mezzo. “Si va in Spagna”, dico. E la riunione finisce all’istante. Lo ammetto, decisi guardando solo il portafogli. Potendo tornare indietro, sarei rimasto”.
RONALDO – Una notte di luglio (siamo nel 2002), alle tre e mezza del mattino, io sono al Pineta a fare serata. Vedo la tasca dei pantaloni che si illumina. È il telefonino. Moratti!!
“Ciao Bobo, senti, qui accanto a me c’è Marco, Marco Tronchetti Provera”. “Pres, non mi dire che stiamo per parlare di Ronaldo”.
“Bobo, vuole andare via…”.
“Non ci pensare nemmeno, non possiamo venderlo, se fai così sfasci tutto”. “Ci sono problemi, con Cuper non lega proprio”.
“I problemi si risolvono”.
GOSSIP – “Mi hanno attribuito molte storie in questi anni. Devo essere sincero, quelle inventate sono state poche, è quasi tutto vero ciò che avete letto sui giornali di gossip. Molte delle ragazze che vedete in tv e al cinema hanno avuto a che fare con il Bomber. Elisabetta Canalis? Me la passò al telefono Iacchetti. Menava di brutto Eli quando la facevo arrabbiare… Melissa Satta la conobbi quando aveva 18 anni, era bellissima. Le dissi: ‘Ascolta Melissa, adesso sei troppo giovane, ma mi prenoto per diventare tuo fidanzato appena avrai compiuto vent’anni…'”.
NESTA -“Dopo il 5 maggio convinsi Ronaldo e Recoba. ‘Tagliamoci lo stipendio, che arriva Nesta’. Ale era d’accordo… Una mattina sono all’ippodromo e mi telefona Mao, il figlio del presidente Moratti. ‘Bobo, lo so che sei incazzato, ma Nesta costava davvero troppo. Anche papà è arrabbiato, ma non ti preoccupare: abbiamo preso comunque un campione’. ‘Ma chi?’, chiesi io. ‘Gamarra…’. Non dico niente. Senza chiudere la chiamata lancio il cellulare verso la pista dei cavalli con tutta la mia forza. Mai più rivisto, quel telefonino. A pensarci adesso, nulla contro Gamarra, un bravo difensore, ma Nesta ai tempi era il massimo. Ed era pronto a venire da noi”.
LAZIO – “Ai tempi della Lazio non mi facevo problemi a farmi vedere a cavallo della Ducati. A una settimana dalla finale di Coppa delle Coppe, Julio Velasco (l’allora direttore generale, ndr) mi prese da parte: «Guarda Bobo, in società non stai più facendo dormire nessuno, potresti almeno in quest’ultima settimana regalarci qualche ora di sonno in più e usare la macchina?». E così feci. Ma io almeno la moto la sapevo guidare bene. Salas invece era un disastro. Prese una Harley Davidson e dopo pochi giorni andò a schiantarsi contro un palo: sette punti di sutura sullo stinco, ma nessuno l’ha mai saputo”
Ecco l’intervista de “La Gazzetta dello Sport” a Christian Vieri:
SERIE A – “Nulla di definitivo naturalmente. Là davanti le altre grandi corrono sul serio, e perdere ulteriore terreno potrebbe essere pericoloso per chi non può non lottare almeno per un posto in Champions. Juventurs? Sorpreso fino a un certo punto. Perché dopo 4 scudetti consecutivi, varie Supercoppe italiane, una Coppa Italia e soprattutto la finale di Champions è normale un minimo di appagamento, anche inconscio. Senza dimenticare, poi, che nel frattempo è stato avviato un massiccio rinnovamento e ringiovanimento della rosa. Scelta saggia e tempestiva. Non è da considerare un dramma la partenza più o meno a rilento, ma in generale sono d’accordo al 100% con Andrea Agnelli: a prescindere, la Juve non può restare lontana dalle zone di classifica che contano. La rosa, anche dopo le partenze di Pirlo, Vidal e Tevez, resta di altissimo livello, forse ancora la più forte e completa, o quasi, in Italia. Si può anche non vincere lo scudetto, il podio è però traguardo quasi dovuto per questa Juve, che ha un attacco eccellente. Mi esaltano Morata e Dybala, due ragazzini già molto molto forti. Lo spagnolo è completo, veloce, tecnico e dal gol pesante. Il Real Madrid può riprenderselo? Va tenuto stretto, in qualsiasi maniera. Per quanto riguarda Dybala, parliamo di uno che fra due-tre anni darà spettacolo puro. Un investimento azzeccatissimo, giocatore veloce di mente e di piedi, fantasioso, ma allo stesso tempo concreto”.
