Lazio o Pioli: Candreva e compagni remano contro?
“Su cosa dobbiamo lavorare? Questo dovete chiederlo al mister,è lui che ci allena”. Questa risposta di Candreva a margine del match contro il Palermo riassume la situazione che attualmente la Lazio sta vivendo: lo spogliatoio sembra non seguire più il proprio allenatore.
Nei 90′ minuti giocati contro i rosanero sono stati evidenziati per l’ennesima volta gli evidenti limiti che questa rosa ha dall’inizio della stagione. La mancanza di, sarà ripetitivo dirlo, una punta vera e propria e di un terzino sinistro di ruolo pesano alla lunga: anche ieri la manovra offensiva laziale è risultata poco efficace e non incisiva con Djordjevic troppo statico e incapace di far male. Il cambio tra Candreva e Keita non ha poi prodotto i risultati sperati con la batteria di esterni troppo “fuori” dal gioco e incapace di costruire una manovra sfruttando le grandi abilità individuali. Hoedt, invece, sostituto del negativo Mauricio, è risultato purtroppo ancora troppo grezzo vista la sua giovane età e di certo con Gentiletti non forma una coppia di centrali adatta a lottare per le prime posizioni.
Ma cosa manca e cosa è veramente cambiato rispetto alla scorsa stagione è sicuramente il gruppo, lo spogliatoio unito che aveva riportato spettacolo e fiducia nei biancocelesti. Pioli, infatti, non è più il decantato condottiero che aveva saputo tirar fuori il massimo dai suoi, Felipe Anderson e Cataldi su tutti ad esempio: giovani promesse poi quasi esplose sotto la guida del tecnico ex Bologna. In campo i giocatori sembrano infatti esser lontani dal loro allenatore, mostrando di essere poco volenterosi a mettere in pratica schemi di gioco di Pioli. Le frasi di Candreva dimostrano che il collegamento tra spogliatoio e guida tecnica sia più fragile che mai. In tutto questo scenario si inserisce, o meglio “non” si inserisce, la società, incapace di prendere seri provvedimenti o di dettare una decisa linea guida da seguire. A parte qualche sfuriata teatrale del presidente Lotito, quest’ultimo non ha risolto innanzitutto evidenti mancanze a livello di rosa intervenendo sul mercato. Non sono state inoltre risolte le situazioni relative a rinnovi e adeguamenti di contratto. Biglia e Candreva infatti non sono stati accontentati dal punto di vista economico (questione della fascia da capitano a parte), sperando di vedere una società in crescita e che puntava ad obiettivi importanti. Ma gli investimenti e i risultati ottenuti fino ad ora hanno solo peggiorato il rapporto con la dirigenza, considerando che anche Marchetti e Lulic hanno rifiutato i rispettivi rinnovi contrattuali.
Una qualificazione alla fase finale dell’Europa League non basta a placare la piazza ed i giocatori, mentre Empoli, Juventus, Samp ed Inter rappresentano un calendario tutt’altro che abbordabile. In caso di risultati ancor più negativi o poco incoraggianti i giocatori sembrano aver deciso da che parte stare: né con Pioli, ma forse neanche con la società. A cosa porterà tutto ciò? Sicuramente non ad un’emozionante e meritata qualificazione ai preliminari di Champions League.
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