Petrachi e i segreti del suo Toro: “Giocatori collaudati e giovani di qualità”
Nelle ultime settimane il Torino non ha sicuramente attraversato un ottimo periodo di forma. Nonostante però i risultati non siano dei migliori, i granata restano una delle realtà più belle della serie A. Una squadra molto giovane e ricca di prospettiva quella costruita dal presidente Cairo, insieme al mister Ventura e il ds Gianluca Petrachi. Il dirigente leccese ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, ripercorriamo i passaggi più importanti.
GLI INIZI – “Che gioia quando passeggio per Torino e i tifosi mi salutano sorridenti. Finalmente questo Toro è di nuovo l’orgoglio della propria gente. Scommetto che non romperemo l’idillio. In B eravamo a 3 punti dai play-out, puntai su Colantuono e 12 sconosciuti, compreso D’Ambrosio. Persa la A nel play-off col Brescia, il tecnico ci salutò. Avevo prenotato Allegri per la massima serie, in B arrivò Lerda. L’anno seguente fallimmo la scalata, ma il presidente Cairo mi diede lo stesso tanta fiducia”.
VENTURA L’UOMO GIUSTO – “Sfiorammo la A a Pisa, lo scelsi per il Toro dopo la sua retrocessione con il Bari. Mi aveva conquistato già da giocatore a Venezia, è un maestro di calcio che qui sta dando un grande contributo: anche perché ormai parliamo tutti la stessa lingua. Il tecnico dice ai giocatori che deve sempre prevalere il noi sull’io: no ai solisti, viva il collettivo. Questa missione vale anche per il futuro, lo dimostra il nostro rinnovo sino al 2018”.
LEZIONI DI MERCATO – “Venduti Immobile e Cerci la proprietà ha deciso di investire e abbiamo potuto scegliere tra giocatori collaudati e giovani di qualità. E pensare che nel 2010 chiusi il primo mercato con 14 prestiti con diritto di riscatto. In A ormai molti pagano gli stipendi ogni trimestre, noi invece alla fine di ogni mese. Gli utili di bilancio sono pure l’effetto di una politica accorta nel tempo. Se fatturiamo 60 milioni il monte stipendi non può superare i 30”.
COLPACCIO BENASSI – “È vero, l’ho riscattato dall’Inter per 3,2 milioni dopo aver strappato la prima metà nella cessione di D’Ambrosio. Ora ho già un’offerta da 8 milioni, ma non lo vendo. Anche Baselli sta crescendo, sebbene in questo periodo non segni”.