MILAN – “Sarebbe una follia cacciare Mihajlovic. Conosco il professionista e l’uomo: è il tecnico migliore che potesse capitare al Milan, la scelta è giusta, e ora va difesa. Sinisa ha passione, carattere e idee. I giocatori sono con lui e piano piano il gruppo sta assimilando il carattere di un tecnico che non molla mai. Il Milan è cambiato molto, è assurdo pensare di avere il massimo dei risultati in così poco tempo. A me piace molto Bacca. Lo seguo dai tempi del Siviglia: un bomber, freddo sotto porta, bravo anche a giocare con la squadra. Con Luiz Adriano forma una coppia potenzialmente velenosissima. Ora il brasiliano sta faticando, ma appena avrà capito meglio il nostro calcio saranno guai per tutti”
INTER – “Grazie soprattutto a Mancini, un fuoriclasse, uno che capisce di calcio come pochi al mondo. In sei mesi ha ribaltato l’Inter, trasformando una squadra normale in una delle candidate più credibili al titolo. Molti dei campioni nerazzurri hanno scelto Milano proprio per Roberto. Giocano male? Mi viene da ridere. In che condizioni era l’Inter pochi mesi fa? La fase difensiva era la prima cosa da sistemare, e il Mancio lo ha fatto. Lo scudetto si vince prendendo pochi gol. E da qui in avanti vedrete che molte cose inizieranno a funzionare anche nella metà campo avversaria. Intanto, è tornato l’entusiasmo. San Siro è spesso stracolmo, e quello stadio quando vibra sa fare parecchio male all’avversario di turno. L’effetto Mancini è evidente. Per vincere lo scudetto è necessario che Icardi torni a vedere la porta. Credo che per lui sia arrivato il momento di fare un ulteriore salto di qualità: ora deve imparare a giocare per la squadra, a muoversi di più sul fronte offensivo, a darsi da fare, a farsi vedere con maggiore continuità e ad allenarsi con ancora più foga e determinazione”.
FIORENTINA, ROMA E NAPOLI – “La Fiorentina è la grande sorpresa del campionato, non una meteora. Roma e Napoli sono candidate credibili allo scudetto. Quest’anno sarà una lunga e affollata volata che si deciderà solo nelle ultimissime giornate. I giallorossi in passato si sono spesso sciolti, soprattutto per una questione mentale, ma quest’anno mi sembrano sul pezzo, con la testa giusta. Higuain? Lewandowski è il numero uno, subito dopo vedo Suarez, ma l’argentino è uno dei 4-5 più forti in assoluto, è impressionante, il migliore in Italia. Con lui il Napoli può sognare, ma complimenti convinti vanno a Sarri e a De Laurentiis. Il primo fino all’anno scorso nemmeno lo conoscevo, e si è invece dimostrato un tecnico fenomenale. Il presidente, a sua volta, è stato geniale nel puntare proprio su Sarri: ci volevano coraggio e competenza vera”.
NAZIONALE – “Grande Antonio! Continua così: disciplina e ordine in Nazionale. Conte e Guardiola sono secondo me i due allenatori più bravi al mondo. Sono tornato a guardare la Nazionale dopo molto tempo, vedo entusiasmo, coraggio e cuore, tutto ciò che la gente chiede. Sono orgoglioso di una squadra simile, e vedrete che all’Europeo daremo fastidio a tutti”.