La Juventus ha scoperto l’amuleto Alex Sandro, cross e personalità
A volte si sa, la fretta può essere cattiva consigliera. Il mondo del calcio non è molto abituato ad avere pazienza e aspettare chi non riesce a ingranare e che, prima di essere bollato come inadeguato, dovrebbe avere a disposizione il tempo necessario per abituarsi a un nuovo tipo di calcio. Il caso si aggrava quando una valutazione spropositata rispetto al vero valore del calciatore, pesa come un macigno sulla prestazioni di quest’ultimo, che raramente riesce a esprimersi ai suoi livelli, frenato dalle troppe aspettative create in sede di mercato.
26 milioni di euro di buoni spingevano i tifosi juventini a considerare eccessivo l’investimento estivo operato per strappare Alex Sandro dalla cara bottega del Porto. E non solo perché il difficile inizio di stagione dei campioni d’Italia ha inevitabilmente coinvolto anche il ventiquattrenne terzino brasiliano, ma soprattutto per la consueta diffidenza che accompagna gli esterni difensivi brasiliani, spesso molto più portati a spingere che a difendere. La storia insegna quanto sia difficile imporsi in Italia disponendo di queste caratteristiche, tuttavia è impossibile essere pronti sin da subito. Di qui il periodo di apprendistato che Massimiliano Allegri ha concesso al nuovo acquisto, senza badare a quanto speso per portarlo a Torino. La necessità di disporre in rosa di un giocatore in grado di garantire continuità sulla corsia di sinistra, aveva spinto la dirigenza bianconera puntare sul brasiliano, ben sapendo quanto sarebbe stato laborioso il suo inserimento. Protetto da un ambiente solido e da sempre impermeabile alle polemiche, Alex Sandro ha atteso il suo momento in silenzio, cercando di imparare il più possibile, magari anche da chi aveva davanti. Non è difficile immaginare quanto abbia inciso nella sua crescita, l’esperienza e la professionalità di un leader come Patrice Evra.
Tre indizi, leggasi tre assist, fanno una prova. Da qualche settimana a questa parte, guarda caso proprio in coincidenza del miglior momento stagionale della squadra, Alex Sandro è entrato stabilmente nelle rotazioni del tecnico bianconero, risultando decisivo con i suoi cross e mostrando evidenti progressi in fase difensiva. “Metà Felipe Luis, metà Marcelo”, così Daniele Adani ha descritto il brasiliano. Né ala, né terzino forse, ma tremendamente efficace e ficcante con le sue accelerazioni improvvise, fino a fondo campo, la zona da dove disegnare gli insidiosi traccianti con cui ha mandato in gol Cuadrado, Dybala e Mandzukic. Un’alternativa importante per Allegri che spesso, per scelta o necessità, l’ha utilizzato a gara in corso, fino alla sfida di Champions League con il Manchester City. Nonostante l’elevata posta in palio e complici le condizioni non perfette di Evra, il coraggio di lanciarlo titolare ha pagato, confermando quanto di buono mostrato negli spezzoni precedenti. Quando la Juventus avrà bisogno di aggredire l’avversario, potrà lavorarlo ai fianchi grazie all’apporto di Alex Sandro, puntando su Evra nel momento in cui occorrerò chiudere gli spazi e congelare il risultato. Il processo di crescita, non ancora ultimato, sta dunque dando i suoi frutti e non è escluso che presto il posto da titolare possa essere suo.
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